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Brexit in stallo, Mediaset e dividendi bancari sotto i riflettori

Brexit ai tempi supplementari – Fed verso la conferma del Qe – In settimana la Bce decide sui dividendi bancari – In Ferrari sarà Manley il nuovo Ceo?

Brexit in stallo, Mediaset e dividendi bancari sotto i riflettori

Prende il via oggi l’operazione vaccini: 100 milioni di dosi destinati agli Stati Uniti a partire dai primi145 ospedali. Restano in porto invece le navi di Sua Maestà la Regina: per ora non dovranno proteggere capesante e pettini di mare della Manica dai pescatori francesi, cui sarà vietato con la Brexit frequentare le pescose acque britanniche. Ma, nonostante i proclami, né a Londra né a Bruxelles c’è gran voglia di divorzio. E così ieri, a poche ore dall’ora fatale, le due parti hanno deciso di trattare ancora. “Finché c’è vita c’è speranza”, ha detto il premier inglese, per poi avvertire i parlamentari di tenersi liberi attorno a Natale per eventuali sedute straordinarie. La sterlina guadagna posizioni sull’euro (a 0,911), che a sua volta si apprezza sul dollaro (a 1,213). Rientra, per ora, il rischio di un brusco tonfo della City. Ma sono altri i temi rilevanti per il mercato, il cui baricentro si sposta sempre più verso l’Asia.

IN GIAPPONE PRENDE IL VOLO L’ECONOMA

Il segnale positivo arriva dal Giappone. Brilla l’indice Nikkei (+0,6%) grazie al robusto e in parte sorprendente rimbalzo dell’indice Tankan, la più importante rilevazione sulle aspettative delle grandi industrie. Nel quarto trimestre del 2020, grazie a un recupero ampio e generalizzato, l’indice è salito a -10 da -27: il consensus si aspettava -15.

DA INIZIO ANNO MILLE MILIARDI DI DOLLARI IN AZIONI CINESI

Segue la Cina. L’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in rialzo dello 0,5%. Il cross dollaro-yuan stamattina è poco mosso, intorno al 6,53%, ma si annunciano novità epocali per la finanza di Pechino, importanti soprattutto per chi guarda attraverso gli Etf alla Borsa del Drago. Le autorità di Borsa hanno rimosso dai panieri più importanti titoli storici ma ormai poco significativi come Bank of China, sostituendoli con alcuni campioni dei digitali.

Liu Li-gang, capoeconomista di Citigroup citato da Bloomberg, afferma che un diluvio di liquidità si riverserà sulle obbligazioni in yuan. Citigroup si aspetta che alla fine del 2021, ma forse anche prima, il cambio dollaro yuan arrivi su livelli mai visti dall’unificazione della Cina, intorno a sei. Il Financial Times calcola che da inizio anno, sommando azioni ed obbligazioni, gli investimenti esteri in Cina sono arrivati a circa mille miliardi di dollari.

I futures sull’indice S&P sono in crescita (+0,5%) dopo il compromesso sul secondo pacchetto di aiuti d’emergenza raggiunto nelle ultime ore al Congresso degli Stati Uniti. Gli interventi di ristoro e sostegno saranno suddivisi in due tranche: uno da 708 miliardi di dollari, comprendente gli aiuti a disoccupati e piccole imprese, e un altro da 160 miliardi di dollari, che fornirà la copertura alle aziende.

BIDEN SICURO. LA FED VERSO LA CONFERMA DEL QE

Si è chiusa la lunga saga elettorale americana: Joe Biden, forte di 306 suffragi, diventerà presidente grazie al voto del 51,3% dei votanti (contro il 46,7% di Donald Trump e 232 elettori), di cui la Corte Suprema ha respinto il ricorso.

Domani e mercoledì si terrà l’ultima riunione dell’anno del board della Federal Reserve. Per l’occasione, Jerome Powell dovrebbe quantomeno confermare il piano di acquisti di titoli (120miliardi al mese) in vigore da giugno, il più impegnativo programma di sempre che ha portato il bilancio della Fed a superare i 7mila miliardi. I mercati si aspettano parole forti a conferma dei propositi della Banca centrale usa, in linea con quanto affermato dalla Bce.

Non è affatto detto però che i mercati siano pronti ad assecondare nel breve la corsa del Toro. Molto dipenderà dall’andamento dei dati Pmi sulla congiuntura delle principali economie manifatturiere europee, alle prese con la seconda onda della pandemia.

Sul fronte societario, da segnalare nel fine settimana l’annuncio che Astra Zeneca ha acquistato per 39 miliardi di dollari una società biotech leader nell’immunologia, specializzata nella cura delle malattie rare. In settimana riflettori sui conti di FedEx e Nike.

Petrolio Brent in rialzo dello 0,5%, a 50,2 dollari il barile. Oro a 1.834 dollari l’oncia, in calo dello 0,3%.

Finanza pubblica italiana sotto stress per le fibrillazioni sul governo, ma l’esito del confronto nell’Eurozona sul Recovery Fund e le decisioni della Bce offrono un margine di sicurezza ai Btp: gli operatori vedono lo spread in calo.

DIVIDENDI BANCARI: IN SETTIMANA DECIDE LA BCE

Giorni caldi per le banche. In settimana la Banca Centrale Europea dovrà prendere una decisione sui dividendi bancari. La previsione è che i regolatori allenteranno (ma non troppo) i limiti che da marzo vietano la distribuzione degli utili: solo una parte degli istituti potrà pagare una cedola che, secondo le indiscrezioni, non dovrebbe superare il 20% dei profitti. L’assenza di dividendi rischia di condizionare non poco l’attività delle fondazioni ex bancarie.

MEDIASET: LA UE BLOCCA LA LEGGE, MA LA PROCURA È CONTRO BOLLORÉ

Ma l’attenzione sarà concentrata anche su Mediaset e il resto della galassia Berlusconi: venerdì scorso la Procura di Milano, al termine di tre anni di indagini, ha formalizzato l’accusa a Vincent Bolloré e ad Arnaud de Puyfontaine, nel 2016 rispettivamente presidente del consiglio di sorveglianza e Ceo di Vivendi, di aver manipolato le informazioni rivolte al mercato nel tentativo di scalare Mediaset. Ieri, però, un nuovo colpo di scena: Bruxelles ha bloccato la norma salva-Mediaset introdotta nel decreto Ristori. Il tutto alla vigilia di un probabile nuovo intervento del Tar sul congelamento delle azioni del Biscione acquisite dal gruppo francese.

Oggi Stm (0,042 euro) stacca l’acconto dividendo. La scorsa settimana il titolo è sceso del 13%, peggiore performance di Milano.

FERRARI, IN VISTA IL NUOVO CEO: SARÀ MANLEY?

Non è da escludere che già oggi il cda di Ferrari sia chiamato a scegliere il successore di Lou Camilleri, che la scorsa settimana ha rassegnato le dimissioni da tutte le cariche (comprese quelle in Philip Morris), probabilmente per motivi di salute. Tra i possibili successori spicca il nome di Mike Manley, ceo di Fiat Chrysler, che in ogni caso dal 4 gennaio non farà parte del board di Stellantis, la holding di controllo di Fca/Psa.

In Parlamento prosegue l’esame della Legge di bilancio e del decreto con i ristori per i settori più colpiti dalla pandemia.

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