Condividi

Calcioscommesse, verifiche sugli assegni di Buffon. Oggi si decide per le scarcerazioni

Mentre il portiere e il suo legale continuano a ostentare tranquillità, la GdF di Torino sta esaminando la matrici di tutte le giocate del 2010 presso la tabaccheria di Parma per capire se possono far risalire a Buffon – Oggi a Cremona interrogatori e possibili scarcerazioni per Mauri e Milanetto – Avanti il processo sportivo: tocca alle arringhe difensive.

Calcioscommesse, verifiche sugli assegni di Buffon. Oggi si decide per le scarcerazioni

Oggi con tutta probabilita’ il gip di Cremona Guido Salvini decidera’ se scarcerare i calciatori arrestati lunedi’ scorso nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse. In carcere si trovano ancora, tra gli altri, il capitano della Lazio e il giocatore del Genoa Omar Milanetto le cui versioni sembrano non aver del tutto convinto gli inquirenti cremonesi. Mauri, che sta studiando in cella la corposa documentazione dell’inchiesta, si e’ sostanzialmente dichiarato estraneo alle combine di Lazio-Genoa e Lecce-Lazio che gli sono contestate. Intanto proseguono indagini e interrogatori, intorno a tre casi particolarmente spinosi.

BUFFON – “Non esiste alcun elemento che faccia pensare che Buffon possa essere coinvolto nell’indagine. Non ci e’ stato notificato nulla e non vedo perche’ dovrebbe arrivare”. Sono le parole di Marco Valerio Corini, legale del portiere della Juve e della nazionale. Ma la situazione di Buffon resta alquanto dubbia, considerando che la Procura di Torino, che ha trasmesso a Cremona un’informativa che certifica assegni per oltre 1,5 milioni di euro versati dal portiere a una tabaccheria di Parma (abilitata a ricevitoria scommesse) nel corso del 2010, non sembra essere dello stesso avviso. “Questo ufficio – scrive il sostituto procuratore di Torino, Giorgio Parodi, ai colleghi di Cremona – ha accertamenti in corso al riguardo relativi a ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate avvalendosi di soggetti terzi”. Il legale del numero 1 azzurro sostiene che si tratta di soldi destinati all’acquisto di orologi Rolex, ma questa circostanza risulta solo dalla causale di un bonifico da 300mila euro datato 10 settembre 2010. Per tutti i precedenti versamenti c’è però il forte sospetto che fossero destinati al gioco. La verità sarà tutta negli scontrini: di questo è certa la Guardia di Finanza di Parma che ha sequestrato nella perquisizione alla tabaccheria-ricevitoria di proprietà di Massimo Alfieri, le matrici di tutte le giocate del 2010. “La perquisizione nella tabaccheria di Parma non riguarda Buffon”, ha ancora tenuto a precisare Corini, aggiungendo: “Gigi è motivatissimo e vuole fare un grande Europeo”.

BONUCCI – Altro caso spinosissimo è quello del difensore azzurro Leonardo Bonucci, indagato dal 3 maggio ma che a differenza del collega Criscito è stato “graziato” da Prandelli e ugualmente convocato per gli Europei di Polonia e Ucraina. La posizione del centrale bianconero rispetto all’inchiesta sul calcioscommesse è in realtà identica, ma potrebbe essere anche peggiore, a quella di Criscito. La perquisizione della camera in seguito all’avviso di garanzia recapitato all’ex difensore del Genoa, doveva essere effettuata anche per Bonucci, accusato dall’ex compagno ai tempi del Bari Andrea Masiello, in particolare per la partita Udinese-Bari della stagione 2009-10. La decisione del procuratore di Cremona Di Martino di girare la competenza ai colleghi di Bari, ha però ritardato tutto, ma la perquisizione ci sarà.

