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Borse: Juventus e Netflix, due crolli che fanno rumore

Listini azionari in recupero ma il flop della Superlega manda in tilt il titolo Juventus che a Piazza Affari perde più del 13% – Molto male anche Netflix (-7,2%) al Nasdaq per il calo degli abbonamenti – Credit Agricole al 52% di Creval – Oltre 3,7 miliardi la raccolta di Btp Futura

Borse: Juventus e Netflix, due crolli che fanno rumore

I listini europei rimbalzano, spinti nel finale dall’andamento positivo di Wall Street e da un leggero allentamento della pressione sui bancari. Piazza Affari si accoda più timidamente (+0,3%, 24.161punti), con i titoli del lusso in evidenza, le banche negative e la Juventus in profondo rosso (-13,7%) dopo il naufragio del progetto della Superlega, da cui si sono defilati uno dopo l’altro quasi tutti i club. 

La seduta è positiva per i titoli di Stato: scende lo spread a 101 punti (-2,47%, con un tasso del Btp decennale dello 0,75%) alla vigilia della riunione della Bce, mentre continua alla grande il collocamento del BtpFutura che chiude i battenti venerdì. Nella terza giornata di offerta sono arrivate richieste per 1,01 miliardi di euro, sulla base di circa 24mila contratti. La richiesta complessiva è pari a circa 4,68 miliardi di euro.

Sono più tonici gli altri listini europei, guidati da Amsterdam +1,3%, dove Heineken si apprezza del 4,84% dopo la presentazione dei conti del primo trimestre. Parigi sale dello 0,74% e grazie a Kering (+4,17%) offre un’ottima sponda ai titoli della moda in tutto il continente. La casa titolare del marchio Gucci ha chiuso il primo trimestre con vendite per 3,9 miliardi di euro (+21,4%), superando i livelli precedenti la pandemia. Francoforte si apprezza dello 0,5%, più o meno come Londra (+0,52%).

Oltreoceano Wall Street si muove a passo moderato ma in rialzo, dopo un avvio stonato. A sostenere gli indici sono i titoli di compagnie aeree e società di navigazione, mentre si fa sentire il tonfo di Netflix (-7,2%), che paga pegno ai dati trimestrali e alla delusione per il numero di nuovi abbonati (meno di 4 milioni, contro attese per 6,2 milioni), con previsioni per un aumento di un solo milione nell’attuale trimestre, che sarebbe quindi il peggiore mai registrato. Debole Apple, all‘indomani della presentazione di nuovi prodotti

Una certa cautela, a livello globale, è dettata dall’andamento dei contagi in molte parti del mondo, in particolare in India dove l’attuale nuova ondata di contagi da coronavirus sarebbe alimentata da una “variante particolarmente grave”, scrive il FT, che sta travolgendo gli ospedali e seminando un numero altissimo di morti.

Il grande ostacolo alla ripresa rappresentato dalla pandemia viene bilanciato però dalle massicce campagne vaccinali in corso soprattutto negli Usa. Anche l’Italia guarda con un certo ottimismo ai prossimi mesi e nel consiglio dei ministri di questa sera si appresta a varare un nuovo decreto legge Covid, valido dal 26 aprile al 31 luglio.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, intorno a 1,203. Il biglietto verde sembra ritrovare un certo appeal proprio per i timori indotti dalla recrudescenza dei contagi Covid e dal calo dei tassi Usa.

Al contrario il petrolio soffre l’aggiornamento dei dati sui contagi e si muove in calo. Per l’oro nero si guarda inoltre ai colloqui tra Iran e potenze mondiali volti a salvare l’accordo sul nucleare del 2015, perché, se dovessero avere successo, potrebbero portare al ritiro delle sanzioni e a un ritorno sul mercato del greggio iraniano.

“Tuttavia – scrive Reuters – le grandi aziende impegnate nel commercio del petrolio stanno accumulando diesel e cherosene nelle superpetroliere di Asia e Africa, in previsione di un aumento dei prezzi nei prossimi mesi, in seguito alle vaccinazioni contro il coronavirus”.

In questa cornice il Brent cede l’1% a scambia intorno a 65,90 dollari al barile; il greggio texano perde l‘1,2%, poco sotto 62 dollari. Delude il dato sulle scorte settimanali Usa, superiore alle attese.

Si muove in progresso l’oro, con il contratto giugno 2021 in rialzo dello 0,9% a 1794.80 dollari l’oncia.

Tornando in Piazza Affari, la seduta è stata vivacizzata in particolare dai titoli delle grandi firme: Moncler +4,26% sul Ftse Mib e nel resto del listino Ferragamo +3,37%, Tod’s +4,33% (oggi Chiara Ferragni è entrata ufficialmente nel cda), Cucinelli +4,43%, in attesa dei conti a mercati chiusi.

Bene il pharma con Recordati +2,57%, mentre Diasorin cede lo 0,1%.

Rialzi per Ferrari +2,43%, Inwit +2,43%, Campari +1,9%.

In zona rossa si fermano le banche. Bper perde il 2,22% nel giorno dell’assemblea per il via libera ai conti del 2020 e alla distribuzione del dividendo da 0,04 euro. Nell’occasione è stato anche nominato il nuovo cda per il triennio 2021-2023. Nel nuovo board è entrato, tra gli altri, Piero Luigi Montani che nella prima riunione utile del consiglio diventerà amministratore delegato, chiudendo così ufficialmente l’era di Alessandro Vandelli. A ruota l’azionista Unipol -1,26%.

Perdono Intesa -1,11%; Banco Bpm -1,2%; Mediobanca -1%; Unicredit -0,78%.  In spolvero, invece, Creval (+4,01%) a 12,444 euro, a un passo da quota 12,5 euro, nuovo prezzo d’Opa rilanciato da Credit Agricole nella notte per concludere l’offerta il cui termine è stato spostato da oggi al 23 aprile. 

Il titolo peggiore di Piazza Affari è la Juventus. sullo stop al progetto di una nuova competizione calcistica europea, la super League, con un effetto domino provocato dai club inglesi che per primi si sono defilati. Oggi anche il presidente della Juve Andrea Agnelli ha dovuto ammettere che il progetto “non è più attuale”. Fra ieri e oggi le azioni della Juve hanno bruciato i postivi effetti dell’annuncio del progetto lunedì scorso quando il titolo è balzato del 18%.

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