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Bpm-Banco Popolare: in arrivo il sì alle nozze

Piazza Affari attende ad horas la fumata bianca per la fusione tra le due banche popolari da cui nascerà il terzo gruppo bancario italiano – I futures indicano Borse in leggero rialzo dopo la tenuta di ieri – Mediaset e Vivendi trattano su Premium – Rcs: aumento di capitale in vista – Apple sostiene il Nasdaq.

Bpm-Banco Popolare: in arrivo il sì alle nozze

Ancora una volta il terrore ha investito i mercati finanziari. Ma la reazione, considerata la estrema gravità della situazione, è stata molto composta: i ribassi si sono prima nettamente ridotti, poi annullati con il passare delle ore. Un segnale di forza ma anche la conferma che il terrorismo è ormai “prezzato” tra i fattori correnti di chi opera nell’economia globale, una sorta di macabro “new normal”. Di qui un’atmosfera di stallo, in attesa di assorbire il nuovo colpo.

Rallentano stamane le Borse asiatiche. Piatta Tokyo, in lieve calo Shanghai (-0,3%) e Hong Kong (-0,2%).

APPLE SOSTIENE IL NASDAQ. ACCORDO CON L’FBI

Poco mossi i listini di Wall Street: l’indice S&P 500 perde lo 0,1%, Dow Jones -0,2%. Piccolo rimbalzo del Nasdaq (+0,3%), sostenuto da Apple, in rialzo dello 0,9% all’indomani della presentazione del nuovo iPhone. Giova alla Mela la possibile soluzione del braccio di ferro con l’Fbi: l’agenzia ha reso noto di avere trovato un soggetto in grado di “aprire” l’iPhone usato da uno dei terroristi autori della strage di San Bernardino senza la collaborazione della società. Si allontana così il conflitto giudiziario tra tutela della privacy e sicurezza sollevato dal rifiuto di Tim Cook ad obbedire all’autorità.

Goldman Sachs ha chiuso con un calo dell’1,4% una seduta negativa per tutte le banche.

MILANO CHIUDE INVARIATA. L’EUROPA TENTA IL RIMBALZO

Anche l’Europa, dopo lo shock iniziale, ha assorbito il colpo. I ribassi si sono nettamente ridotti rispetto alle forti perdite della prima mattina. A Milano l’indice FtseMib, già in calo dell’1% abbondante, chiude addirittura con un lievissimo segno più (+0,01%). In recupero anche gli altri listini: invariato anche l’indice Cac di Parigi, mentre la Borsa di Francoforte è salita dello 0,4%.

I futures segnalano stamane una partenza in lieve rialzo per Parigi +0,1% e Francoforte +0,3%. Londra – 0,5%. Stabili i titoli governativi: i Bund tedeschi hanno chiuso con un rendimento dello 0,20% (in mattinata erano scesi allo 0,18%), il Btp decennale all’1,24%. Lo spread è salito in mattinata fino a 108 pb.

SOFFRE IL LUSSO, AUTOGRILL SOTTO TIRO

Agenzie di viaggio, catene alberghiere e compagnie aeree sono state sui listini le vittime principali del terrore. In forte ribasso a Wall Street i leader delle crociere: Royal Caribbean -2,9%, Carnival – 2,1%. Giù anche i portali delle prenotazioni di viaggio come Priceline (-2,3%) ed Expedia (-1,8%).

In Europa l’indice Stoxx del settore trasporti ha perso il 2%: Ryanair-2,7%, Air France -4,1%, Easy Jet -1,3%. Nel settore alberghiero pesante caduta per la compagnia alberghiera francese Accor (-3,8%). 

A Piazza Affari il prezzo più salato l’ha pagato Autogrill, in ribasso del 3,2%: il 77% dei ricavi del gruppo è generato nei fast food degli aeroporti. Positiva Atlantia (+0,8%), che gestisce l’aeroporto Fiumicino di Roma. 

Anche i titoli del lusso hanno patito le ricadute negative sul turismo. A Parigi Lvmh è sceso dell’1,3%, Hugo Boss (-1,8%). Ancor più marcata la discesa di Ferragamo -3,3%, Moncler-0,6%, Tod’s -0,7%.

Luxottica -0,2%: nel momento peggiore della seduta il titolo è arrivata a segnare un ribasso del 2,2% tornando su quotazioni che non vedeva da metà gennaio 2015 a 47,56 euro. Per il leader mondiale nell’occhialeria è il peggior trimestre borsistico dal 2008 con una perdita che ammonta al 20% (+ 34% il rialzo del 2015). 

