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Borse toniche e il Ftse Mib riacciuffa quota 25 mila punti base

Chiusura di settimana in rialzo per tutte le Borse e il Ftse Mib, che cresce dell’1,29%, ritorna sopra la soglia psicologica dei 25 mila punti base anche se i driver sono i titoli difensivi, da A2A a Terna

Borse toniche e il Ftse Mib riacciuffa quota 25 mila punti base

L’atteggiamento rassicurante della Bce e il boom del settore servizi nella zona euro consente alle Borse europee di chiudere in bellezza una settimana partita in profondo rosso. L’opening bell è intonata anche a Wall Street, dove il Dow Jones si muove oltre i 35mila punti. L’azionario riprende forza per la quarta seduta consecutiva, nonostante i timori legati alla variante Delta, le conseguenti restrizioni in molti paesi a causa dei contagi e l’avvio delle Olimpiadi a Tokyo senza pubblico.

Piazza Affari si apprezza dell’1,29% e risale a 25.124 punti, migliorando la sua situazione rispetto a venerdì scorso. Quasi tutte le blue chip sono in rialzo, dopo acquisti spalmati su quasi tutti i settori. Prosegue inoltre il rally della carta italiana, anche alla luce della conferenza stampa, ieri, del presidente del Consiglio Mario Draghi su Covid, Green Pass e giustizia, che sembra aver dato una spinta alla vaccinazione di una parte degli indecisi. 

Il rendimento del decennale italiano scende a +0,63% e lo spread con il Bund di pari durata arretra a 109 punti base (-1,86%).

Nel resto d’Europa: Francoforte +1%; Londra +0,86%; Parigi +1,35%; Amsterdam +1,41%; Madrid +1,13%. Sul mercato dei cambi è calma piatta tra euro e dollaro, in area 1,176, anche se il biglietto verde si avvia a chiudere la seconda settimana in rialzo.

Si soppesano, nel compiere le scelte, anche i dati macro di giornata, in particolare il Pmi manifatturiero e servizi che mostrano un andamento opposto nell’eurozona e negli Usa. Secondo le rilevazioni di Ihs Markit, che si fonda sui sondaggi condotti presso i direttori agli acquisti delle aziende, nell’area del blocco il Pmi manifatturiero scende a 62,6 punti a luglio, ai minimi da quattro mesi. Quello dei servizi però sale a 60,4 punti, al picco da ben 181 mesi. In entrambi i casi i valori sono ampiamente sopra la soglia di 50 punti che separa la contrazione dall’espansione dell’attività. La performance dei servizi consente all’indice composito, che sintetizza l’andamento complessivo, di portarsi a 60,6 punti dai 59,5 di giugno: è il top da 21 anni. Tra i singoli Paesi è forte la performance della Germania, che ha battuto le attese sia sul manifatturiero (65,6 punti)  sia sui servizi (62,2 punti), mentre ha deluso la Francia.

Negli Stati Uniti la fotografia sembra il negativo di quella europea: l’indice Pmi sulla manifattura sale a 63.1 a luglio rispetto ai 62.1 punti di giugno e sopra la previsione degli analisti. Deludono invece i servizi: gli esperti prevedevano una crescita da 64.6 punti a 64.8 punti, mentre l’indicatore segna 59.8 punti. Frena, di conseguenza, anche il Pmi composito, che scende da 63.7 a 59.7 punti. In questo contesto ci si allontana dai T-Bond, i cui prezzi scendono mentre salgono i rendimenti. Il decennale a stelle e strisce segna al momento un tasso di +1,295% (+2,2% rispetto alla chiusura precedente).

Dopo la riunione della Banca centrale europea di ieri, che ha alzato l’asticella per un eventuale aumento dei tassi d’interesse e non ha preso decisioni sulla fine del programma di acquisti pandemici, cresce ora l’attesa per il meeting della Fed di martedì e mercoledì della prossima settimana. La banca centrale Usa riprenderà la discussione su tempi e modalità di avvio tapering? O la variante Delta del coronavirus, che ormai è dominante negli Usa come in Europa, sta mettendo a rischio la ripresa, quindi quest’ultima potrebbe già aver toccato il suo apice? Quanto pesa il fatto che, da un lato l’inflazione corre, ma dall’altro il lavoro zoppica e i dati sembrano ancora lontani dall’obiettivo di massima occupazione?

In attesa di trovare risposta a queste domande, le materie prime si muovono cautamente deboli. L’oro spot cede lo 0,35%, 1800,60 dollari l’oncia; il future Brent settembre 2021 perde lo 0,2%, 73,62 dollari al barile.

Nell’azionario di Piazza Affari svettano ancora le utility: A2a +2,83%; Terna +1,92%; Italgas +1,92%. In denaro Stm, +2,82%, in scia all’andamento dei tecnologici Usa e con il settore dei semiconduttori influenzato dall’americana Intel che ha riportato utili e fatturato superiori alle previsioni, ma ha in parte deluso sul fronte delle previsioni per il terzo trimestre. Bene l’auto con Pirelli +2,6% e Ferrari +2,46%. Nel risparmio gestito sale Azimut +2,11%, promossa da Barclays, che ha portato la raccomandazione a “Overweight” da “Equal weight” e il prezzo obiettivo a 27 euro da 23,1.Le banche sono positive e guardano alle decisioni della Bce, per la revoca sul limite imposto al pagamento dei dividendi delle banche e ai buyback delle azioni. Intesa +1,53%; Unicredit +1,78%. In controtendenza Mps, -1,38% dopo il rally della vigilia.

Sono solo quattro le blue chip in calo: Banca Generali -1,14%; Prysmian -1,03%; Telecom -0,77%; Generali -0,33%. Fuori dal Ftse Mib Mediaset perde l’1,09%, all’indomani del rafforzamento d Fininvest che segna, come previsto, la graduale uscita di Vivendi.

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