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Calcio, pagelle Serie A: Inter e Lazio al top

La squadra che merita il voto più alto in questa prima metà di stagione è l’Inter, nonostante l’eliminazione in Champions League – Clamoroso il flop del Napoli, ma ancora peggio fa il Milan.

Calcio, pagelle Serie A: Inter e Lazio al top

E rieccoci al momento dei giudizi. La fine dell’anno ci porta a dare i primi voti alle big del nostro calcio, seppur con la consapevolezza che gli stessi potrebbero cambiare, in meglio ma anche in peggio, tra qualche mese. Cinque mesi sono comunque più che sufficienti per esprimere giudizi, tanto più che alcuni verdetti sono già stati emessi, alcuni inappellabili. Proviamo dunque a tracciare un bilancio squadra per squadra, precisando però le regole del gioco: le valutazioni si basano sulla stagione in corso, proprio come vuole il calendario calcistico. 

INTER 8 

Un voto in meno per l’eliminazione dalla Champions ma senza quella, del resto, saremmo di fronte alla perfezione. L’Inter è la grande vincitrice di questo primo scorcio di stagione, come dimostra il primo posto in classifica, seppur a parimerito con la Juve. In pochi potevano immaginare un cammino così: 42 punti in 17 giornate, 13 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, 14 gol subiti (miglior difesa del torneo). Il protagonista di ciò è sicuramente Antonio Conte, decisivo sia nelle scelte tecniche che di mercato (vedi Lukaku). Il tecnico si conferma un vincente nato, una sorta di Re Mida capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca, indipendentemente dalla miriade di infortuni che ne ha sicuramente complicato il cammino. Ora però viene il difficile: vincere a maggio, come ben sa lo stesso Conte, è un’altra cosa e richiede un’enorme quantità di fattori. Non sappiamo se questo accadrà, intanto però giudichiamo ciò che abbiamo visto sin qui, dunque un’Inter pronta per tornare grande. 

LAZIO 7,5 

La vera sorpresa della stagione. Qualcuno potrebbe obiettare ricordando l’eliminazione dall’Europa League, noi però siamo convinti che la rosa biancoceleste non avrebbe potuto reggere il doppio impegno e, allo stesso tempo, ottenere certi risultati. Ricordiamoli: terzo posto in classifica con 36 punti, 6 in meno di Inter e Juve ma con una partita da recuperare, più una Supercoppa già in bacheca. Se la Lazio dovesse proseguire così potrebbe addirittura lottare per lo scudetto, ma basterebbe la qualificazione in Champions a confermare l’ottimo voto. Nessuno a inizio stagione pensava che i biancocelesti potessero arrivare così in alto, invece sono lì e proprio l’assenza di impegni europei potrebbe spingerli ancora più su. Complimenti a Inzaghi, ormai allenatore fatto e finito, ma anche a Lotito e Tare, i grandi costruttori di questa macchina davvero interessante, costata infinitamente meno di altre che le stanno dietro ormai da anni. 

JUVENTUS 7 

Bene ma non benissimo. La Juventus è prima in classifica assieme all’Inter e ha superato il girone di Champions senza problemi, dunque un bel voto non glielo toglie nessuno, eppure nel suo percorso sin qui c’è qualcosa che non convince e va ben oltre la Supercoppa persa. La partita di Riad, semmai, ha ribadito i problemi di una squadra che fatica a entrare in sintonia con il nuovo allenatore, tanto da perdere per la seconda volta consecutiva, per giunta con modalità pressoché identiche, con lo stesso avversario. Ora, guai a dimenticare quanto di buono fatto da Sarri, ci mancherebbe: i 42 punti in classifica, il percorso pressoché perfetto in Champions, la ricostruzione di Higuain e Dybala sono dati di fatto e nessuno vuole negarli. La sensazione però è che la sua Juve sia molto più fragile di quelle di Conte e Allegri, fatto sottolineato anche da alcuni senatori, evidentemente preoccupati dai troppi gol subiti. Il progetto di vincere giocando bene è ambizioso e merita fiducia, a patto però di non scordare quella che è la vera priorità del club bianconero. Altrimenti a maggio, per la prima volta dopo 8 anni, potrebbe festeggiare qualcun altro… 

