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Champions, la Juve fa la Juve ma l’Atalanta fa l’impresa storica

La Juve, già qualificata, stende facilmente il Bayer Leverkusen ma l’impresa del giorno è quella dell’Atalanta in Ucraina che conquista il suo primo passaggio agli ottavi di Champions con una vittoria storica

Champions, la Juve fa la Juve ma l’Atalanta fa l’impresa storica

La Juventus chiude in bellezza, ma la grande notizia di serata è un’altra. L’impresa dell’Atalanta infatti si merita tutti i riflettori del caso, proprio come si confà a chi scrive la storia. E la squadra di Gasperini l’ha scritta, eccome se l’ha scritta: la qualificazione agli ottavi di Champions è un qualcosa che resterà per sempre, tanto più dopo un inizio di girone che lasciava presagire scenari completamente diversi.

Le prime tre partite si erano concluse senza punti e con 2 soli gol fatti, a fronte di 11 (!) subìti: pensare di restare in corsa anche solo per l’Europa League era francamente troppo, anche per i più ottimisti. Ma Gasperini, da anni ormai avvezzo ai miracoli, ne ha fatto un altro, senza dubbio il più grande della sua carriera, riuscendo addirittura a qualificarsi agli ottavi di Champions. Una rimonta nata fermando il City (quando non era ancora passato), vincendo con la Dinamo e, soprattutto, ieri a Kharkiv, a spese di uno Shakhtar molto più abituato a certi palcoscenici eppure surclassato sotto ogni punto di vista.

Gli ucraini hanno commesso l’errore di pensare più al risultato di Zagabria che al loro, provando a vincere solo nel breve periodo in cui i croati sono stati in vantaggio sul City, poi, dopo il poker degli inglesi, hanno preferito gestire lo 0-0, risultato che, se portato a termine, sarebbe valso il passaggio agli ottavi. Ma consegnarsi all’Atalanta, come ormai hanno imparato tutti in Italia, è quanto di più sciocco si possa fare e infatti, una volta preso il controllo del match, è stata lei a vincerlo, segnando prima con Castagne (66’), poi con Pasalic (80’), infine con Gosens (94’), per un tris che ha letteralmente mandato in estasi Bergamo, scesa in strada a celebrare i suoi eroi fino a notte fonda.

“È un risultato grandioso, sentivamo la possibilità di fare la storia: quanto ti capitano queste occasioni bisogna cercare di sfruttarle e noi ci siamo riusciti – il commento entusiasta di Gasperini. – Siamo contenti per tutta Bergamo, per tutta l’Atalanta e anche per tutto il calcio italiano. Abbiamo acquisito credibilità a livello internazionale, l’abbiamo fatto contro una squadra forte e devo dire che è stato un girone molto equilibrato”.

A completare il grande mercoledì del calcio azzurro ci ha poi pensato la Juventus, vincendo a Leverkusen nonostante una qualificazione già in cassaforte da tempo. In palio, quantomeno per i bianconeri, non c’era nulla se non la voglia di tornare a sorridere dopo la sconfitta di Roma, oltre che di vedere all’opera alcuni giocatori sin qui poco utilizzati. È il caso soprattutto dei difensori, visto che la coppia Demiral-Rugani non si era mai vista, ma anche di De Sciglio e di Rabiot: ebbene, francese a parte (il suo rendimento è ormai un caso), gli altri hanno risposto presente alla chiamata di Sarri, su tutti l’ex difensore del Sassuolo, autore di una prova convincente.

A fare la differenza però sono stati gli attaccanti e anche qui il tecnico può tornare a Torino soddisfatto. Ronaldo, al di là del gol con cui ha sbloccato la partita (75’), ha confermato quella crescita atletica già intravista a Roma, Higuain ha timbrato il cartellino con un bel sinistro (92’), Dybala ha ribadito, se ancora ce ne fosse bisogno, come il suo genio sia assolutamente imprescindibile, tanto più per un allenatore che cerca il bel gioco quasi come i punti.

Non può essere un caso infatti che i gol della Juve siano arrivati dopo il suo ingresso al posto dello spento Bernardeschi, e se è vero che il “tridente pesante” può essere rischioso nelle partite “vere”, lo è anche la sua evidente efficacia, ancor più in campo internazionale dove qualità e classe hanno spesso la meglio sui tatticismi nostrani.

“Non lo so se li potremo vedere insieme dall’inizio, qui ho aspettato che ci fossero le condizioni giuste – ha glissato Sarri. – Era una gara pericolosa per le motivazioni, essendo già qualificati, invece la squadra ha fatto una buona partita a livello di applicazione, anche se con qualche errore tecnico di troppo. Ora possiamo pensare al sorteggio, sono rimaste sedici squadre quindi c’è il meglio dell’Europa e chiunque ti tocchi è di grande spessore: detto ciò, credo che tutti vogliano evitare il Real Madrid…”.

Già, perché lo spauracchio maggiore nell’urna delle seconde è proprio la squadra di Zidane, seguita dal Chelsea di Lampard e dal Tottenham di Mourinho: molto meglio prendere una tra Lione e Borussia Dortmund, squadre con cui la Signora partirebbe nettamente favorita. Non potrà invece fare molti calcoli l’Atalanta, che a parte Valencia e Lipsia può trovare Barcellona, Bayern Monaco, Liverpool e Psg. Ma forse, arrivata a questo punto, la Dea sogna proprio un gigante del calcio mondiale, per tentare di mettere a segno l’ennesimo miracolo di questo incredibile ciclo Gasperini.

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