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Brescia e il suo triste declino: duello Bettoni-Calzoni su Camera di Commercio e Brebemi

L’ex presidente della Camera di Commercio di Brescia, Franco Bettoni, risponde ai rilievi critici di Ugo Calzoni esposti su FIRSTonline sui tanti aspetti del declino di Brescia e in particolare sullo stato della CdC e sulla Brebemi: “La CdC di Brescia è stata fino al 2013 la più efficiente d’Italia” – La replica di Calzoni: “A Brescia un nuovo feudalesimo”

Brescia e il suo triste declino: duello Bettoni-Calzoni su Camera di Commercio e Brebemi

E’ duello aperto a Brescia sulle cause del triste declino della Leonessa. L’intervento di Ugo Calzoni, consulente aziendale assai noto e per molti anni braccio destro del presidente della Confindustria Luigi Lucchini, pubblicato il 18 luglio scorso su FIRSTonline sotto il titolo “Scandali, truffe, arresti e rancori: il triste declino di Brescia dallo sport agli affari” ha fatto e fa discutere in città e fuori. In particolare l’ex presidente della Camera di Commercio di Brescia, Franco Bettoni, ha scritto a FIRSTonline per rispondere ai rilievi critici di Calzoni sia sullo stato della stessa Camera di Commercio e che sulla Brebemi. Ecco la sua lettera e la replica di Calzoni.

LA RISPOSTA DI FRANCO BETTONI

In riferimento all’articolo firmato da Ugo Calzoni, apparso su FIRST Online lo scorso 20 luglio, per una dovuta precisione informativa voglio specificare due passaggi fondamentali.

1) Il sistema delle Camere di Commercio italiano si è dotato di un ottimo strumento di benchmarking, denominato “Pareto, un programma di analisi capace di confrontare le performance raggiunte dalle singole Camere. Tale sistema, previsto da una legge dello Stato (DPR 254/2005), utilizza una serie di indicatori per valutare il funzionamento delle organizzazioni evidenziando il grado di efficienza, l’efficacia, la qualità dei servizi, il grado di patrimonializzazione, l’equilibrio economico finanziario, gli investimenti effettuati, gli interventi economici, le loro ricadute sul tessuto economico produttivo e l’incidenza dei costi strutturali. Dunque una analisi ad ampio spettro. Ebbene, in base a tutto questo, per il 2013, ultimo esercizio chiuso sotto la mia presidenza, la CCIAA di Brescia è risultata la prima in classifica, la più efficiente e performante d’Italia. Per sgomberare il campo da qualsiasi possibile dubbio, voglio aggiungere che tutte le decisioni strategiche ed operative sugli investimenti sono state prese, sempre, all’unanimità dei competenti organi statutari.

2) Per quanto riguarda l’autostrada A35 Brebemi, aperta in anticipo rispetto ad Expo 2015, voglio evidenziare la portata dei 6.500.000 utenti che l’hanno utilizzata nel suo primo anno di apertura, impossibile trascurare l’aumento di traffico per lo stesso periodo che si attesta oggi al 107%, dati incontrovertibili che dimostrano il continuo grado di conoscenza, consenso e gradimento dell’utenza, nonché il suo livello di efficienza e sicurezza. Tutto questo nonostante il mancato riequilibrio del Piano Economico Finanziario dovuto dall’autorità centrale per la firma dell’accordo convenzionale con la nostra Concedente CAL.

LA REPLICA DI UGO CALZONI

Franco Bettoni ha guidato la Camera di Commercio di Brescia per 22 anni, ricoprendo nel contempo (come ha censito il sindacalista Dario Ballotta) ben 30 incarichi presidenziali o di consigliere in altrettanti Enti, Istituzioni e società. Un impegno continuativo nel tempo, esercitato con poteri quasi assoluti, sostenuto da un diffuso consenso da parte della politica e dell’economia locale, disponendo di una “cassa” di diritti camerali tra le più pingui d’Italia. Eppure il nuovo presidente della Cdc, Giuseppe Ambrosi, ha dovuto mettere mano ai conti per restituire equilibrio economico all’Ente, garantire i servizi istituzionali e, pur ridimensionati, quelli attesi dalle imprese. Infatti ad entrate pressappoco stabili la prima azione è stata quella di tagliare le iniziative promozionali dell’economia del territorio da 14 milioni di euro a solo 5 milioni. Né si poteva fare di meglio.

Nel frattempo è svanito definitivamente il sogno fieristico della Città dopo aver bruciato nei solo ultimi quattro esercizi oltre 10 milioni di euro. Anche la chimera del nostrano Nibiru Planet che doveva garantire la riconversione degli immobili fieristici si è volatilizzata, obbligando la nuova CdC a predisporre le procedure d’asta per la dismissione dell’intero patrimonio immobiliare e di quel che resta dei terreni (edificabili) circostanti, molti dei quali già venduti, pezzo per pezzo, nel corso degli ultimi anni. La cura drastica di tagli e di risparmi  in atto lungo la filiera delle numerose società partecipate sta determinando il ridimensionamento o la fine di quello che per un lungo periodo ha rappresentato uno strumento di potere non indifferente e di acquisizione di consenso nelle categorie. 

Anche l’aeroporto di Montichiari è ormai volato nel Veneto dopo aver bruciato oltre 80 milioni di euro, ritardato un disegno strategico per l’intero nord del Paese ed illuso molti, con velleità provinciali, di poter fare da soli. Sulle ceneri del D’Annunzio si sono bruciate antiche alleanze territoriali che avevano reso forte, soprattutto nella ricostruzione del dopoguerra, la centralità bresciana. Trento, Verona e Mantova si sono staccate dalla Leonessa e hanno guardato a Venezia per rivolgere, poi, il patto di pace e di alleanza alla silenziosa e capace compagine bergamasca di Orio al Serio.

Di Brebemi, l’autostrada più cara d’Europa, parlano non solo i numeri degli utenti, la discrasia tra le premesse prospettiche e i risultati fino ad oggi conseguiti ma anche le attese di interventi finanziari pubblici mai smentiti e mai rinnegati. E’pur vero che queste  situazioni non sono giunte al pettine della realtà per responsabilità esclusiva della Camera di Commercio di Brescia e dei suoi vertici. Le responsabilità sono state più diffuse ed articolate ma tutte incistate in quella piramide del potere politico, finanziario ed economico che ha incarnato a Brescia la fase del “capitalismo delle relazioni” assai simile ad un nuovo feudalesimo.

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