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Champions, l’Inter frena: Roma, Atalanta e Lazio in agguato

L’Inter delude a Udinese e non va oltre lo 0-0 mettendo a rischio la sua posizione di Champions – La Roma a Genova e il big match Lazio-Atalanta contano di inserirsi nella volata finale.

Champions, l’Inter frena: Roma, Atalanta e Lazio in agguato

A piccoli passi verso l’obiettivo. L’Inter torna da Udine con un pareggio che, come si dice in questi casi, “fa classifica”, anche se non chiude definitivamente i giochi in chiave Champions. Lo 0-0 della Dacia Arena, inoltre, certifica la pareggite dei nerazzurri, al quinto no contest delle ultime sei esibizioni: segno di solidità, ma anche di scarsa vena offensiva e, forse, di poco coraggio. Un successo ieri, come contro Atalanta, Roma e Juventus del resto, avrebbe potuto blindare la qualificazione in Champions invece l’Inter, proprio come negli scontri appena citati, ha preferito accontentarsi del punto, della serie “meglio poco che nulla”. Va anche detto che la squadra di Spalletti ha sbattuto contro un grande Musso, migliore in campo di un’Udinese solida e per nulla rinunciataria, da ieri molto più vicina alla tanto agognata salvezza. E il tecnico, oltre al punto di cui stiamo parlando, ha incassato un qualcosa che, se fosse confermato dai fatti, varrebbe molto, ma molto di più.

“Portiamo in porto l’imbarcazione il prima possibile, poi vedremo il futuro: sicuramente con Spalletti, ma andremo a organizzare i programmi” ha esclamato Marotta nel prepartita, rilanciando così in maniera importante le quotazioni del buon Luciano. Tutto però è legato alla qualificazione in Champions e questa, seppur vicina, non è ancora del tutto al sicuro. “Colpa” dell’Udinese, autrice di una gara intensa e coraggiosa, ma anche, se non soprattutto, del portiere Musso, insuperabile di fronte ai tentativi di Nainggolan, De Vrij e Keita e fortunato sul palo di Martinez. “Abbiamo fatto una buona prestazione, questo è ciò che conta dal mio punto di vista – l’analisi di Spalletti. – Abbiamo costruito tante occasioni da gol e siamo stati ordinati nel non subire le ripartenze dell’Udinese. Il possesso palla che facciamo è la chiave della nostra fase difensiva. Tenere palla e dominare un po’ la partita non ti fa prendere gol, oltre alla qualità individuale dei calciatori che sanno marcare molto bene in difesa. L’unico rammarico è aver creato tante occasioni da gol pulite e non averle sfruttate”.

Il risultato di Udine rende ancor più interessanti le partite delle altre, chiamate non solo a inseguire il quarto posto ma anche ad insidiare il terzo. In attesa di Milan-Bologna di domani, toccherà alle romane farà la propria mossa, con i giallorossi impegnati nell’insidiosa trasferta di Marassi contro il Genoa (ore 18) e i biancocelesti nello scontro diretto dell’Olimpico con l’Atalanta (15). Partite delicatissime e cariche di tensioni, tanto più dopo le conferenze della vigilia che, se possibile, le hanno rese ancor più infuocate. Ha cominciato Ranieri rispondendo a una domanda su Lazio-Inter del 2010, quando il popolo biancoceleste tifò spudoratamente per l’allora squadra di Mourinho, nel tentativo di contrastare le ambizioni scudetto dei giallorossi. L’accusa di essersi “scansati” sembrava finita nel dimenticatoio fino a quando Sor Claudio, evidentemente ancora arrabbiato (era lui, infatti, l’allenatore di quella Roma), ha affermato che la Lazio, secondo lui, perse volutamente quella partita e chissà che non possa rifarlo anche oggi, così da favorire l’Atalanta nella corsa Champions.

