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Carrefour, perdite alle stelle costringono il gruppo a rivedere l’outlook al ribasso per il 2011

Il secondo retailer europeo ha registrato nel primo semestre una perdita di 248 milioni di euro. Il Gruppo francese ha tagliato l’outlook per sull’utile operativo del 2011 del 15%. Il lieve aumento del fatturato si deve ai Paesi emergenti. Male le performance di Francia, Italia e Grecia.

Carrefour, perdite alle stelle costringono il gruppo a rivedere l’outlook al ribasso per il 2011

Carrefour, il secondo maggiore gruppo mondiale della grande distribuzione, chiuderà in rosso il 2011. Il retailer francese ha registrato una perdita netta di 249 milioni di euro nel primo semestre dell’anno: un risultato pessimo se confrontato con l’utile di 97 milioni di euro dello stesso periodo dello scorso anno. Gli analisti non si aspettavano che Carrefour riportasse cifre positive, ma la perdita ha superato anche le previsioni più pessimiste (31 milioni secondo il consensud di Dow Jones Newswires).

Questo risultato ha costretto il Gruppo a rivedere al ribasso l’outloook sull’utile operativo per il 2011, tagliando le sue stime del 15%. Anche la politica di riduzione dei prezzi, che il retailer ha avviato per invertire la perdita di quote di mercato in Francia e in Europa, peserà sui conti alla fine dell’anno. Nei primi scambi alla Borsa di Parigi il titolo perdeva più del 4%, sotto la soglia dei 18 euro ad azione.

“Carrefour ha registrato una crescita delle vendite nel primo semestre 2011, grazie ai mercati emergenti, ma i risultati non sono stati soddisfacenti, con una performance deludente della Francia e di importanti spese non correnti”, ha dichiarato l’amministratore delegato del Gruppo, Lars Olofsson. Il fatturato è infatti in lieve aumento a 39,6 miliardi di euro, da 38,71 miliardi dello stesso periodo dello scorso anno.

Nel primo semestre il risultato operativo corrente è diminuito del 22% a 772 milioni di euro. Tale risultato “riflette principalmente la prestazione negativa della Francia, della Grecia e dell’Italia”, ha spiegato Olofsson. I risultati di questi primi sei mesi sono stati influenzati da spese non correnti di 884 milioni di euro, di cui 516 milioni di euro di oneri da deprezzamento dell’attivo e 490 milioni di euro di oneri fiscali. Di questi ultimi, 268 milioni sono stati accantonati in scorte eccezionali per il rischio fiscale in Spagna, ha precisato il Gruppo.

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