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Cinema: “La prima pietra”, Guzzanti nei panni di un preside

Nelle sale la commedia di Rolando Ravello, con uno strepitoso Corrado Guzzanti e Kasia Smutniak – Il film è strutturato come una piece teatrale: è ambientato in una scuola, dove alla vigilia delle festività natalizie ne succedono di tutti i colori… TRAILER.

Cinema: “La prima pietra”, Guzzanti nei panni di un preside

Giudizio dell’autore: Risultati immagini per tre stelle e mezzo

Un genere abbastanza maltrattato quanto invece di sicuro successo al botteghino è il cosiddetto “cinepanettone” solitamente nelle sale dai primi giorni di dicembre, giusto in tempo per il Natale. Come abbiamo scritto lo scorso anno, sono film che possono piacere o meno, ma di certo hanno raccontato per immagini cinematografiche una piccola parte della storia di questo Paese. Il film che vi proponiamo questa settimana è La prima pietra, firmato dal regista Rolando Ravello, con protagonista uno strepitoso Corrado Guzzanti.

Il racconto è di grandissima attualità: siamo in una scuola italiana, in un luogo imprecisato ma potrebbe essere dovunque, dove alla vigilia delle festività natalizie succede un episodio destinato a sconvolgere i delicati equilibri scolastici. Un bambino lancia una pietra verso una vetrata e rimangono feriti due bidelli, vengono chiamati i genitori (o meglio, solo una parte di essi) per chiederne conto e responsabilità. Per quanto tutto, apparentemente risultava chiaro invece, di fronte al preside si scatena il putiferio. Lo stesso putiferio che sarà il gran finale con esito imprevedibile. Il film è decisamente comico e riesce a suscitare allegria come raramente avviene per i prodotti nazionali, propensi più al sorriso ammiccante che alla sonora risata.

Si tratta di un semplice esercizio teatrale, dove peraltro i protagonisti sono tutti eccellenti (da Valerio Aprea a Iaia Forte, da Serra Yılmaz – attrice turca notissima per le sue partecipazioni ai film di Ferzan Özpetek – a Lucia Mascino e Kasia Smutniak). I temi affrontati sono quelli di cui si dibatte ogni giorno: dalla integrazione di comunità alle differenze religiose, dalla piccola violenza quotidiana al perbenismo moralista. Il tutto è presentato con la sufficiente leggerezza per essere visto con piacere e, allo stesso tempo, con la necessaria attenzione per non essere distratti rispetto a quanto avviene intorno a noi. In altre parole: se cercate un buon film, leggero e divertente, per le prossime feste questa è una buona opportunità.

A proposito di dicembre, segnaliamo una circostanza particolare: il ritorno delle pellicole in bianco e nero. Ne abbiamo parlato la scorsa settimana sulla programmazione di Roma, di Alfonso Cuaron (che ha riscosso un discreto successo nelle sale tanto che doveva andare per soli tre giorni e invece è stato prolungato). Nei prossimi giorni è prevista l’uscita di Cold War (ne abbiamo scritto lo scorso giugno) dove si parla di una amore tragico, essenziale, e proposto in un bianco e nero, asciutto, pulito, esattamente come Roma.

Sempre per questo mese è atteso nelle sale il cine-documentario su Orson Welles, tratto ma materiale in possesso della figlia e mai visto prima. Anche questo per buona parte in bianco e nero. È interessante osservare che quando si tratta di puntare su immagini di qualità alcuni registi o produttori propongono di escludere il colore dalla loro visione cinematografica (e girare in pellicola invece che in digitale). Esprimiamo un giudizio per quanto abbiamo visto sia per Roma che per Cold War (sul quale torneremo la prossima settimana): un risultato decisamente apprezzabile, meritevole per tutta l’attenzione che hanno finora ricevuto nei vari paesi dove finora sono stati proiettati.

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