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Bpm, con Ipo Anima utili +81% nel primo semestre

Il titolo vola a Piazza Affari – Il collocamento di Anima ha consentito all’istituto di cedere il 18,4% della partecipata, realizzando una plusvalenza di 103 milioni, ovvero una buona parte dell’utile ottenuto nel primo semestre (191,5 milioni).

Bpm, con Ipo Anima utili +81% nel primo semestre

La Banca Popolare di Milano ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 191,5 milioni di euro, in crescita dell’81,3% su base annua. Il risultato ha beneficiato del collocamento in Borsa di Anima Holding, che ha consentito all’istituto di cedere il 18,4% della partecipata, realizzando una plusvalenza di 103 milioni. All’inizio del pomeriggio il titolo in Borsa di Bpm vola in rialzo di oltre sei punti percfentuali, a 0,5625 euro. 

Sul fronte del fatturato, la Banca ha registrato proventi operativi in calo del 2,4%, a 864 milioni, risentendo della flessione del 2% del margine di interesse a 407,2 milioni (+3,2% su basi omogenee), di quella dello 0,7% delle commissioni a 276,4 milioni e di quella del 2,6% del risultato netto delle attività finanziarie a 144,6 milioni. 

Quanto alla solidità patrimoniale, l’istituto registra un Common equity tier 1 dell’11,23%, in crescita grazie all’aumento di capitale da 500 milioni e alla rimozione degli add-on da parte di Bankitalia.

Il consigliere delegato di Bpm, Giuseppe Castagna, nella conference call con gli analisti, ha parlato della possibile distribuzione di un dividendo sul bilancio 2014: “Oggi gli add on (i requisiti aggiuntivi chiesti da Bankitalia, ndr) non ci sono più, quindi in teoria c’è spazio per effettuare una distribuzione, ma dipenderà dall’andamento dell’anno e dal comprehensive assessment della Bce”. 

L’istituto insomma intende attendere gli stress test e l’Aqr della Bce, ma “nel calcolare il Common equity tier 1 del primo semestre abbiamo accantonato il 50% dell’utile di periodo come payout potenziale per la distribuzione del dividendo”.

Tuttavia “questo non implica che quello sarà il payout”. Il Cet 1 di Bpm a fine giugno si attestava all’11,2%, ma sarebbe stato dell’11,5% senza gli accantonamenti per un eventuale dividendo. Castagna, ha voluto precisare che questa “non e’ una dichiarazione di distribuzione di dividendo, ma un modo per equiparare il dato sul Cet 1 di marzo con quello di oggi”. Per il consigliere delegato “avremmo fatto meglio a dire 11,5%, ma e’ chiaro che non siamo credibili a non parlare di distribuzione di dividendo”.

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