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Calciomercato, il ritorno di Antonio Conte in Italia infiamma il valzer delle panchine: occhio a Inter, Milan, Juve e Roma

L’imminente ritorno di Conte fa traballare soprattutto le panchine di Inzaghi all’Inter e di Pioli al Milan ma anche Juve e Roma sono alla finestra. Ecco tutto quello che può succedere

Calciomercato, il ritorno di Antonio Conte in Italia infiamma il valzer delle panchine: occhio a Inter, Milan, Juve e Roma

Il vento inizia a soffiare. Alla fine della stagione mancano ancora due mesi abbondanti, ma il mercato estivo aleggia nell’aria come un avvoltoio, pronto ad approfittare di chi non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi. Il valzer degli allenatori, del resto, si prepara da ora, sia per chi aspetta di vedere come si concluderanno le cose, sia per chi ha già preso delle decisioni, in un senso o nell’altro.

Per far sì che scattino le danze serve una scintilla e quella ha i connotati di Antonio Conte, il grande big pronto a lasciare i soldi della Premier per tornare sul palcoscenico della Serie A. Il tecnico, di fatto, ha rotto con il Tottenham dopo la pirotecnica conferenza stampa di sabato scorso, il che potrebbe indurre gli Spurs a un clamoroso esonero in corsa: ad ogni modo il rapporto si interromperà in estate, anche perché il diretto interessato vuole l’Italia per questioni familiari. Inter (soprattutto) e Juventus osservano attentamente, Milan e Roma riflettono, anche se molto dipenderà dai risultati.

Inter: Inzaghi verso l’addio, Conte e Thiago Motta le piste più concrete

La panchina più traballante (per la prossima stagione, s’intende) è quella dell’Inter, visto che Marotta ha pubblicamente bacchettato Inzaghi in varie occasioni. La sensazione è che solo un grande traguardo (tipo vincere la Champions, o quantomeno una finale) potrebbero salvarlo, viceversa le parti si separeranno a giugno, a prescindere dai piazzamenti in campionato e Coppa Italia.

Due le alternative concrete e la più suggestiva porta al ritorno di Antonio Conte, disposto a ridursi l’ingaggio (quello attuale di 17 milioni è improponibile) pur di trovare squadra in Italia. Le controindicazioni però vanno ricercate nei rapporti con la società, deterioratisi dopo il burrascoso addio del 2021, così come nelle pretese sul mercato, impossibili da soddisfare per una proprietà sempre alle prese con grosse difficoltà economiche. Da qui si arriva al secondo nome, vale a dire Thiago Motta, che avrebbe dalla sua costi molto più contenuti, oltre che un passato interista da spendere con i tifosi. Il tecnico ha ottenuto una bella salvezza con lo Spezia e si sta ripetendo a Bologna, ma è chiaro che l’Inter rappresenterebbe un triplo salto carpiato verso l’alto, con tutte le incognite del caso.

Milan: fiducia in Maldini e Pioli, ma senza la Champions…

Diverso il discorso del Milan, dove il binomio Maldini-Pioli gode della fiducia della proprietà. I risultati però saranno determinanti, perché se i rossoneri non dovessero qualificarsi alla prossima Champions, ecco che tutto verrebbe messo in discussione, compresi gli artefici dell’ultimo Scudetto. Cardinale, pur non essendo (per sua stessa ammissione) un appassionato di calcio, si troverebbe ad analizzare i perché del fallimento, a cominciare da una campagna acquisti estiva completamente sbagliata, nella quale sono stati spesi 50 milioni (35 solo su De Ketelaere) senza apportare nessun beneficio alla squadra.

Pioli, dal canto suo, dovrebbe rispondere del tracollo avvenuto nel mese di gennaio, del quale, peraltro, si vedono segnali piuttosto sinistri ancora oggi. Insomma, i risultati decideranno il da farsi, altrimenti potrebbe esserci il clamoroso ribaltone: sullo sfondo, oltre al solito Conte, c’è Luis Enrique, molto apprezzato da Massara (i due hanno lavorato assieme a Roma) e dalla stampa internazionale.

