Condividi

Borse, Milano sale per l’effetto Libia. Una giornata di sollievo per le piazze finanziarie europee

Nonostante l’onda rialzista si sia frenata a fine giornata, i maggiori listini europei guadagnano tutti, a eccezione di Francoforte – Milano (+1,78%) risente dei balzi in avanti degli energetici come Eni e di altri gruppi con interessi a Tripoli, da Ansaldo a Trevi – Intanto continua l’attesa per le misure che Bernanke (Fed) dovrebbe presentare venerdì

I PETROLIFERI RISOLLEVANO LE BORSE
IN ATTESA DEL NUOVO PIANO BERNANKE

Il nuovo record dell’oro a quota 1.894,80 dollari l’oncia dimostra che la cautela, se non la paura, resta la nota dominante sui mercati. Ma la caduta del regime di Gheddafi ha comunque scatenato una corrente di ottimismo sui listini di cui si avvertiva un grande bisogno. Nel pomeriggio la corsa del Toro, spinto dai valori petroliferi, ha preso velocità un po’ ovunque, per poi rallentare nell’ultima parte della seduta. A Milano l’indice Ftse/Mib cresce dell’1,78% a quota 14.861. Ma risultano in ascesa tutti i listini del Vecchio Continente: Londra +1,03%, Parigi +1,14%. Fa eccezione Francoforte -0,11%, causa uno scivolone nel finale. La regina di giornata è Madrid: +2,1% in pratica invariata (-0,07%). Negli Usa, l’indice Dow Jones segna alle 18 un incremento dello 0,36%, lo Standard & Poor’s 500 sale dello 0,50% mentre il Nasdaq è in marginale ribasso -0,01%. A favorire il rimbalzo contribuiscono le voci su un’imminente decisione della Fed relativa a nuove misure straordinarie per rilanciare l’economia. Venerdì a Jackson Hole, nel Wyoming, Ben Bernanke parlerà ai banchieri centrali lì convenuti da tutto il pianeta: l’anno scorso il presidente della Fed lanciò in quella sede il secondo round di “quantitative easing”, due anni prima commise l’errore di minimizzare la crisi già in atto, poche settimane prima del default di Lehman Brothers: i mercati sperano che, da venerdì, emerga il sospirato terzo round. Anche se le previsioni degli analisti, primi fra tutti quelli di Socgen e di Goldman Sachs, non vanno in quella direzione. In una nota pubblicata oggi, gli analisti di SocGen spiegano che prima di arrivare a un QE3 la Fed metterà in campo tutte le armi convenzionali e soprattutto degli strumenti meno controversi. In questo senso è considerato più probabile l’innalzamento della duration media dei titoli nel portafoglio della Fed. Gli analisti di Goldman Sachs si aspettano che Bernanke sia pronto ad annunciare un cambiamento alla composizione del bilancio della Banca centrale piuttosto che una sua espansione, una strategia che “se usata in maniera aggressiva può avere un impatto significativo”. Le attese degli investitori sono però confortate dal livello estremamente basso dei rendimenti dei titoli di Stato americani: il Treasury Bill a 10 anni rende il 2,1% con un’inflazione del 3,6%. Questi tassi si spiegano con la previsione che entro la settimana il presidente della Fed, Ben Bernanke, annuncerà l’avvio di un terzo round di acquisti di titoli di Stato (il cosiddetto Quantitative Easing) per sostenere l’economia.

ENI (+6,4%) E ANSALDO GUIDANO LA RINCORSA
RALLENTA IL FRANCO, SPREAD BTP/BUND A 280

Nel frattempo il compito di sostenere Piazza Affari tocca all’Eni +6,6%, e all’Ansaldo +6,7%, legata a contratti per 700 milioni con Tripoli. le due società italiane che vantano i maggiori interessi in Libia. Ma la situazione contagia in maniera positiva anche altre società, come Saras +5,5%, Saipem +3,5%, Danieli +4,5% e la Trevi finanziaria +3,5%, una delle società più attive nel settore perforazione. Il settore oil è fra i più forti in Europa (Stoxx +2,6%) con Total e Bp che salgono rispettivamente del 4,3% e del 2,2%. Francia, Gran Bretagna e Italia sono i Paesi che hanno maggiormente appoggiato la rivolta anti-Gheddafi. Nel finale, al contrario, si spegne il rialzo dei titoli bancari e dell’auto. Il petrolio è contrastato: il Brent scende dello 0,7% a 107,8 dollari il barile, il Wti sale dell’1,9% a 83,7 dollari. Inversione di tendenza per tutti quegli asset che nelle scorse settimane erano stati percepiti come beni rifugio ed erano perciò oggetto di forti acquisti: è il caso del franco svizzero, che oggi perde lo 0,3% nei confronti dell’euro. Il cambio è fissato a 1,1348. Inversione di tendenza anche per il Bund decennale tedesco dopo i forti acquisti delle scorse settimane: oggi il rendimento sale di 5 punti base al 2,15% e si riduce così a 280 punti lo spread con il Btp, dai 283 di venerdì. La cancelliera Angela Merkel ha ribadito un netto rifiuto degli eurobond: “Minerebbero la stabilità economica della Germania”, ha detto ieri in un’intervista alla tv Zdf. La Banca Centrale Europea ha dichiarato di aver acquistato la scorsa settimana 14,3 miliardi di euro nel suo programma di acquisto bond della zona euro annunciato ad inizio agosto.

Commenta