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Brexit, guerra e inflazione: in crisi l’economia del Regno Unito e la BoE parla di scenario “apocalittico”

I dati macroeconomici del Regno Unito sono peggiori rispetto a quelli degli altri Paesi del G7, con l’inflazione che in autunno potrebbe superare il 10%

Brexit, guerra e inflazione: in crisi l’economia del Regno Unito e la BoE parla di scenario “apocalittico”

Prima la Brexit, poi il Covid-19. E di seguito la guerra e l’inflazione. L’economia britannica arranca e il governatore della Bank of England (BoE) non usa mezzi termini per descrivere una crisi che, senza un’inversione di rotta, potrebbe sfociare in una stagflazione o addirittura in una recessione vera e propria.

Parlando soprattutto dei prezzi dei generi alimentari, il numero uno del BoE, Andrew Bailey, usa l’aggettivo “apocalittico” per descrivere lo scenario, mentre il ministro dell’Economia, Rishi Sunak, ammette che “non si può fingere” che Downing Street riesca a trovare sul breve termine soluzioni che riescano ad alleviare la crisi britannica. 

Come sta andando l’economia britannica?

La Brexit, checché ne dicano i suoi sostenitori, ha inflitto un durissimo colpo all’economia britannica e, mentre l’isola stava ancora cercando di contenerne gli effetti, sono arrivati prima il Covid-19 e poi la guerra in Ucraina. 

I dati macroeconomici del Regno Unito parlano da soli. Gli ultimi sono arrivati ieri: l’Indice Pmi elaborato da Markit è sceso a maggio a 54,6 dai 55,8 punti di aprile. L’indice del comparto dei servizi, sempre a maggio, è crollato a 51,8, dai 58,9 punti di aprile, ai minimi degli ultimi 15 mesi. In netto calo anche l’Indice composito, che si è attestato a 51,8 dai 58,2 punti del mese precedente. Alla base dei ribassi, spiega Markit, c’è il peggioramento delle aspettative dovuto al forte rialzo dell’inflazione a maggio.

E ancora, secondo un sondaggio effettuato dalla società Gfk, nel mese in corso la fiducia dei consumatori britannici è scesa in picchiata, calando al livello più basso mai registrato, -40 punti. Si tratta di un dato più basso anche rispetto alla crisi dei subprime del 2008, quando la fiducia dei consumatori era scesa a-39.

Inflazione ai massimi da 40 anni nel Regno Unito

A preoccupare maggiormente gli economisti è però l’andamento dell’inflazione. Secondo l’istituto nazionale di statistica britannico, ad aprile i prezzi al consumo sono saliti del 9% contro il +7% di marzo. Ancora una volta si tratta di un record: è infatti il maggior aumento registrato negli ultimi 40 anni, da quando al Governo c’era Margaret Thatcher, per intenderci. A causarlo è stata l’impennata dei prezzi dell’energia, del cibo e dei trasporti.

Nel dettaglio, il prezzo dei prodotti alimentari il mese scorso è salito del 6%, toccando i massimi da 10 anni. Un aumento causato in gran parte dagli ostacoli agli scambi commerciali innescati dalla Brexit che sono diventati ancora più gravi con la guerra in Ucraina, portando Bailey a parlare di scenario “apocalittico”. 

Va ancora peggio sul fronte energia. Dopo la decisione dell’ente regolatore britannico di eliminare il tetto ai prezzi di gas ed elettricità, il costo delle bollette è salito del 54% ad aprile, mentre secondo le previsioni del Governo i redditi reali nel 2022 subiranno la contrazione più alta mai registrata. Nel frattempo, da inizio anno la sterlina ha perso l’8% e a marzo il Pil è sceso dello 0,1%.

Previsioni fosche per i prossimi mesi

Secondo le previsioni, i costi delle bollette ad ottobre subiranno un ulteriore incremento del 40%, mentre, in base alle stime della Bank of England, in autunno l’inflazione supererà il 10%, accelerando ai ritmi più rapidi del G7.

“Non c’è misura che nessun governo possa prendere in grado di far scomparire dall’oggi al domani” le forze che agiscono a livello globale, ha affermato il ministro del Tesoro, Rishi Sunak, preannunciando l’arrivo di tempi ancora più duri per il Regno Unito. 

Si tratta, infatti, di problemi comuni a molti Paesi europei, acuiti da una guerra che nei prossimi mesi potrebbe portare a conseguenze ancora più gravi. Il problema, in questo caso, è che mentre gli altri Stati dell’Unione hanno la possibilità si sostenersi a vicenda e di prendere iniziative comuni contro il carovita, l’isolamento che il Regno Unito si è auto-inflitto con la Brexit rischia di diventare l’ennesimo ostacolo alla ripresa britannica, condannandola a una stagflazione o, peggio, a una recessione, da cui potrebbe essere difficile uscire.

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