ROMA 6,5 

Una bella sorpresa, anche se non ancora del tutto riuscita. La Roma è tornata competitiva, su questo non c’è dubbio, e anzi ha chiuso il 2019 in crescendo, sia in campo che fuori. Ora, in attesa di vedere cosa accadrà sul fronte societario, è il caso di ragionare sulle sue prospettive tecniche, perché con l’organico che si ritrova ha il dovere di alzare l’asticella e provare a vincere qualcosa, proprio come i cugini laziali. Va detto che la strada intrapresa sembra quella giusta, perché se togliamo le prime due gare d’agosto i giallorossi hanno una media punti da scudetto, oltre che una difesa molto solida. Merito di Fonseca, intelligente nell’adattarsi quasi subito al calcio italiano, ma anche di Petrachi, autore di un mercato ottimo sia negli acquisti che nella gestione dei vari casi interni, tutti prontamente rientrati. Ora non resta che proseguire così, possibilmente senza sottovalutare Europa League e Coppa Italia, trofei alla portata che darebbero gioia e soddisfazione ai tifosi. Il passo definitivo per diventare grandi, del resto, è anzitutto mentale e la Roma sa di dover crescere soprattutto lì. 

NAPOLI 5 

Ed eccoci alle note negative. Il Napoli è stato sin qui insufficiente e solo la qualificazione agli ottavi di Champions ci frena dal calcare ancor più la mano. Ma il passaggio del turno, peraltro in un girone non irresistibile, non può certo salvarlo dalla bocciatura, certificata invece da un campionato che, per la prima volta da tempo immemore, lo vede fuori dall’Europa. Un disastro pagato soprattutto da Ancelotti, che però non può passare come l’unico colpevole. Anche De Laurentiis e i giocatori hanno le loro responsabilità, come si è visto dalla tragicomica vicenda del ritiro, passata alla storia come uno dei più grossi ammutinamenti del nostro calcio. In tutto ciò la patata bollente è passata a Gattuso, chiamato a risollevare la classifica e a giocarsi le sue carte in Champions e Coppa Italia. Missione non facile, perché il Napoli di questa prima parte di stagione è sembrato scarico di testa prima ancora che di gambe, tanto da chiudere l’anno all’ottavo posto, con 18 punti di ritardo su Inter e Juve. Il mercato e Gattuso proveranno a dare una mano ma la strada appare in salita… 

MILAN 4 

Da dove cominciamo? Commentare il Milan di questo 2019/20 è difficile, se non altro perché le falle sono talmente tante da sovrapporsi una sull’altra. Si potrebbe partire da un mercato sbagliato, oppure da un allenatore mandato via (Gattuso) in virtù di uno che doveva “giocare a calcio a testa alta” (Giampaolo), e che invece ha finito per ritrovarsi esonerato ai primi di ottobre, oppure da una strategia societaria non ben definita, nata all’insegna dei giovani per poi ritrovarsi a pregare il 38enne Ibra. La verità è che tutto fa brodo e che non c’è una colpa più grossa di un’altra: il Milan è in ginocchio per tanti motivi e non sembra conoscere il modo di rialzarsi. La sconfitta di Bergamo ha azzerato qualsiasi forma di ottimismo per quella che sembrava una (lenta) risalita, ma soprattutto puntato nuovamente i riflettori sulla coppia Maldini-Boban, rea di aver speso più di 100 milioni per un undicesimo posto in classifica, ad anni luce dalla Champions. Ora è arrivato Ibra e tutti si aspettano possa fare la differenza quasi da solo: possibile, certo, ma altresì difficile. Perché i miracoli, nonostante l’ego smisurato e una certa tendenza all’onnipotenza, non li può fare nemmeno lui. 

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