Roma: Mourinho scontento delle prospettive, Friedkin sogna De Zerbi

Discorso ancora differente in casa Roma, dove è lo stesso José Mourinho a discutere la sua permanenza. Lo Special One, proprio come Inzaghi e Pioli, resta legato ai risultati, ma la sensazione è che, paradossalmente, potrebbe andarsene anche se dovessero arrivare. Mou, nella prima conferenza stampa da giallorosso, aveva parlato di un progetto triennale, con il terzo anno come apice sia dal punto di vista degli investimenti che degli obiettivi. Tiago Pinto però lo ha smentito diverse volte, raccontando di un’austerity necessaria almeno fino al 2027, il che ha dato decisamente fastidio al tecnico, il cui ruolo di capopopolo, forse, comincia a pesargli più del dovuto. Quel che è certo è che la Roma non farà mai il primo passo, consapevole che Mourinho abbia ancora un ascendente enorme sulla piazza, ma se lui decidesse di andarsene non lo incatenerebbe di certo.

Dan Friedkin poi ha una passione enorme per De Zerbi, dunque per un modello di calcio totalmente diverso, anche se difficilmente il tecnico lascerà il palcoscenico della Premier, dove peraltro è sempre più apprezzato.

Juventus: Allegri guadagna punti, ma molto dipende dalla Giustizia Sportiva

La Juventus è sicuramente un caso a parte, visto che il suo destino è anzitutto legato alla Giustizia Sportiva e a ciò che ne conseguirà. I possibili scenari sono tantissimi ed è inutile stare qui a ripercorrerli in modo dettagliato, ma è chiaro che tra la Champions League (obiettivo possibile nonostante la penalizzazione) e lo spettro della retrocessione c’è un vero e proprio oceano.

Allegri, dal canto suo, sta rispondendo con risultati sempre più convincenti, perché dopo un inizio orribile si è decisamente rialzato, portando la squadra al secondo posto (virtuale), ai quarti di Europa League e in semifinale di Coppa Italia. Inoltre, più per necessità che per scelta, ha lanciato giovani come Fagioli, Miretti e Barrenechea, il che lo avvicina alle linee societarie, votate verso un inevitabile ridimensionamento economico. Dalla sua c’è poi il contratto di altri due anni a cifre piuttosto alte, dunque il matrimonio sembra destinato a prolungarsi almeno per un’altra stagione, a meno che il fronte “contiano” della proprietà non decida di cogliere la palla al balzo e riportare a Torino il capitano, con la consapevolezza che Antonio non rifiuterebbe mai una chiamata dalla “sua” Signora.

Napoli e Lazio legate a doppio filo con Spalletti e Sarri, ma mancano ancora i rinnovi

Gli unici due allenatori sicuri di restare dove sono si chiamano Spalletti e Sarri, anche se con qualche questione ancora da chiarire.

Luciano sta per vincere uno Scudetto storico, inoltre è protagonista di una cavalcata europea senza precedenti, dunque è in una posizione di forza enorme: l’esatto opposto di un anno fa, quando De Laurentiis pensò di esonerarlo, pungendo così il suo smisurato orgoglio. I dissidi sono ovviamente rientrati, ma è chiaro che Spalletti, in scadenza di contratto a giugno, vorrà un bel riconoscimento economico per quanto fatto, oltre che un peso superiore sulle scelte aziendali.

Anche Sarri sta benissimo alla Lazio e Lotito, per ovvi motivi, non può non essere felice per il secondo posto in classifica, oltre che per le “ciliegine” dei due derby vinti in stagione. Il tecnico ha sposato il progetto e vorrebbe restarne alla guida, è evidente però che pretenderà un mercato diverso, a maggior ragione in caso di Champions League: questa rosa, infatti, ha già dimostrato a più riprese di non poter reggere il doppio impegno e le figuracce, si sa, non piacciono a nessuno…

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