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Brexit, fumata bianca. Bitcoin semina il panico

Theresa May è sbarcata all’alba a Bruxelles per annunciare l’accordo su Brexit: 50 miliardi di sterline alla Ue e status speciale per la frontiera tra Ulster e Belfast – Impennate da brividi per Bitcoin ma l’ora X si avvicina – Basilea 3: salve le regole sui Bot – Banche: sorride Genova, soffre Creval

Brexit, fumata bianca. Bitcoin semina il panico

È suonata l’ora X per Brexit. Theresa May ha lavorato tutta la notte per sciogliere il nodo dell’Irlanda e rispettare così la scadenza di domenica, data limite posta dalla Ue per un’intesa. La Premier britannica è sbarcata a Bruxelles all’alba per annunciare l’accordo sulla fase uno di Brexit: saranno rispettati i diritti dei quattro milioni di europei che vivono a Londra, il Regno Unito s’impegna a versare una cifra attorno a 50 miliardi di sterline. Sarà infine garantito uno status speciale per la frontiera tra l’Ulster e Dublino. Nei primi scambi della mattina europea la sterlina rallenta a 1,3456 (contro 1,3512 della vigilia).

Gli ultimatum vanno di moda non solo per Brexit, ma anche negli Usa. Entro il 22 dicembre dovrà essere pronto il testo definitivo della riforma fiscale di Donald Trump, è la promessa dei repubblicani di Senato e Congresso.

STRESS DA MONETA VIRTUALE. WALL STREET SI AFFIDA ALLO YOGA

Sta per suonare l’ora X anche il Bitcoin. Lunedì partiranno gli scambi ufficiali al Cme di Chicago sulla moneta virtuale, precipitata nella notte a 15 mila dollari da 19 mila, ma che promette oscillazioni da brivido anche oggi. L’ingresso della moneta virtuale nel circuito dei listini ufficiali ha suscitato la dura presa di posizione delle grandi banche Usa, preoccupate per le conseguenze sul mercato dei future. Ma la vera novità è che da lunedì sarà possibile scommettere allo scoperto contro il Bitcoin.

Non mancano, insomma, le emozioni per i mercati. E questo forse spiega perché il titolo leader di Wall Street sia stato ieri Lululemon (+6,43%): la società canadese che produce abiti ed altri accessori per lo yoga ha annunciato un rialzo di vendite e profitti a doppia cifra, indice che il mondo, sovraccaricato di adrenalina, è a caccia di serenità.

BOOM DELL’EXPORT CINESE. VOLA IL PIL DI TOKYO

Meteo Borsa segnala intanto una schiarita sui cieli d’Oriente. Avanza Tokyo (+1,1%) dopo che le statistiche hanno rivisto in forte rialzo il Pil del Sol Levante, in crescita del 2,5% (il doppio del previsto). Ancora più positive le notizie in arrivo dall’economia cinese. L’export è salito a novembre del 12,3%, più del doppio del previsto. Ancora più effervescenti le importazioni (+17.7%). In forte ascesa i listini asiatici e Sidney.

In rialzo anche i mercati americani in attesa dei dati più importanti della settimana: i numeri del mercato del lavoro, l’ultima indicazione prima della riunione sui tassi della Fed, fissata per la prossima settimana. La stima è di 200.000 nuovi posti.

NASCE L’ASSE FORD-ALIBABA

In rialzo sia il Dow Jones (+0,27) che l’indice S&P (+0,24%). L’indice Nasdaq sale dello 0,39% sotto la spinta dei titoli tecnologici. Guida la corsa Facebook (+2,31%) davanti a Google (+1,23%).

In progresso General Electric che ha annunciato il taglio di 12 mila posti di lavoro nel settore turbine. Ford (+1,21%) ha siglato un accordo storico con Alibaba: il colosso dell’e-commerce cinese venderà le auto della casa di Detroit sulla sua piattaforma T mall.

In ascesa il petrolio: Brent a 62,19, Wti a 56,65. A spingere i prezzi la minaccia di scioperi in Nigeria.

L’EUROZONA ACCELERA. MILANO +0,7%

Seduta positiva per le Borse europee, favorite dall’andamento di Wall Street e dalla crescita del Pil dell’Eurozona nel terzo trimestre (+2,6% contro la stima di +2,5%). I future segnalano una partenza al rialzo dei listini europei.

La Borsa di Milano chiude in rialzo sui massimi della seduta, indice Ftse Mib +0,68% a quota 22.459 punti. In ribasso solo Londra (-0,37%) in attesa di novità sull’accordo con la Ue. Segno più in tutta l’Eurozona. Parigi +0,18% e Madrid +0,7%. Avanza anche Francoforte (+0,36%). La produzione industriale tedesca è calata a sorpresa per il secondo mese consecutivo: a ottobre si è registrato un ribasso mensile dell’1,4% ma, commenta il ministero dell’Economia, “il buon andamento degli ordini e, soprattutto, le aspettative commerciali più ottimistiche segnalano il proseguimento di un buon momento per l’industria”. Su anno la produzione industriale tedesca ha registrato una crescita del 2,7%.

