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Borse, rimbalzino a Wall Street e a Piazza Affari dove banche e Ferrari sostengono il Ftse Mib

Piazza Affari miglior Borsa d’Europa grazie alla Ferrari e alle banche, ma le utilities soffrono

Borse, rimbalzino a Wall Street e a Piazza Affari dove banche e Ferrari sostengono il Ftse Mib

L’Europa chiude contrastata e Wall Street si muove incerta nelle prime ore di scambi, dopo il tonfo di ieri dovuto a un’inflazione Usa più ostinata del previsto. Per la borsa di New York la seduta della vigilia è stata la peggiore da giugno 2020 e sullo S&P 500 sono andati in fumo oltre 1500 miliardi di dollari, ora però i tre indici sono in cauto rialzo. In sostanza i mercati cercano stabilità, dopo aver prezzato una Fed ancora aggressiva nella riunione del 20 e 21 di settembre.

Sul valutario l’euro dollaro tratta intorno alla parità, mentre tra le materie prime il petrolio è in denaro, il Brent sale dell’1,43% a 94,51 dollari al barile. Cresce anche il prezzo del gas, oltre i 210 euro al megawattora ad Amsterdam, dopo che la Commissione Ue ha archiviato per il momento il tetto ai prezzi del metano.

Bruxelles intende invece raccogliere oltre 140 miliardi di euro per attutire la botta dei rincari sui consumatori, limitando i guadagni dei produttori di elettricità a basso costo e mettendo un limite agli extra profitti delle aziende di combustibili fossili.

In Europa svetta Piazza Affari

L’Europa è andata in ordine sparso, zavorrata dalle utility e spinta da retail e banche. Queste ultime consentono a Piazza Affari di chiudere in pole position, con un progresso dello 0,49% a 22.413 punti. Limita i danni anche il secondario, che è stato per gran parte della seduta in rosso. Il tasso del Btp decennale, dopo aver superato il 4%, torna al 3,96%, mentre quello del Bund di pari durata chiude a +1,69% per uno spread stabile a 227 punti base (+0,56%).

In generale la pressione resta alta sui titoli sovrani a causa della stretta avviata dalle banche centrali, destinata a durare più di quanto sperato. Oltreoceano i prezzi dei T-Bond sono in calo e i tassi in rialzo; il titolo a due anni ha toccato in avvio il 3,805%, livello massimo da novembre 2007.

Tornando all’azionario europeo, Madrid limita le perdite allo 0,03% grazie a Inditex (+3,96%) proprietaria del marchio Zara, che ha registrato un aumento del 24,5% delle vendite semestrali e un profitto più elevato rispetto a un anno fa, chiudendo il mese di luglio su una base solida prima che la domanda di moda iniziasse a indebolirsi il mese scorso a causa dell’inflazione.

Il rosso è acceso a Francoforte, -1,22%, dove va a picco Uniper (-18,22%), principale importatore di gas russo in Germania in odore di nazionalizzazione.

I cali sono frazionali a Parigi, -0,37% e Amsterdam, -0,49%, mentre Londra atterra rumorosamente con una caduta dell’1,47%. In agosto l’inflazione britannica è scesa leggermente rispetto a luglio, ma il dato core, a sorpresa, è risultato in accelerazione, dello 0,5% mensile e del 9,9% tendenziale (dal 10,1% di luglio).

Nervosismo in attesa della Fed

Le borse restano dunque nervose, dopo il dato sui prezzi al consumo Usa di ieri e in vista della riunione della Fed della prossima settimana. Le probabilità di un rialzo di 75 punti base si sono rafforzate, ma insieme, seppur in misura inferiore, sono cresciute anche le possibilità di un rialzo di un punto percentuale. Secondo Reuters i mercati ora prezzano il cosiddetto tasso terminale (del ciclo di rialzi della Fed) al 4,35% il prossimo marzo, un terzo di punto percentuale in più rispetto a dove si trovavano subito prima del rapporto CPI e dal picco raggiunto a giugno. E non vedono i tassi ufficiali tornare al di sotto del 4% per almeno un anno.

Gli economisti di Goldman Sachs ritengono che la stretta della Bce all’inflazione sarà necessariamente più leggera di quella della Fed.

Oggi negli Usa dicono poco i prezzi alla produzione, diminuiti dello 0,1% rispetto a luglio, in linea con le attese. La componente “core” è salita dello 0,4%, contro attese di +0,3%. Rispetto a un anno prima, i prezzi alla produzione sono aumentati dell’8,7%, dopo il 9,8% di luglio, contro attese di +8,8%. Per il dato ‘core’, rialzo del 7,3%, dopo il 7,6% di luglio, contro attese per un 7%.

In Piazza Affari brilla Nexi e affascina il Cavallino

L’indice principale di Piazza Affari si apprezza soprattutto grazie ai titoli finanziari. La lista dei rialzi parte da Nexi +3,76% e prosegue con Bper +3,76%, Finecobank +2,83%, Banco Bpm +3,16%. Unicredit sale del 2,47% dopo il via libera con il 99% e oltre di voti alla seconda tranche del buyback da un miliardo sui 2,6 complessivi.

Emana charme anche Ferrari, +2,53%, dopo la presentazione del suo primo attesissimo Suv, il Purosangue, un 12 cilindri a benzina. Secondo le stime di Banca Akros, il gruppo potrebbe vendere 1.250 unità della Purosangue a partire dal 2023 a un prezzo medio di 300.000 euro, il che implica un Ebitda aggiuntivo di circa 144 milioni.

Nel lusso si riaffaccia tra i titoli migliori Moncler +1,66%.

Hera è il titolo peggiore (-3,61%), in un settore, quello delle utility, complessivamente venduto. Le perdite sono consistenti infatti anche per A2a -2,76%, Italgas -1,82%.

Si conferma debole Interpump -2,47%, insieme a titoli delle automotive come Cnh -1,84% e Iveco -0,98%.

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