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Btp: le assicurazioni sorpassano le banche

Secondo Bankitalia, nei primi 9 mesi dell’anno la quota di debito pubblico in pancia alle compagnie ha superato quella nei forzieri degli istituti di credito – Intanto, proprio i titoli di Stato sono al centro delle trattative europee sull’Unione bancaria

Btp: le assicurazioni sorpassano le banche

Mentre i bisticci nella maggioranza scuotono i tassi dei Btp, la storia del debito pubblico italiano registra un avvenimento epocale. Fra gennaio e settembre di quest’anno, le compagnie assicurative hanno superato le banche per valore di titoli di Stato in portafoglio. 

BTP: I NUMERI DI BANKITALIA SU BANCHE E ASSICURAZIONI

Secondo l’ultimo Rapporto di Bankitalia sulla stabilità finanziaria, alla fine del terzo trimestre le assicurazioni attive nel nostro Paese (comprese quelle straniere) avevano in pancia titoli pubblici per 414 miliardi, di cui 350 in obbligazioni italiane. Il capitale degli istituti di credito investito in Bot, Btp e Ctz, invece, si fermava a quota 334 miliardi. 

Il sorpasso è frutto di una dinamica inversa degli investimenti. “Nei primi nove mesi dell’anno – scrive la Banca d’Italia – il valore dei titoli pubblici detenuti dalle compagnie è aumentato da 360 a 414 miliardi di euro, a causa sia dell’acquisto di nuovi titoli sia della rivalutazione di quelli in portafoglio. Alla fine di settembre i titoli pubblici, in prevalenza italiani, rappresentavano il 52 per cento del totale degli investimenti con rischio a carico delle compagnie, un livello ampiamente superiore alla media europea”.

Strategia opposta per le banche, che “in seguito al rientro delle tensioni sui mercati – si legge ancora nel Rapporto – hanno ripreso a vendere titoli pubblici italiani in portafoglio: tra maggio e settembre le cessioni nette sono state pari a 20 miliardi (di cui 16 da parte delle banche significative); per effetto dell’apprezzamento dei corsi, il valore delle consistenze è sceso soltanto di 5 miliardi, a 334 (il 9,7 per cento del totale delle attività, dal 10,1 di aprile)”.

VISCO APRE A NUOVI LIMITI PER I TITOLI DI STATO, MA IN CAMBIO DEGLI EUROBOND

Pochi giorni dopo la pubblicazione di questi numeri, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha lanciato una proposta inedita. Nell’audizione del 4 dicembre davanti alle commissioni Bilancio e Politiche Ue della Camera, il numero uno di Via Nazionale ha detto che – nella trattativa europea per il completamento dell’unione bancaria – l’Italia potrebbe consentire l’introduzione di limiti al valore dei titoli pubblici nei portafogli delle banche, purché le soglie non siano differenziate fra i debitori sovrani e sia prevista comunque una franchigia iniziale abbastanza alta. Si tratta di una richiesta storica dei Paesi del Nord, capitanati dalla Germania. In cambio di questa concessione, secondo Visco, l’Italia potrebbe chiedere l’istituzione di un fondo europeo che emetta Eurobond e riduca così il rischio di liquidità per gli Stati ad alto debito.

UNIONE BANCARIA: LA PROPOSTA TEDESCA RESPINTA DALL’ITALIA

In questo modo la condivisione dei rischi all’interno dell’Eurozona andrebbe addirittura oltre la garanzia comune sui depositi, ultimo pilastro dell’unione bancaria ancora da attuare.

Su questo versante, a inizio novembre Olaf Scholz, vicecancelliere e ministro delle Finanze tedesco, ha scritto in una lettera al Financial Times che la Germania dovrebbe dare il via libera alla garanzia comune sui depositi in cambio di un’altra concessione sui titoli di Stato. Oggi le banche possono considerare i bond pubblici come privi di rischio, di conseguenza non devono accantonare riserve di capitale per tutelarsi da eventuali svalutazioni. Scholz sostiene invece che anche i titoli pubblici debbano essere valutati sotto il profilo del rischio, prendendo come riferimento i rating sui debiti pubblici.

Un cambiamento del genere sarebbe particolarmente dannoso per il nostro Paese, che ha un rating sovrano più basso della Germania e una quota di titoli di Stato in pancia alle banche nettamente superiore. Non a caso, la proposta del vicecancelliere è stata subito respinta dal ministro dell’Economia italiano, Roberto Gualtieri. Sulla stessa linea il governatore Visco, che nella stessa audizione del 4 dicembre si è detto “contrarissimo a dare una ponderazione positiva, perché qui davvero si mette in dubbio il rischio-Paese”.

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