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Chi usa il gas? L’importanza di questo combustibile per l’Italia

Il gas naturale ricopre una importanza fondamentale anche per molti settori industriali del nostro paese – I clienti residenziali e commerciali rappresentano il 35% del consumo nazionale.

Chi usa il gas? L’importanza di questo combustibile per l’Italia

E’ ormai da diversi anni che si discute sulla grande importanza che il gas naturale ha per l’Italia. Politica e imprese dibattono su come rendere più sicure le forniture, su come aumentarne la quantità, sui possibili nuovi fornitori. Tuttavia se la grande rilevanza del gas è un concetto ormai consolidato presso gli operatori, forse non lo è altrettanto per i non addetti ai lavori, ovvero per la stragrande maggioranza delle persone che il gas lo consumano tutti i giorni. Per gli utenti finali gas significa ancora essenzialmente cottura dei cibi e, in alcuni casi, riscaldamento. Ovviamente il gas non serve solo a questo e la sua importanza investe campi assai più vasti di quelli, pur importanti, citati in precedenza.

Innanzitutto, il gas ha un ruolo centrale nella generazione elettrica. Dopo l’uscita dell’Italia dal nucleare, col il petrolio e il carbone bloccati per le loro elevate emissioni, il gas naturale, insieme alle rinnovabili, è diventato il combustibile per eccellenza delle centrali elettriche italiane. Il gas naturale, infatti, è il combustibile fossile con le minori emissioni di CO2, con la più elevata efficienza nella produzione e inoltre si caratterizza per una grande flessibilità di utilizzo: a differenza di carbone e nucleare, le centrali a gas possono essere accese e spente con relativa facilità. Tutte queste caratteristiche hanno fatto sì che a partire dalla fine degli anni ’90, la grande maggioranza delle vecchie centrali a olio combustibile e a carbone sia stato sostituito con moderne centrali a gas a ciclo combinato. Oggi le centrali elettriche assorbono ben il 35% di tutto il gas consumato in Italia: più della metà dell’elettricità prodotta in Italia utilizza il gas come combustibile. In altre parole se guardiamo le lampadine accese nelle nostre case, il 50% funziona a gas, prevalentemente gas russo e nord africano. Questa immagine, forse più di mille grafici o tabelle, rende l’idea dell’importanza del gas per il nostro paese e di quanto sia critico il tema della dipendenza. Con il ripensamento dell’opzione nucleare, molto probabilmente, il ruolo del gas nella generazione elettrica è destinato ad accrescersi.

Il gas naturale ricopre una importanza fondamentale anche per molti settori industriali del nostro paese. Parliamo di quei comparti che necessitano una elevata quantità di calore nei loro processi produttivi: ad esempio, laterizi, carta, metalli, vetro, gesso e ceramica. Trattasi, come è evidente, di comparti di grande rilevanza e strategici per il paese: solo per dare un ordine di grandezza, essi generano quasi il 7% del PIL italiano. In passato le industrie di questi comparti utilizzavano in prevalenza caldaie a olio combustibile ma gli obblighi del protocollo di Kyoto, da un lato, e la maggiore efficienza del gas, dall’altro, hanno spinto all’utilizzo di quest’ultimo combustibile. Ad oggi l’industria consuma circa il 30% del gas utilizzato in Italia. Non è del tutto chiaro quali possano essere le dinamiche future in quanto due trend configgenti si stanno scontrando. Da un lato molte piccole e medie imprese, spinte da una crescente attenzione ai costi, stanno sostituendo caldaie obsolete con moderni apparecchi a gas. D’altro canto, gli elevati costi dell’energia in Italia, gas compreso, stanno mettendo sempre più sotto pressione i settori energivori, le cui aziende sono spesso costrette a una difficile scelta tra la chiusura e la delocalizzazione. Sembra, purtroppo, che il secondo fenomeno sia di maggiore intensità rispetto al primo.

I clienti residenziali e commerciali rappresentano il 35% del consumo nazionale. Gli usi sono essenzialmente la cottura, la produzione di acqua calda sanitaria e il riscaldamento. Negli ultimi anni sono cresciuti in sopratutto questi ultimi due, trainati dalla sostituzione delle vecchie caldaie a olio e dei boiler elettrici con moderne caldaie a condensazione. Ad oggi gli spazi di crescita per gli usi residenziali non sembrano amplissimi. Sicuramente rimane un margine non irrilevante per la sostituzione di vecchi apparecchi per il riscaldamento, ma questi sono bilanciati da una serie di fattori non certo favorevoli, in particolare:

  1. Scarsa crescita demografica della popolazione italiana
  2. Concorrenza delle tecnologie alternative, soprattutto pompe di calore e solare termico
  3. Sviluppo dell’efficienza energetica

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