“Così è stato, fu così! – le parole del tecnico giallorosso. – Ma non mi interessa, a queste cose deve pensarci la Lega. Io penso ad allenare, sono sempre stato leale, questo per me è importante”. Ad ogni modo sembra difficile, per non dire assurdo, che la Lazio, anch’essa ancora in corsa per il quarto posto, possa non prendere seriamente la gara con i bergamaschi solo per sfavorire la Roma: va bene la rivalità ma questo sarebbe masochismo allo stato puro. “Questa partita è importantissima per noi, è decisiva per la nostra corsa all’Europa – ha confermato Inzaghi. – Affronteremo con rispetto una squadra forte, ma con la consapevolezza che noi lo siamo altrettanto”. “L’obiettivo delle polemiche di Ranieri in realtà è l’Atalanta: siamo davanti e in tanti sperano che cadiamo – ha ribattuto Gasperini. – Non ci resta che sorridere e giocare: non ce la prendiamo affatto. Tutti sperano nella combinazione di risultati migliore possibile per sé, non abbiamo tempo di entrare in questi meccanismi perché se non facciamo errori non ci prendono e non abbiamo bisogno di guardare in casa d’altri”.

Insomma, tutti promettono battaglia, Genoa di Prandelli compreso, costretto a cercare i punti salvezza al cospetto della più quotata Roma. Ranieri, che su questo campo terminò la sua avventura giallorossa nel 2011 (sconfitta per 4-3 e successive dimissioni), riproporrà il 4-2-3-1 con Mirante in porta, Florenzi, Manolas, Fazio e Kolarov in difesa, Cristante e Nzonzi a centrocampo, Zaniolo, Pellegrini ed El Shaarawy alle spalle dell’unica punta Dzeko. I rossoblu risponderanno con il consueto 3-5-2 con Radu tra i pali, Biraschi, Romero e Zukanovic nel reparto arretrato, Lazovic, Lerager, Radovanovic, Veloso e Criscito in mediana, Lapadula e Kouamé in attacco. Formazioni tipo anche all’Olimpico, dove Lazio e Atalanta si affronteranno in un vero e proprio spareggio Champions. Inzaghi deve rinunciare allo squalificato Lulic e all’infortunato Milinkovic-Savic, per il resto 3-5-2 d’ordinanza con Strakosha in porta, Luiz Felipe, Acerbi e Bastos in difesa, Romulo, Parolo, Lucas Leiva, Luis Alberto e Marusic a centrocampo, Caicedo e Immobile in attacco.

Nessun problema invece per Gasperini, che potrà affidarsi al classico 3-4-2-1 con Gollini tra i pali, Mancini, Palomino e Masiello nel reparto arretrato, Hateboer, Freuler, De Roon e Castagne in mediana, Ilicic e Gomez alle spalle dell’unica punta Zapata. Terminate le emozioni della corsa Champions e in attesa del monday night di San Siro, sarà il San Paolo ad accendere i riflettori per il posticipo domenicale della 35esima giornata. A dire il vero Napoli-Cagliari non offre chissà quali risvolti di classifica, visto che gli azzurri hanno da tempo il controllo sul secondo posto e i rossoblu sono ormai sicuri della salvezza. La grande curiosità, semmai, sta nell’accoglienza che il pubblico riserverà agli uomini di Ancelotti, già contestati a Frosinone, in particolare a Insigne, di nuovo in campo dopo le polemiche delle scorse settimane. “Mai pensato di cederlo, la sua volontà è di prolungare e noi siamo contenti che resti – ha glissato il tecnico azzurro. – Il malessere di alcune situazioni è legato al legame debole con le proprietà, soprattutto quando sono straniere. Il caso della Roma è emblematico, ma il tifoso deve essere focalizzato sulla maglia e non sul nome del proprietario”.

Ad ogni modo un successo, possibilmente convincente, sul Cagliari aiuterebbe non poco a ristabilire un buon rapporto con la piazza e il Napoli proverà a ottenerlo affidandosi a un 4-4-2 con Meret in porta, Malcuit, Koulibaly, Albiol (di rientro dall’infortunio) e Ghoulam in difesa, Callejon, Zielinski, Fabian Ruiz e Younes a centrocampo, Insigne e Mertens in attacco. Consueto 4-3-1-2 per Maran, che proverà a festeggiare il rinnovo di contratto firmato in settimana con Cragno tra i pali, Srna, Pisacane, Ceppitelli e Pellegrini nel reparto arretrato, Padoin, Cigarini e Ionita in mediana, Barella a supporto della coppia offensiva formata da Thereau e Pavoletti. 

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