SCULLI – Il personaggio più controverso di questa fase delle indagini, per il quale però è stata stranamente respinta dal gip la richiesta di custodia cautelare, è sicuramente il calciatore del Genoa Giuseppe Sculli. La sua figura è infatti pericolosamente intrecciata col mondo ultrà, con esponenti dell’ndrangheta calabrese e di conseguenza, aspetto maggiormente rilevante ai fini dell’inchiesta, con la criminalità slava di Genova, che tramite il personaggio di riferimento, lo “zingaro” Safet Altic, e per conto proprio dei clan meridionali, avrebbe le mani su un giro di malavita legato a doppio filo con mafia e ambienti ultrà che avrebbe gestito scommesse illecite nelle stagioni contestate, in Italia e in Europa. “Sul derby di Genova stiamo approfondendo il discorso. Non vi dico altro…”. La frase del pm Di Martino (riferita al derby Genoa-Sampdoria della scorsa stagione, vinto 2-1 dai rossoblù) ha negli ultimi giorni aperto un nuovo fronte, parallelo all’inchiesta che lo scorso lunedì ha portato all’arresto anche di Mauri e Milanetto, che andrebbe pertanto ben oltre le note partite Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, riservando sorprese e “sviluppi improvvisi”, come li ha definiti il gip Salvini. Il ruolo di Sculli in questa vicenda è quantomai inquietante: issato allo status di eroe per aver “convinto” i suoi tifosi a desistere dalla richiesta di far togliere le maglie ai compagni nel corso di Genoa-Siena, e lodato persino in diretta tv dal presidente della Federcalcio Abete, Sculli dopo poche ore da quel fatto era al telefono con gli stessi ultrà (prima Cobretti e poi Leopizzi), ringraziandoli e sparando a zero sulla squadra (“se volete rompergli il culo, vi apro io le porte”). Lo stesso Sculli chiama poi “fratello” Altic, lo guida al telefono nelle strade di Milano (fino a via Montenapoleone) per incontrare una persona di fiducia e la sera stessa lo manda da Kaladze, “pronto a versargli 50 mila euro” per l’acquisto di “porte”. Lo stesso Sculli che ad Altic presta sovente la sua Audi RS6 da 650 cavalli, gli parla di soldi per “l’assicurazione”, per comprare “orologi”, oppure si diverte al telefono sparlando di Luca Toni e pianificando quella che sembra un’estorsione.

PROCURA FEDERALE – E’ iniziato intanto a Roma il processo sportivo, condotto dal procuratore della Figc Stefano Palazzi, e che vede coinvolte in seguito agli atti trasmessi dalla Procura di Cremona e in parte dalla documentazione di Bari (a breve arriverà anche il fascicolo napoletano, dove sono state appena chiuse le indagini che tirerebbero in ballo anche il Napoli), 14 società calcistiche e 39 tesserati, per un totale (finora) di 81 punti di penalizzazione e 340.200 euro di ammenda chiesti per i club, e di 137 anni e 9 mesi per calciatori e dirigenti (per alcuni anche la radiazione).

LE PENALIZZAZIONI RICHIESTE- Per quanto riguarda il Novara, appena retrocessa in serie B, Palazzi ha chiesto 6 punti di penalizzazione da scontare secondo il principio dell’afflittività (ovvero è ancora da stabilire se nell’ultimo o nel prossimo campionato). Stesso principio applicato al Pescara, neopromosso in A, per il quale è stata richiesta la penalizzazione di 2 punti. Cinquantamila euro di ammenda per la Sampdoria, per la responsabilità oggettiva dell’attività illecita commessa da Cristian Bertani. Stessa cifra per il Siena per la responsabilità oggettiva dell’attività illecita commessa da Filippo Carobbio. Tra le altre richieste, addirittura 27 punti di penalizzazione per l’AlbinoLeffe (con 90 mila euro di ammenda). Quindi 10 per l’Ancona, 19 per il Piacenza con 70 mila euro di ammenda. Un punto di penalizzazione per l’Empoli e 6 per il Monza con l’esclusione dalla Coppa Italia. Sono 2 quelli chiesti per il Padova, 1 per il Ravenna e 6 per la Reggina (5 per responsabilità oggettiva per Rosati e 1 per responsabilità presunta di Tamburini).

LE PRIME SENTENZE – Ecco le prime, principali sentenze, emesse in seguito ai patteggiamenti di giovedì scorso: altri due anni di squalifica per Cristiano Doni, venti mesi ciascuno a Carlo Gervasoni, Kewullay Conteh e Filippo Carobbio, sei punti di penalizzazione e 40mila euro di ammenda per il Grosseto nel prossimo campionato di Serie B, penalizzazione di due punti per il Modena in Serie B, penalizzazione di 1 punto e 20mila euro di ammenda per l’Ascoli in serie B, un punto di penalizzazione e 30mila euro di ammenda per la Cremonese in Lega Pro prima divisione nella prossima stagione, 1 punto di penalizzazione al Frosinone in Lega Pro e un’ammenda di 15mila euro per il Livorno.

Commenta