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Borse, paura di inflazione: anche ottobre parte in rosso

Il petrolio spinge l’inflazione in Europa ai massimi da tre anni, anche se il rialzo è probabilmente temporaneo – Prezzi al consumo in aumento anche negli Usa ma secondo le attese – I mercati si preoccupano e falliscono il rimbalzo – Generali annuncia il pagamento della seconda tranche del dividendo 2019 a partire dal 20 ottobre

Borse, paura di inflazione: anche ottobre parte in rosso

Prosegue il balletto dei mercati, sulle note crescenti dell’inflazione e calanti (ma pur sempre alte) della manifattura. La settimana si chiude in rosso per i listini europei e ottobre comincia laddove ha lasciato settembre, con le borse volatili a causa dell’incertezza sui prezzi e sull’azione delle banche centrali. Francoforte perde lo 0,7%, Amsterdam lo 0,68% e, proseguendo in questa graduatoria negativa, Milano -0,27%, Madrid -0,02%, Parigi -0,04%. Fuori dalla zona euro Londra -0,82%.

Oltreoceano si muove sulle montagne russe Wall Street, intonata in avvio in scia alla notizia di un antivirale di Merck che riduce del 50% il rischio di ospedalizzazione e morte da Covid, con il titolo dell’azienda farmaceutica che trascina il Dow Jones. Gli indici di New York corrono sotto e sopra la parità impensieriti forse dalle valutazioni di Fitch sul debito a stelle e strisce. L’agenzia ha detto che lo scontro bipartisan sull’aumento del tetto di spesa del governo federale, potrebbe mettere sotto pressione il rating “AAA” degli Stati Uniti. Il presidente Joe Biden ha firmato un atto che consente di finanziare il governo fino al 3 dicembre, ma al Congresso Repubblicani e Democratici continuano ad azzuffarsi sulla possibilità di alzare il limite oltre i 28.400 miliardi di dollari per evitare un default.

Dal fronte macro si segnala che la spesa dei consumatori Usa è aumentata oltre le attese in agosto, mentre l’indice per la spesa per consumi personali, indicatore di riferimento della Federal Reserve per l’inflazione, ha mantenuto il suo trend in rialzo. il Pce sull’inflazione a settembre è salito dello 0,4% su base mensile e del 4,3% su base annuale, confermandosi ai massimi dal 199. Il rialzo dei prezzi trova riscontro in Europa, come già visto ieri in alcuni paesi. L’inflazione dei prezzi al consumo nei 19 paesi che condividono l’euro è salita al 3,4% su base annua a settembre, dal 3% di un mese prima ed è il valore più alto dall’apice della crisi finanziaria globale nel settembre 2008. “Riteniamo che ci siano alte probabilità che questa inflazione sia meno transitoria di quanto suggeriscano tutte le banche centrali, inclusa la Banca centrale europea”, sostiene l’economista di Bnp Paribas Luigi Speranza.

A fronte di un’inflazione che sale c’è il fatto che la crescita del manifatturiero, nell’area del blocco, pur restando forte, rallenta a settembre. Premesso che 50 è la linea che separa contrazione ed espansione, risulta che Il pmi manifatturiero dell’Eurozona cala a 58,6 (da 61,4 raggiunto ad agosto), ai minimi da febbraio. Il dato italiano è calante, ma superiore alle attese,  59,7 dal 60,4 di agosto; quello tedesco va a 58,4 da 62,6, ai minimi da otto mesi.

In questo contesto il dollaro rallenta leggermente la sua corsa e l’euro tratta in lieve rialzo, ma sempre sotto 1,16.

Le materie prime sono poco mosse, mentre tornano gli acquisti sull’obbligazionario. Sono in rialzo i prezzi dei T-Bond, con il rendimento del decennale che scende sotto 1,5%.

Chiude in lieve progresso anche il secondario italiano: scende lo spread tra Btp e Bund 10 anni a 104 punti base (-0,55%); il rendimento del titolo italiano è +0,82%, quello del titolo tedesco -0,22%.

Per quanto riguarda l’azionario, si registra una certa rotazione negli acquisti in Piazza Affari. Svetta sul Ftse Mib, banca Bper +2,41%, che balla quasi da sola in un settore prevalentemente negativo.

A dire il vero rimane sugli scudi anche Mediobanca +0,96%, fulcro di grandi manovre che hanno come obiettivo ultimo Generali +0,11%, che nel cda di oggi “ha verificato l’effettiva insussistenza alla data odierna di disposizioni o raccomandazioni di vigilanza ostative alla distribuzione della seconda tranche del dividendo 2019, che sarà pagabile a partire dal 20 ottobre 2021. Le azioni saranno negoziate prive del diritto al dividendo a partire dal 18 ottobre 2021, con data di legittimazione a percepire il dividendo il 19 ottobre 2021”.

Banca Mediolanum si apprezza dell’1,6%, confermando  la distribuzione di un dividendo di 0,75333 euro e potrà anche valutare, ove sussistano tutte le condizioni previste, la distribuzione di un acconto dividendo nel quarto trimestre 2021, a valere sui risultati economici definiti alla chiusura del terzo trimestre.

Stessa decisione per Unipol (+1,03%), la cui assemblea ha approvato la distribuzione di parte della riserva straordinaria di utili in essere, attraverso il pagamento di un dividendo di 0,28 euro per ciascuna azione ordinaria avente diritto, per complessivi 201 milioni di euro circa.

Risalgono la china due utility molto penalizzate nelle scorse sedute come Terna +1,76% ed Enel +1,17%.

Il rosso è acceso per farma e auto: Diasorin -3,42%; Cnh -3,13%; Recordati -1,81%; Stellantis -1,54%. Tra i finanziari perde Finecobank -1,75%.

Fuori dal paniere principale chiude una bella corsa Autogrill, +7,61%, dopo il rialzo delle stime sull’anno in corso.

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