BPM-POPOLARE OGGI TOCCANO IL TRAGUARDO

Salvo sorprese dell’ultima ora, oggi ci sarà il sospirato accordo sulla fusione tra Bpm (+2,9%) e Banco Popolare (+0,4%), nonostante la prospettiva di un aumento di capitale da un miliardo di euro da portare a termine prima della fusione. Ma alla quotazione della Banca veronese si è arrivati dopo oscillazioni da brivido: nelle battute iniziali il prezzo era crollato in ribasso di oltre il 7% fino a un minimo di 6,72 euro. Fino a tarda sera è andato intanto avanti il lavoro per preparare le risposte alle ultime richieste della Vigilanza Ue in materia di capital action e di governance.

E’ cresciuto nel corso della giornata l’ottimismo, culminato in un recupero del settore nel finale: il paniere ha chiuso in calo dello 0,57%, dopo essere stato in netto ribasso per gran parte della seduta. Unicredit è scesa dell’1,1%, Intesa invariata. Male MontePaschi-2,3%.

CEDOLA DI 0,34 EURO PER LE POSTE ITALIANE

Nel comparto finanziario è arretrata Generali (-1,2%), dopo la notizia che cederà immobili per un miliardo di euro in Europa. Complessivamente positivo invece il bilancio del risparmio gestito: Banca Mediolanum +0,51%, Anima +1,39%, Azimut -0,9%.

Sale Poste Italiane (+0,77%), che in serata ha approvato il bilancio. I conti a fine 2015 chiudono con un utile netto di 552 milioni. Il cda ha deciso di proporre all’assemblea (convocata per il 24 maggio) la distribuzione di un dividendo pari a 0,34 euro per azione con un pay out all’80% dell’utile netto consolidato. La data di stacco cedola è il 20 giugno.

MEDIASET-VIVENDI, SI TRATTA SU PREMIUM

Partita debole (minimo di 3,6320 euro), Mediaset si è portata in territorio decisamente positivo avviandosi a chiudere in rialzo dell’1,3% a 3,7860 euro, nell’attesa di novità sul fronte dei contatti con Vivendi. Al proposito è arrivata una frenata. “Non siamo venditori di Premium poiché la consideriamo parte del nostro core business”, ha detto il direttore finanziario del gruppo, Marco Giordani. Ma il manager ha comunque evidenziato la “disponibilità del gruppo a esplorare opportunità di crescita”. JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo a 3,80 euro dal precedente 3,60 euro con un giudizio Neutral.

Telecom Italia (+0,48%) sembra aver almeno momentaneamente esaurito la spinta speculativa. Il Cda di Telecom Italia ha raggiunto un accordo per la cessazione del rapporto di lavoro dell’ex amministratore delegato che prevede una buonuscita complessiva di 6 mln di euro lordi a fronte di oltre 25 anni di attività nel gruppo tlc. Conferite le deleghe ad interim al presidente Recchi. Il 12 aprile il nome del successore: in pole position resta Flavio Cattaneo

OGGI I CONTI ENEL. TERNA VOLA AL MASSIMO STORICO

Nell’attesa dei conti di Enel (-0,3%), esaminati dal cda che darà il via agli investimenti sui contatori, il settore utilities ha assolto alla tradizionale funzione difensiva: Atlantia +0,82% e Snam +0,76%. Terna -1,34%: nel corso della seduta si è spinta fino a 4,99 euro, nuovo massimo storico. Da inizio anno la società guadagna il 4%. Sotto pressione Iren (-1,51%) dopo il collocamento dell’1,4% da parte del Comune di Parma. In scia A2A (-1,69%). Sopra la linea di galleggiamento i petroliferi: Tenaris +2,25%, Saipem +0,9% ed Eni +0,51%.

RCS DI NUOVO IN PROFONDO ROSSO. CI VORRA’ UN AUMENTO

Peggiorano i conti di Rcs Mediagroup (-0,40%), che ha chiuso il 2015 con una perdita netta di 175,7 milioni (contro 110,8 milioni). Il gruppo ha realizzato ricavi per 1 miliardo, in calo del 3%, un ebitda ante oneri e proventi non ricorrenti positivo per 71,8 milioni (60,7 mln 2014), un ebitda post oneri e proventi non ricorrenti pari a 16,4 milioni (27,9 milioni). L’indebitamento finanziario netto si è portato a 487 milioni.

La società segnala “una significativa incertezza in relazione al mancato raggiungimento di un accordo con le banche finanziatrici riguardo al mancato rispetto degli impegni finanziari al 31 dicembre 2015”, ma la nota aggiunge che “pur considerando la rilevante incertezza sopra descritta, che può far sorgere dubbi significativi sulla capacità del gruppo di continuare a operare sulla base del presupposto della continuità aziendale”, il management ritiene “ragionevole l’aspettativa che la società possa disporre di adeguate risorse finanziarie per continuare l’esistenza operativa in un prevedibile futuro e, pertanto, hanno adottato il presupposto della continuità aziendale”. 

Non resta che confidare nel prossimo introito della cessione di Rcs Libri e nella delega per un aumento di capitale di 200 milioni.

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