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Città creative Unesco: si candida Biella

All’annuale conferenza in corso a Fabriano fino al 15 giugno la candidatura della città piemontese.
Accoglienza, cultura, sostenibilità in un fecondo rapporto tra arte , industria e territorio. L’antitesi del sovranismo. Oggi sarà presente il Presidente Mattarella.

Città creative Unesco: si candida Biella

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella interviene al XIII Annual conference delle città creative Unesco in corso a Fabriano: 180 città del mondo, con circa 400 delegati, si ritrovano nella città marchigiana (fa parte della rete delle “Città creative Unesco”) per l’appuntamento annuale. Dibattiti ed approfondimenti su arte, culture, religioni, modi di vivere e di produrre. Argomenti che quest’anno sono approdati in Italia, il Paese europeo più diviso tra due concezioni dell’accoglienza e della sostenibilità civile ed umana. Tra le città italiane rappresentative della creatività c’è anche Biella.

Il tema guida di questa edizione sono le grandi sfide poste dallo sviluppo esponenziale della dimensione urbana che diventerà nei prossimi anni sempre più centrale nella storia dell’umanità. E’ l’ONU a stimare che entro il 2050 il 68% della popolazione mondiale vivrà nelle città (World Urbanization Prospects 2018). Città che diventeranno megalopoli e che nel bene e nel male dovranno accogliere 2 miliardi e mezzo di persone provenienti da luoghi diversi. Bisogni, ansie, aspirazioni cui i poteri locali dovranno dare risposte. Tutto si rimetterà in discussione in una straordinaria sintesi tra geografia, economia, arte, politica. L’antitesi di quel sovranismo sostenuto da una folle visione del mondo che tanto piace a una parte dei governanti italiani. Ma c’è da scommettere che anche in questa occasione di Fabriano il Presidente Mattarella userà le parole della saggezza.

La migrazione verso le città riscriverà l’economia, la società, le forme della convivenza. La cultura nelle sue varie espressioni. Le metropoli esprimeranno la complessità di veri e propri Stati, mentre i piccoli centri rischieranno lo spopolamento. E a Fabriano si discute proprio dell’esigenza di ottimizzare, attraverso i servizi essenziali, i bisogni ma soprattutto di promuovere l’uso sostenibile delle risorse. Chi non intuisce che la posta in gioco è il delicato rapporto tra cultura e creatività, fragilità e resilienza, riqualificazione e rigenerazione, innovazione e lavoro? Quel sistema da cui ogni artista, regista, cantante, musicista trae ispirazione? Lo hanno spiegato bene gli organizzatori alla vigilia del meeting di Fabriano. E più si mescoleranno i popoli, più cambieranno le geografie urbane, le esigenze della popolazione, le espressioni culturali, l’adeguamento ai cambiamenti climatici.

E veniamo a Biella che si candida a Città creativa Unesco. Biella e il suo territorio, capitali della cultura laniera nel mondo, sono attenti al tema del rapporto tra industria e ambiente – dice Franco Ferraris presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella , tra i promoter della candidatura della città piemontese. In un contesto dove un ruolo importante è giocato dall’arte che, attraverso il simbolo del terzo Paradiso del maestro Michelangelo Pistoletto – ambasciatore della città nel mondo – propone nuove vie di equilibrio tra natura e tecnologia. La città con il supporto di Cittadellarte Fondazione Pistoletto e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, va in cerca, dunque, dell’ambìto riconoscimento Unesco.

Alla città sono già arrivate più di 120 lettere di sostegno da tutto il mondo, tra le quali quella dell’ Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e quella del Gruppo LVMH, leader nel mondo del fashion e dei prodotti di qualità. Questa industria ,tra l’altro,ha sottoscritto una convenzione con l’UNESCO per la salvaguardia della biodiversità e si accredita come ottimo partner. Ma in città c’è anche l’esempio dell’Oasi Zegna. Il progetto ecologico che mette insieme arte, ambiente e industria rievocando l’antico mecenatismo imprenditoriale illuminato, largamente sparito nelle  terre italiane. Per anni i tessuti sono stati una delle grandi forze motrici del Biellese e se accanto agli affari ci sono anche l’arte e la cultura, non è proprio niente male. Magari ci si incamminasse di nuovo lungo queste strade, con l’aiuto di qualche potente benefattore. Aspettando che l’Unesco dia il suo via libera, le istituzioni locali rivendicano il buon esempio per lo sviluppo di una società più equa e inclusiva. A Fabriano sperano di fare colpo e con loro quella parte d’Italia che si sente davvero creativa.

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