BASILEA III, L’ACCORDO SALVA LE REGOLE SUI BOT

In una seduta dagli scambi ridotti al lumicino il tasso del Btp decennale ha segnato il minimo da un oltre anno a 1,67% (-4 punti). Lo spread sul Bund, invariato a 0,29%, è sceso a 167 punti. Il Tesoro ha effettuato in giornata un‘operazione di riacquisto sul Ctz con scadenza 30 maggio 2019 per 450 milioni di euro nominali.

Il mercato guarda già al 2018: secondo Unicredit, l’offerta netta di titoli di Stato italiani, sottratti gli acquisti della Bce, tornerà positiva di una decina di miliardi, per la prima volta dall’inizio del quantitative easing.

L’accordo finale sulle regole di Basilea III, che chiude il capitolo post crisi finanziaria, “è una grande pietra miliare che rende la cornice delle regole sul capitale robusta e che migliora la fiducia nel sistema bancario”. Lo ha dichiarato Mario Draghi, commentando in un comunicato l’intesa raggiunta dal Ghos, l’organismo (da lui presieduto) che guida il Comitato di Basilea.

L’Italia ha un ottimo motivo per festeggiare: non sono state introdotte le temute modifiche alle regole relative all’esposizione delle banche al debito sovrano. L’intesa, frutto di un compromesso a lungo cercato, include anche nuove prescrizioni in materia di ‘output floor’ che verrà introdotto nella misura del 50% a partire dal 2022 per poi salire al 72,5% entro il primo gennaio del 2017.

Intanto è salito a un nuovo livello record il debito Target2 dell‘Italia. Alla fine di novembre le passività del Paese sul sistema di pagamento dell‘Eurosistema ammontavano a 435,883 miliardi di euro rispetto ai 412,443 del mese precedente.

BANCHE: SORRIDE GENOVA, SOFFRE CREVAL

Ad allietare la seduta di Sant’Ambrogio ci ha pensato l’esito positivo dell’aumento di capitale di Banca Carige (+9% a 0,10109 euro). L’operazione si è chiusa con adesioni pari al 66% delle azioni offerte per un controvalore di 331 milioni di euro circa. La tranche riservata agli obbligazionisti subordinati ha ricevuto sottoscrizioni pari al 77% per un controvalore di circa 46 milioni. Vittorio Malacalza ha sottoscritto 87 milioni di azioni Carige esercitando diritti di opzione dell’aumento di capitale, con un investimento di 870 mila euro. In prima persona e attraverso la holding Malacalza Investimenti, l’imprenditore è il primo socio con il 17,6% del capitale della banca.

L’esito felice dell’aumento ha rimosso un macigno dal comparto bancario. Avanza Bper Banca (+3%), davanti a Banco Bpm (+2,6%). Bene anche Unicredit (+1,95%). Ancora vendite invece sul Credito Valtellinese (-6,58% a 1,22 euro). L’agenzia di rating Fitch ha tagliato il rating a lungo termine (IDR) dell’istituto ex-popolare a B- dal precedente BB-. Il downgrade è dovuto secondo Fitch proprio alle indebolite prospettive di redditività del Creval dopo la decisione di accelerare il processo di riduzione dei crediti deteriorati. La decisione porterà a massicce svalutazioni di NPL (sofferenze) che peseranno sul conto economico.

Nel gestito acquisti su FinecoBank (+2,27%) sull’onda dei giudizi positivi degli analisti sulla raccolta di novembre. In rialzo Generali (+0,9%). Giornata generalmente positiva per le blue chip.

MEDIASET-VIVENDI: CONFALONIERI PREVEDE L‘ACCORDO

Ancora in rally Telecom Italia (+2%) che continua a beneficiare delle notizie emerse dall’ultimo Cda del gruppo, tra cui la valutazione dello spin-off della rete. Gli analisti restano positivi sul titolo. Mediobanca ha ritoccato il target price a 1,34 euro da 1,30 euro. Confermato il giudizio Outperform.

Mediaset +0,1%. La società del Biscione spera di trovare un accordo con Vivendi sulla mancata acquisizione di Premium da parte del gruppo francese entro il 19 dicembre, data in cui è fissata un’udienza del tribunale civile. Così ha detto il presidente, Fedele Confalonieri, intercettato dai cronisti nell’intervallo della prima della Scala.

A2A SEGNA IL MASSIMO DAL 2009

Tra le utility, A2A +1,2% a 1,62 euro, massimo dal 2009. Nel lusso acquisti anche su Moncler (+1,56%) e Luxottica (+1,28%). Inverte la rotta Prysmian (+0,22%) dopo le vendite seguite all’acquisizione di General Cable.

Si arresta anche la discesa di Stm, invariata. Liberum Capital ha confermato la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 23 euro. Gli analisti ritengono che la recente debolezza del titolo rappresenti un’occasione di acquisto.

Hanno chiuso in rosso Ynap (-1,5%), vittima di realizzi dopo i guadagni di ieri, Cnh (-1%), frenata dal giudizio negativo di Kepler Chevreux e Buzzi (-1,1%). Tra le mid cap è ripresa la frana di Astaldi (-3,3%).

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