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Canone Rai in bolletta: Consiglio di Stato boccia il decreto, tutto da rifare

Il decreto contenente l’inserimento del canone Rai in bolletta elettrica è da rifare. Lo afferma il Consiglio di Stato, bocciando il testo che era stato emanato dalla Guidi – Una battuta d’arresto che potrebbe rallentare la tempistica prevista da Palazzo Chigi ponendo a rischio la prima scadenza di luglio.

Canone Rai in bolletta: Consiglio di Stato boccia il decreto, tutto da rifare

Il Consiglio di Stato ha bocciato il decreto sul Canone Rai. A rischio il rispetto della tempistica prevista dal Governo in base alla quale l’imposta dovrebbe essere inserita nella bolletta elettrica di luglio. La norma resta valida e in vigore, tuttavia il Consiglio ha osservato che il decreto attuativo dello Sviluppo Economico contiene delle imprecisioni che andranno corrette: non contiene una “definizione di apparecchio tv”, né riferimenti al fatto che il canone vada versato una sola volta anche se in casa ci sono più televisori.

Secondo i tecnici è dunque  necessario chiarire che ogni famiglia dovrà versare un’unica volta e solo ed esclusivamente se possiede una tv che riceve i programmi in modo diretto “oppure attraverso il decoder”.

Il Consiglio di Stato osserva inoltre che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l’elevata mole di dati che si scambieranno gli “enti coinvolti, cioè Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private”. Il decreto del ministero non prevede alcuna “disposizione regolamentare” che assicuri il rispetto della normativa sulla protezione dei dati personali.

Il provvedimento, secondo l’organo amministrativo, sarebbe anche poco chiaro, soprattutto nel passaggio in cui regola le categorie di utenti soggetti al pagamento dell’imposta, così come nel capitolo in cui si parla dell’autocertificazione da inviare all’Agenzia delle Entrate per attestare di non possedere un apparecchio tv.

Gli adempimenti in capo a chi non deve versare il balzello sono tali da imporre allo Stato una campagna d’informazione capillare, che il decreto però non prevede. Infine il Consiglio di Stato punta l’indice sul fatto che il ministero dell’Economia non ha dato un formale via libera, limitandosi l ad una presa d’atto della sua esistenza di questo atto. In assenza del “concerto”, però, si rischia di inficiare la “correttezza formale” dell’iter amministrativo.

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