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Borse sotto pressione: aspettano i rialzi dei tassi della Fed

Giornata a due facce ieri in Borsa: moderato rimbalzo a Piazza affari e in Europa, di nuovo in calo in America, dove il Nasdaq resta l’indice che soffre di più – Attesa per il messaggio di stasera della Fed sui tassi

Borse sotto pressione: aspettano i rialzi dei tassi della Fed

E venne, dopo mille paure, il giorno della Fed. In attesa delle parole di Jerome Powell, Wall Street ha vacillato più volte: l’indice S&P500 è arrivato a perdere oltre il 2,5% in apertura, poi nel corso del pomeriggio è risalito, annullando il ribasso, ma nell’ultima mezz’ora sono tornate le vendite. Al termine il bilancio è negativo, ma non disastroso: -1,2%. Il Nasdaq ha perso il 2,3%, a 13.540 punti, il minimo da ottobre per una chiusura, ma il giorno prima era sceso durante la seduta fino a 13.094 punti. Il Dow Jones, anche grazie al +9% di American Express e al +5,5% di International Business Machines, ha registrato un calo contenuto dello 0,2%. Stasera, dopo il messaggio della Fed, usciranno i dati di AT&T, Boeing, Intel, Tesla, Apple e Meta. Nel dopo Borsa, infine, Microsoft ha perduto il 5%, nonostante la crescita di ricavi e utili del 20% nel quarto trimestre.

Questa la fotografia del mercato Usa in attesa del piano di contrasto all’inflazione che potrebbe segnare la fine dell’appoggio incondizionato garantito in questi anni dalla banca centrale al mercato azionario. Oppure, come è accaduto nel 2016, la stretta sarà meno severa del previsto e il mercato ripartirà. Per ora, l’Europa sembra parzialmente al riparo, visto l’atteggiamento da colomba della Bce. Ma, considerato l’andamento dell’inflazione, il rischio di una frenata dei mercati è alto.

Nell’attesa degli sviluppi i mercati azionari in Asia Pacific sono poco mossi. Nikkei di Tokyo -0,2%. Hang Seng di Hong Kong -0,2%. Contrastati i tech cinesi: Alibaba -1,5%, Baidu +3%, JD.com +2%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,3%, l’indice si muove in prossimità dell’area Orso, avendo perso dai massimi di febbraio 2020 il 19%. Kospi di Seul -0,3%.

Il Treasury Note a dieci anni è tranquillo a 1,77% di rendimento. L’oro è sui livelli di novembre, a 1.847 dollari l’oncia. Petrolio Brent e WTI in lieve discesa, dal +2,7% di ieri. L’amministrazione Biden ha approvato il rilascio di ulteriori 13,4 milioni di barili di greggio dalle riserve strategiche per rafforzare il rifornimento della catena di approvvigionamento.

FT: OGGI PUTIN INCONTRA I BIG DELL’ECONOMIA ITALIANA

Il Financial Times lancia stamane il caso Italia: oggi è in programma una conference call tra il presidente russo Vladimir Putin e i Ceo di alcune delle maggiori aziende italiane, tra cui Pirelli, Eni, Generali e Unicredit, per discutere dei legami economici bilaterali. La conferenza, programmata a novembre, non è stata sospesa di fronte alle tensioni sul fronte ucraino, ma si tratta di un evento programmato in epoca non sospetta dalla Camera di Commercio italo-russa.

FMI: CRESCITA IN FRENATA. L’ITALIA SCENDE A +3,8%

Le Borse del Vecchio Continente sono riuscite a smarcarsi dall’andamento negativo di Wall Street e a terminare le contrattazioni con il segno più. Niente male, specie se si tiene conto delle possibili sanzioni alla Russia sulla crisi ucraina e della frenata delle stime sull’economia mondiale del Fondo Monetario, tagliate dello 0,5% (mentre la fiammata dei prezzi sarà più lunga del previsto). A pesare sono soprattutto le revisioni delle due principali economie al mondo: Stati Uniti (-1,2 punti percentuali al 4%) e Cina (-0,8 punti percentuali al 4,8%). Per l’Italia la previsione passa a +3,8% da 4,2%. Un andamento in linea con la zona euro (+3,9%), simile a Germania e Francia (+3,5%), ma nettamente più basso della Spagna (+5,8%). Sul fronte macro, inoltre, in mattinata l’Ifo tedesco ha sorpreso in positivo, in linea con quanto mostrato dai PMI.

