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Caos Imu: l’Ocse è con Monti, il Pdl no

Per l’Ocse la vera priorità è tagliare le imposte sul lavoro – Monti: “Quella per l’Imu è un’ossessione morbosa” – Brunetta: “Non è vero, l’imposta sulla casa ha depresso la nostra economia” – Fassina: “Più utile evitare aumento Iva e ticket sanitari” – Gasparri: “Letta ormai ha preso un impegno”.

Caos Imu: l’Ocse è con Monti, il Pdl no

Imu o non Imu? Questo è il problema. O forse no. Mentre il neopremier Enrico Letta conclude il suo tour europeo e torna a Roma per trarne le conseguenze, la politica italiana continua ad arrovellarsi intorno alla questione della tanto odiata imposta municipale unica. E nel dibattito si è inserita anche l’Ocse, che oggi ha presentato il suo ultimo rapporto sull’economia del nostro Paese.  

Secondo il capo economista dell’Organizzazione, Gian Carlo Padoan, l’obiettivo principale per l’Italia non è affatto l’abolizione dell’Imu, ma “la ripresa e l’occupazione” e “la scelta fiscale coerente con queste priorità e l’abbattimento del costo del lavoro: altre scelte andranno prese più tardi, ma andrà garantita una copertura”; in ogni caso, “se il governo vuole proseguire sulla strada della crescita, la prima cosa da tagliare sono le imposte sul lavoro”. A rincarare la dose ci ha pensato Angel Gurrìa: “L’Imu non è un’imposta che provoca una distorsione nelle scelte economiche”, ha detto il segretario generale dell’Ocse.

Ma l’intervento che più di tutti ha scatenato le reazioni dei politici italiani è stato quello di Mario Monti. “In questo momento c’è un tema di accesa discussione, che è il tema dell’Imu – ha detto l’ex premier –. Si tratta di un tema importante per imprese e famiglie, un tema rilevante, ma non degno della considerazione esclusiva e quasi morbosa del dibattito politico attuale. Credo – ha aggiunto Monti – che ci siano problemi molto grossi nell’economia italiana di eccesso di carico fiscale, ma soprattutto credo ci sia un grandissimo problema, non ancora adeguatamente affrontato, di competitività”.

Secondo Monti “c’è un fondamentale problema di mancata crescita per l’economia italiana” e le cause di questa situazione “non sono sufficientemente al centro del dibattito politico attuale”.

Al Professore ha replicato Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl, sostenendo che “l’Imu non è affatto un’ossessione morbosa”, dal momento che “l’introduzione di questa odiosa tassa da parte del governo Monti ha depresso la nostra economia: nel 2012, le compravendite immobiliari si sono ridotte del 23,7%, i mutui del 39.5%, la produzione nelle costruzioni è diminuita del 13,6% e gli investimenti del 7,6% (dati Ance)”.

Inoltre, secondo Brunetta, “la tesi del governo Monti, secondo cui la pressione fiscale italiana sugli immobili fino al 2011 rappresentava u’anomalia, in quanto troppo bassa, rispetto alla media dei principali paesi europei, è infondata. Nel 2010 l`Italia aveva una tassazione patrimoniale diretta della proprietà immobiliare dello 0,70% del Pil, perfettamente in linea con lo 0,69% della media dei paesi Ocse. In seguito all`introduzione dell`Imu del governo Monti, la percentuale dello 0,70% è aumentata all`1,35% del Pil, cioè quasi raddoppiata”.

Dal fronte del Partito Democratico, il responsabile economico Stefano Fassina sceglie la via del pragmatismo: “Cancellare l’Imu? – ha detto oggi a radio 24 –. Io ne faccio un discorso pratico: se improvvisamente troveremo 10-12 miliardi da spendere ben venga, ma non sarà così. Meglio evitare l’aumento dell’Iva che pesa sui consumi e quindi sull’attività produttiva delle imprese e sul lavoro e cancellare l’aumento dei ticket previsto per il 2014. Queste misure sarebbero più eque e utili all’economia”.

Fassina ha poi ricordato come in campagna elettorale anche il Pd abbia “proposto di intervenire in modo incisivo sull’Imu, innalzando la detrazione per la prima casa da 200 a 500 euro. Ma parliamoci chiaro: dal primo luglio avremo un aumento dell’Iva che vale 4,5 miliardi; dal primo gennaio 2014 un aumento dei ticket sanitari che vale 2 miliardi. Che senso ha togliere l’Imu e far risparmiare a una famiglia 100 euro l’anno quando noi poche settimane dopo gli facciamo pagare l’Iva che costa in media 200 euro all`anno, più i ticket?”.

Ma il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, ha ribadito che il Pdl non vuole sentire ragioni: “Sull’Imu non si torna indietro rispetto a quanto ha detto lo stesso Presidente del Consiglio Letta, che si è impegnato in Parlamento. Ed anche sul lavoro l’impegno dell’esecutivo andrà subito indirizzato verso la sostanziale attenuazione della tassazione. Un doppio binario sul quale è indispensabile agire subito”.

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