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BORSE OGGI 19 GENNAIO – Tech e consumi Usa spaventano i mercati ma corrono i titoli di Stato e scende ancora lo spread

Pesa la debolezza dei dati economici statunitensi che fanno aumentare i timori di una recessione. Altri licenziamenti in arrivo in Silicon Valley

BORSE OGGI 19 GENNAIO – Tech e consumi Usa spaventano i mercati ma corrono i titoli di Stato e scende ancora lo spread

La brusca caduta di Wall Street di ieri sera (Dow Jones -1,8% giù di 600 punti) fa prevedere una battuta d’arresto nel rally delle Borse europee, ormai oltre i livelli segnati prima della guerra ucraina.

Piazza Affari + 10% nel 2023, Future in calo

Le borse dell’Europa dovrebbero infatti aprire in calo. I future dell’indice EuroStoxx50 scendono dello 0,5%. A Piazza Affari +0,4% il rialzo da inizio anno è diventato a due cifre: +10% contro il modesto +1,5% dell’S&P 500 e il +3,8% del Nasdaq.  

Invariati i future sulle Borse Usa dopo una seduta segnata dalle indicazioni giunte dal fronte macroeconomico: sia la produzione industriale che le vendite al dettaglio sono risultate inferiori alle aspettative. L’indice S&P500 ha chiuso in ribasso dell’1,6%, Nasdaq -1,24%.

In Asia stamattina il Nikkei di Tokyo si avvia a chiudere in ribasso dell’1%. L’Hang Seng di Hong Kong ed il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen sono poco sopra la parità. Kospi di Seul +0,3%. BSE Sensex di Mumbai +0,3%.

Rimbalza lo yen dopo il forte deprezzamento provocato dalla decisione della banca centrale del Giappone di confermare il QE. Stanotte è uscito il dato della bilancia commerciale, le esportazioni sono salite in dicembre dell’undici per cento, l’import è del ventuno per cento.

L’indice MSCI World (-0,8%) ha chiuso ieri la prima seduta negativa, dopo otto rialzi di seguito. Il bilancio da inizio anno resta comunque ottimo: +4,30%.

L’attenzione dei mercati è divisa tra l’attesa del prossimo rialzo dei tassi (il primo febbraio tocca alla Fed) ed i segnali di frenata della crescita, se non di recessione, emersi dagli ultimi dati macroeconomici. 

Scende l’inflazione nell’Eurozona. Oggi parla Lagarde

L’Eurostat ha confermato la discesa del tasso di inflazione annuo nell’Eurozona al 9,2% a dicembre 2022 (contro 10,1%). Troppo poco per avvalorare l’ipotesi di una frenata nell’aumento dei tassi europei: a febbraio è previsto mezzo punto in più, ma a marzo la Bce dovrebbe accontentarsi di un altro 0,25%. In mattinata Christine Lagarde parla al Forum di Davos. Alle 13,30 uscirà il bollettino della Bce, nel pomeriggio infine la parola passa al leader dei falchi, l’olandese Klaas Knot.

In questa cornice è proseguita la corsa dei mercati obbligazionari. Il Bund decennale tedesco scende al 2,01%, il Btp decennale a 3,74%. Lo spread a 173 punti base, sui livelli di aprile. Dal primo gennaio il future sul BTP 10 anni è cresciuto dell’8%, quello del Bund del +5,6%, quello del Treasury del 3,6%.

La rivincita dei bond: il treasury ai minimi da settembre

L’ascesa dei bond interessa anche il mercato Usa. Il rendimento del Treasury decennale ha toccato ieri sera il livello più basso da settembre a 3,33%. Il primo gennaio era al 3,88%. Nel periodo, il future si è rivalutato del +3,60% prendendosi una iniziale rivincita rispetto al -14% perso nel corso del 2022, che si è rivelato l’anno peggiore del terzo millennio. 