SPREAD A 143. IL BUND SALE A -0,12%

Il Btp decennale chiude positivo, con un rendimento poco variato a 1,359% (da 1,3608%) della precedente chiusura. Il Bund tratta a -0,12%

Lo spread si stabilizza attorno ai 143 punti (da 145). Il differenziale tra i tassi a 10 e 30 anni è attestato a 71,4, più stretto rispetto al livello di 70,9 del precedente finale.

MINI RECUPERO PER MILANO, SOPRA QUOTA 26 MILA

Piazza Affari, dopo la perdita del 4% subita nella prima seduta della settimana, ha recuperato solo lo 0,22%, quanto basta comunque per riportarsi oltre quota 26mila, a 26.028 punti base.

Fanno meglio il Dax 100 di Francoforte (+0,73%) e il Cac 40 di Parigi (+0,74%), in linea con Madrid. Londra, il listino migliore, sale dell’1,02%.

A ZURIGO SOFFRONO SWATCH E CREDIT SUISSE

Alla Borsa di Zurigo si mette in luce tra i tecnologici Logitech (+6,71%). Volano i ricavi dell’ammiraglia degli orologi Swatch (fatturato in salita a due cifre), ma il titolo chiude a -3,87%.

Giù invece il Crédit Suisse (-1%), ai minimi da 20 mesi dopo aver stimato una probabile perdita netta nel quarto trimestre a causa delle crescenti spese legali e del rallentamento nelle attività di trading e wealth management.

Continua il rally delle tlc. La lepre è stata Ericsson (+7,6%), che ha riportato utili oltre le attese per il quarto trimestre, spinti dalle prospettive del 5G.

LEONARDO SOTTO TIRO PER L’INCHIESTA IN KUWAIT

Sotto tiro a Piazza Affari Leonardo (-5,4%). La società ha risposto con una nota alle notizie di stamattina, precisando di non essere oggetto di indagine giudiziaria in relazione al programma Kuwait, “che prosegue in linea con il contratto”, aggiunge Leonardo. L’Associated Press riporta che due alti ufficiali dell’esercito del Kuwait saranno processati per corruzione. La vicenda è quella dell’acquisto di 28 aerei da combattimento Eurofighter Typhoon, una commessa da 8,7 miliardi di dollari.

SALE UNICREDIT, NUOVO STOP DI AZIMUT

Negative anche le banche con l’eccezione di Unicredit (+2,6%), in fermento prima dell’appuntamento con i conti di venerdì. Contrastate le altre aziende di credito: Intesa Sanpaolo +0,9%, Bper e Mediobanca -0,7%, Banco Bpm -1,1%.

Vendute anche le società di asset management: Azimut lascia sul terreno il 4%.

RIPARTONO I PETROLIFERI, SCATTO DI A2A

In grande spolvero il settore oil, penalizzato dal ritracciamento del Brent nei giorni scorsi: Eni +1,6%, Saipem +0,5%, Tenaris +1,7%.

Raccolte le utility, trascurate di recente sulle attese di un rialzo dei tassi, ma che in questa fase vengono percepite come anticicliche anche in vista del Pnrr. A2A balza del 2,2% a pochi giorni dalla presentazione dell’aggiornamento del piano industriale al 2030. Stabili le rivali Iren e Acea.

DEBOLI STELLANTIS E CNH, SI RIVEDE LA JUVENTUS

Manca l’appuntamento con il rimbalzo Stellantis (-1,11%), in controtendenza con il resto del comparto europeo (+0,5% l’Eurostoxx). Cnh -0,91%.

Corre solo il titolo Juventus (+3,3%) sull’onda della notizia dell’acquisto di Dusan Vlahovic.

NEGATIVA DIASORIN, SULL’EGM SALE MARZOCCHI

Ancora in ribasso Diasorin (-0,9%), sui minimi dal 10 aprile 2020 (-5,7% lunedì), penalizzata dalla notizia di un rinvio a giudizio per insider trading dell’ad Carlo Rosa, al quale l’azienda ha rinnovato la fiducia. Il broker Banca Akros scrive che “la notizia è negativa, ma si tratta di una vicenda personale che non coinvolge la società in alcun modo”. Sull’Egm, dopo i conti sale Marzocchi (+3,5%), azienda attiva nel settore pompe e motori ad elevate prestazioni.

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