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Ferrari Purosangue: “Non chiamatelo Suv”. Ecco il nuovo modello 4 posti da 390mila euro. Boom di prenotazioni

Il prezzo è il più basso di sempre per un bolide di Maranello – Ferrari Purosangue “non è un Suv”, chiariscono dall’azienda: design e prestazioni sono da Supercar. E in Borsa vola

Ferrari Purosangue: “Non chiamatelo Suv”. Ecco il nuovo modello 4 posti da 390mila euro. Boom di prenotazioni

Non c’è inflazione o crisi dell’energia che tenga: Ferrari Purosangue fa compiere al titolo in Borsa di Maranello un balzo di oltre 200 euro, con un rialzo del 2,0%. Intanto, i primi fortunati (e privilegiati) fanno la coda per provare, di qui a sabato, l’ultimo gioiello del Cavallino Rampante presentato martedì sera al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa). Già fioccano le prenotazioni, più di 2 mila, in attesa delle prime consegne, previste in primavera. Saranno rigorosamente esclusi i possibili clienti che, improvvidamente, parlano del “Suv Ferrari”. Una vera e propria bestemmia per il Ceo Benedetto Vigna, che fin da subito ha sottolineato che “questo non è un Suv, ma una Ferrari vera”, che ha tenuto fede alla promessa di Sergio Marchionne: “Non faremo mai un Suv. Dovrete passare sul mio cadavere”.

Ferrari Purosangue, prezzo più basso di sempre

Il risultato, dopo anni di lavoro e non poche concept car scartate, è un’auto sportiva davvero diversa dalla concorrenza, anche per il prezzo: 390 mila euro su strada, il prezzo più basso di sempre per acquistare un bolide della scuderia fondata dal Drake, ma assai di più dei concorrenti tedeschi di Porsche, che proprio in questi giorni sta completando il book in vista dell’Ipo (85 miliardi di euro la valutazione) di fine mese. La nuova Ferrari non ha paura del confronto, né in Borsa (il rapporto prezzo/utili è risalito oltre le 40 volte) né, a giudicare dalle prime indicazioni, sul fronte delle prestazioni o del design, assolutamente diverso da quel che offre la concorrenza sia in Europa che in Usa o in Asia.

Ferrari Purosangue: design da Supercar, non da carrarmato

Certo, le dimensioni sono da supercar (cinque metri per due di ingombro, altezza poco sotto un metro e sessanta) ma l’effetto è ben diverso rispetto ai mastodonti messi in campo dalla concorrenza, da Porsche alla stessa Lamborghini. La linea di Purosangue evoca il brivido delle prestazioni super, senza nulla concedere all’effetto “carrarmato”.  Qualcosa di completamente diverso, recita con orgoglio la nota di Maranello, “rispetto alle comuni granturismo moderne (i cosiddetti crossover e i SUV)”. Questo vale per la posizione del motore, un V 12 aspirato, che garantisce la miglior aderenza così, come per le prestazioni e il comfort. Grazie anche al sistema di sospensioni attive in grado di regolare trasferimenti di carico e rollio in curva, nonché il contatto tra ruote e suolo, in grado di consentire “prestazioni e feeling di guida paragonabili alle altre sportive di Maranello”. Mica poco per una vettura che offre quattro posti comodi per adulti ed un bagagliaio adeguato per una lunga trasferta. Allietata dal rombo tipico della Rossa: “La sonorità è tipicamente Ferrari – si legge – con l’inconfondibile armonia degli ordini del V12 che accompagna dolcemente il pilota fintanto che questi non accelera con decisione: è allora che gli 8250 giri/min. intonano un crescendo coinvolgente di accordi per raggiungere la brillantezza agli alti regimi che solo i propulsori del Cavallino Rampante sanno garantire”.

Motore tradizionale: non ibrido né elettrico

Insomma, un successo annunciato, al punto che, per reggere alla carica dei ricchi che vogliono emulare i supermiliardari, Ferrari si è posta un limite ben preciso: le vendite di Purosangue non potranno superare il 20% della produzione complessiva dello stabilimento di Maranello, che resterà concentrato sui modelli più ricchi e sulle redditizie serie speciali. Innovare, dunque, ma con prudenza. Al di là delle caratteristiche tecniche (sul sito si può trovare un’analisi estremamente dettagliata delle soluzioni adottate), merita sottolineare che, come ammette il responsabile del marketing Enrico Galliera, “si è discusso a lungo su quale tipo di motore montare sulla Purosangue”. Poteva essere, insomma, la prima Ferrari ibrida (o elettrica), ma si è preferito offrire un prodotto di eccellenza “tradizionale”, sfruttando la deroga prevista per i prodotti della “Emilia Valley”.

Ferrari elettrica solo nel 2026

L’importante, insomma, non è tanto correre, con il rischio di compromettere l’immagine di eccellenza conquistata nel tempo. Semmai l’obiettivo è di allargare (con prudenza) lo spazio di mercato in attesa del grande salto nell’elettrico previsto per il 2026. Un grande balzo nel futuro da 4,4 miliardi di euro, tanti quanti ne prevede il piano di investimenti affidato a Vigna, ex Stm, che ha alle spalle l’evoluzione delle memorie Mems oggi adottate dall’iPhone e dalle consolle Nintendo.

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