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Borsino degli artisti: Nunzio, indagine visionaria sulla pelle della materia

A Roma, tra la fine degli anni e l’inizio degli 80, sei artisti, tutti nati negli anni cinquanta, molto diversi nella loro ricerca artistica ma legati da comuni obiettivi: Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Nunzio, Piero Pizzi Cannella e Marco Tirelli,individuarono nell’ex pastificio Cerere, ormai dismesso, il luogo ideale per aprire i loro atelier e dare vita ad un sodalizio artistico.

Borsino degli artisti: Nunzio, indagine visionaria sulla pelle della materia

L’edificio, situato nel popolare quartiere di San Lorenzo, diede il nome al gruppo (Scuola di San Lorenzo) tenuto a battesimo da Achille Bonito Oliva con la mostra “Ateliers”nell’estate del 1984. Fu proprio Nunzio, l’unico scultore dei sei, a spostarsi per primo negli spazi dell’ex-pastificio, seguito successivamente dagli altri. Ma i sei artisti non si sono mai sentiti parte di un vero e
proprio gruppo e anche il sodalizio non dura a lungo. Ciascuno di loro, nel giro di pochi anni ha ripreso il proprio cammino individuale, facendosi rappresentare nel corso del tempo da diverse gallerie, nonostante le istituzioni museali italiane e straniere come il Macro di Roma, il MoMa di New York e il Mart di Rovereto gli avessero dedicato esposizioni di gruppo, anche se con mostre personali che sottolineavano la loro singolare
e originale ricerca artistica. E Nunzio, come fu il primo ad arrivare fu anche uno dei primi ariprendere la sua strada.

Nato nel 1954 a Cagnano Amiterno in provincia dell’Aquila, Nunzio Di Stefano, in arte Nunzio, Studia all’Accademia di Belle Arti di Roma diplomandosi nel 1977 con Toti Scialoja.  “Lui insegnava scenografia e non pittura. Una cosa che trasmetteva ai suoi allievi, tra i quali Pascali e Kounellis, era l’amore per il teatro. Tutti i giovani della mia generazione – così l’artista in una intervista ricorda il suo Maestro – lo cercavano perché lui portava delle idee nuove e comunicava le sue esperienze, i suoi incontri. Mi raccontava storie incredibili di De Kooning e di Rothko, mi fece conoscere Motherwell. In accademia ero uno studente piuttosto petulante, marcavo stretto Scialoja. Poi siamo diventati intimi amici. Quand’è mancato, nel suo testamento era scritto: ‘A Nunzio, che per me è come un figlio’. Ora faccio parte della Fondazione a lui intitolata”. Dalla metà degli anni ottanta realizza opere in legno e in lamine colate di piombo organizzate in forme regolari, disposte come sculture a parete, raggruppate da elementi contigui, con rari interventi di colore. Più recentemente ha iniziato a cimentarsi con il disegno. Utilizzando carboncini capaci di lasciare tracce di un nero assoluto realizza immagini forti, geometriche,” impostate alcune volte su ritmi ed equilibri matematici, o su una costante idea di ortogonalità” che ogni tanto spezza, o, ancora, “su scansioni che compongono una fuga prospettica”. Ma tra la sua opera scultorea e i disegni “non c’è alcuna relazione diretta” di tipo progettuale. “ I miei fogli – spiega l’artista – hanno una loro storia, una loro vita. Non so se alcuni di questi disegni diventeranno delle sculture o se ci somiglieranno, ma è molto improbabile. Sono due versante paralleli del mio lavoro”.
Nunzio – scrive il critico Marco Meneguzzo presentando una sua mostra – “eccita la materia solida, tangibile, tradizionale, persino artigianale, perché restituisce alla superficie e quindi all’osservatore, quelle qualità che sono intrinseche alla materia stessa come il colore. Il nero dei suoi legni non è dipinto ma è frutto della combustione superficiale cui l’artista lo sottopone: una piccola fiamma ossidrica ne brucia l’epidermide impedendo però che prenda fuoco. Il risultato è un nero profondo, uniforme, non ‘colorato’ ma colore………

Nunzio
Diluvio 2015
Installazione legni combusti presso Chiesa delle Lacrime di Carrara
Foto Claudio Abate

“Quando lo scultore mette in scena il piombo, le sue qualità materiche – sottolinea Meneguzzo – sono scelte ed esaltate per la loro valenza negativa: non riflette, non riluce, non resiste troppo alla manipolazione e non reagisce con azioni formalmente imprevedibili (come la ruggine, ad esempio). In una parola. è una materia ‘opaca’. Materia nera e materia opaca”. Attualmente Nunzio vive e lavora tra Roma e Torino.