Gli ultimi dati macro pubblicati ieri hanno convalidato i recenti segnali di rallentamento dell’economia americana. Le vendite al dettaglio anticipate, mese su mese, di dicembre, sono scese del -1,1%, dal -1% del periodo precedente. I consumatori stanno perdendo parte della forza che ha mantenuto l’economia in crescita robusta nonostante la rapida inflazione e i forti rialzi dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve.

Frena la domanda per il mondo tech

In questo quadro pesa la svolta dei Big del digitale. “La crescita della domanda di mercato si è fermata. Perciò le imprese tecnologiche devono fare di più con meno risorse”. Così Satya Nadella, ceo di Microsoft. Parlando a Davos ha giustificato ieri la decisione di tagliare 10 mila posti di lavoro in linea con quanto hanno fatto o si accingono a fare gli altri Big: Amazon, Alphabet, Apple e Meta. Le cinque società, secondo gli analisti, si accingono ad annunciare un forte calo del giro d’affari (561 miliardi in meno rispetto alle stime dl terzo trimestre) e dei profitti.

Di fronte a questi numeri cambiano le priorità dei mercati: meno attenzione all’inflazione, più alla recessione che, a giudicare dagli ultimi dati sulle vendite al dettaglio, si avvicina. Ma non cambia per ora l’orientamento dei banchieri della Fed, schierati per una tendenza al rialzo per l’intero anno in corso.

Rimbalza il gas, salgono i consumi di petrolio

I segnali di frenata dell’economia si riflettono sul petrolio: Brent in calo a 84 dollari. Ma l’Agenzia Internazionale per l’Energia (Aie), nell’ultimo rapporto mensile ha alzato la stima sulla domanda petrolifera, che ora vede aumentare fino al livello senza precedenti di 101,7 milioni di barili al giorno nel 2023. La crescita, di 1,9 milioni di barili al giorno sarà concentrata per tre quarti nei Paesi emergenti e legata in gran parte a impieghi diversi dai carburanti per autotrazione, ad esempio la produzione di plastica.

Il gas europeo ieri sera ha chiuso in rialzo del +2,7% a 61,7 euro per mwh, da inizio anno -19%. La Germania, per bocca del vicecancelliere tedesco e ministro dell’Economia Robert Habeck, ha ammesso candidamente di aver “gonfiato” i prezzi del gas la scorsa estate per accelerare il processo di riempimento degli stoccaggi. Ora lo scenario in Europa è di uno stock a livelli molto superiori alla media storica con un inverno molto più mite del normale. Ciò spiega il forte ridimensionamento del prezzo che va a tutto vantaggio dei costi delle aziende e dei privati.

Jp Morgan taglia Eni a Neutral, più investimenti per Snam

Nel corso del consiglio d’amministrazione di ieri di Tim, si è parlato anche dell’andamento dell’attività e della struttura finanziaria, Secondo quanto scrive IlSole24Ore, a fine 2023 il debito dovrebbe essere intorno a venti miliardi di euro, il consensus degli analisti è a 20,8 miliardi. La Repubblica scrive invece che l’offerta della cordata guidata da Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe essere intorno ai 18 miliardi di euro.

Eni. JP Morgan taglia il giudizio a Neutral. L’Algeria siglerà con la società nuovi accordi nel 2023, anche sulla fornitura di energia elettrica. Lo ha detto in un’intervista a Reuters Tewfik Hakkar, amministratore delegato della compagnia energetica statale Sonatrach, mentre la prossima settimana è attesa nel Paese una visita della premier italiana Giorgia Meloni.

Snam investirà tra il 2022 ed il 2026 dieci miliardi di euro, quasi un quarto in più rispetto al piano precedente. Le indicazioni sono di circa mezzo miliardo sopra le stime del consensus.

Fincantieri. Attraverso la controllata americana Fincantieri Marine Group, l’azienda di cantieristica navale ha firmato un contratto con Crest Wind, joint venture tra Crowley ed Esvagt, per la progettazione e la costruzione di un Service Operation Vessel.

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