Nunzio
Avaton, 2007
Installazione legni combusti al Maxxi di Roma

Attività espositiva
Dopo una prima mostra nel 1981 presso la Galleria Spatia di Bolzano, nel 1984 espone sculture in gesso di grandi dimensioni alla Galleria l’Attico di Roma in una importante personale presentata da Giuliano Briganti. Nello stesso anno Achille Bonito Oliva organizza la collettiva Ateliers incentrata sugli artisti che lavorano negli studi di San Lorenzo. E’ del 1985 la sua prima esposizione a New York, nella galleria Annina Nosei, che gli apre le porte del collezionismo e del mercato americano e contribuisce alla diffusione internazionale del suo linguaggio espressivo. Nel 1986 l’artista presenta a L’Attico di Roma i suoi primi lavori in legno e piombo. Alcune di queste opere partecipano poi alla LXII Biennale di Venezia dove Nunzio vince il Premio 2000 come miglior giovane artista. Gessi e legni combusti sono riuniti nel 1987 nella personale della Galleria Civica di
Modena. Tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, gli appuntamenti espositivi – tra personali e collettive – si susseguono in Italia e all’estero. Tra questi: nel 1985, Nouvelle Biennale de Paris, L’Italie aujourd’hui, al Centre National d’Art Contemporain di Nizza, Nuove trame dell’arte, al Castello Colonna di Genazzano, Anniottanta alla Galleria Comunale di Bologna; nel 1986, Aspekte der Italienischen Kunst, mostra itinerante che tocca varie città tedesche, l’XI Quadriennale di Roma, alla quale parteciperà anche nel 1996, e la VI Biennale di Sydney; nel 1989, Los Nuevos Romanos a Santiago de Compostela e a Madrid, e Prospekt ‘89 a Francoforte; Roma interna, presso il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, nel 1991, e la III Biennale di Istanbul l’anno seguente. Nel 1995 Nunzio viene invitato alla Biennale di Venezia con una sala personale: gli viene assegnata una Menzione d’Onore.
La prima personale in Giappone è del 1994 alla Kodama Gallery di Osaka, cui segue la partecipazione alla Biennale di Fujisankei nel 1995 dove la sua scultura Ombre, collocata negli spazi del Hakone Open-Air Museum, vince il Prize for Excellence. Dello stesso anno è la personale allestita presso la sede di Villa delle Rose della Galleria d’Arte Moderna di Bologna. Nel 1997 presenta per la prima volta lavori in bronzo presso la Galerie Alice Pauli di Losanna; nel 2000 la personale alla Galleria Fumagalli di Bergamo è accompagnata dalla pubblicazione di una monografia. Nel 2005 tiene la sua prima personale alla Galleria dello Scudo di Verona, curata da Lea Vergine, dove presenta una serie di installazioni in legno combusto che creano nuovi e stranianti spazi abitabili.
Dello stesso anno e di quello successivo sono le mostre antologiche allestite al MACRO di Roma, a cura di Danilo Eccher, e al Museo d’Arte Contemporanea di Belgrado, a cura di Bruno Corà. Nel 2012 tiene una personale al Museum Biedermann di Donaueschingen in Germania. Nel 2016 espone al Madre di Napoli, e il Museo Riso di Palermo gli dedica un’ampia mostra personale; Nel 2017 è tra i protagonisti della rassegna
“YTALIA – Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso”, al Forte di Belvedere e altre sedi, a Firenze.  Le sue opere sono presenti in collezioni permanenti pubbliche e private, tra cui la GAM di Torino, la Galleria Nazionale di Arte moderna e contemporanea , il Macro e il MAXXI di Roma, il Museum Moderner Kunst Stiftung Ludwig di Vienna, la Fondazione Maramotti di Reggio Emilia, il Museo Biedermann a Donaueschingen.

Nunzio
Senza titolo 2010 ,
combustione su legno , 200 x 93 x 30 cm
courtesy galleria Mazzoleni

Mercato
Nunzio è un artista meticoloso e particolarmente rigoroso sulla qualità del suo lavoro. Dal suo studio escono poche e selezionate opere all’anno e questo si ripercuote in maniera assolutamente positiva sulle sue quotazioni che da alcuni anni sono in costante crescita. Le sue sculture dalle forme minimali che indagano sulla natura dei materiali sono molto richieste dai collezionisti italiani e internazionali e – confessa uno dei suoi galleristi di riferimento – c’è una sorta di lista di attesa per avere un’opera di Nunzio con tempi in alcun casi di oltre un anno. Attivo anche sul mercato secondario con oltre 150 passaggi nelle aste internazionali che si sono andati intensificando negli ultimi anni facendo scendere al di sotto del 40% la quota di invenduti e mettendo a segno un fatturato superiore ai 150 mila euro nel 2017.

Nunzio
Senza titolo 2017
Legno combusto – 218cmx60cmx25cm
Collezione privata

Gallerie: Il lavoro di Nunzio è trattato da varie gallerie tra cui Mazzoleni Art (Londra,Torino), Galleria dello Scudo (Verona) e De Foscherari (Bologna).

Prezzi: in galleria i suoi legni combusti si possono acquistare entro un range di prezzo che va da circa 25 mila fino a oltre 100 mila euro a seconda della qualità e delle dimensioni. Più o meno occorrono le stesse cifre anche per i piombi (tanto per fare un esempio per un piombo su tavola di 100×100 cm. la richiesta è di circa 40- 50 mila euro). Decisamente più contenuti i prezzi delle sue carte che si possono acquistare a partire da qualche migliaio di euro fino a oltre 20 mila a seconda delle tecniche e delle dimensioni.

Top price in asta: “Senza titolo” 1989, Scultura (combustion/bois) di 243 x 45 x 45 cm è passata di mano a 70mila euro da Farsetti casa d’aste di Prato nel dicembre 2017.
“Senza titolo“ 2002, Lamina di piombo su tavola di 120 x 121 cm è stata aggiudicata a oltre 50 mila euro da Sotheby’s Milano nell’aprile del 2008.

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