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Borse in rosso dopo la scossa di Draghi ai leader Ue

Rimane alta la volatilità sui listini europei e la maggiore flessibilità annunciata dalla Bce non basta a sostenere la fiducia – Si riduce però lo spread – A Milano bene Buzzi e Leonardo – Incertezza sulla maxicedola penalizza Fca

Borse in rosso dopo la scossa di Draghi ai leader Ue

La chiamata alle armi di Mario Draghi nella guerra contro la depressione è caduta su mercati in flessione. Tutti gli occhi sono puntati sulla videoconferenza tra i leader Ue, attesa nel pomeriggio, che affronterà la questione dell’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità nella lotta al coronavirus. Mercoledì nove Paesi si sono detti pronti al varo dei Coronabond. Stamane il ministro delle Finanze olandese, Wopke Hoekstra, ha detto che è troppo presto per prelevare fondi dal Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes).

Piazza Affari viaggia in ribasso del 2%. Perdite superiori all’1,5% a Parigi, Londra e Madrid. La peggiore è Francoforte (-2%). Stamane l’indice Gfk sulla fiducia dei consumatori è precipitato a 2,7 da 9,1, al minimo dal 2009.

Stanotte negli Usa il Senato, a maggioranza repubblicana, ha votato compatto la legge che stanzia 2.000 miliardi di dollari a protezione di aziende e famiglie: 96 a favore, nessun contrario. La Camera, a maggioranza democratica, dovrebbe votare tra oggi e domani. Nel primo pomeriggio, negli Stati Uniti viene diffuso il dato sulle nuove richieste di sussidio di disoccupazione: gli analisti si aspettano un balzo a 1,6 milioni, da 280.000 della scorsa settimana.

BCE, MASSIMA FLESSIBILITÀ SUGLI ACQUISTI DI DEBITO

La Bce, intanto, ha pubblicato stamane le istruzioni del programma di acquisti di titoli per 750 miliardi di euro varato la scorsa settimana. Non valgono i limiti e le restrizioni per Paese già applicati in occasione dei precedenti interventi, a partire dal limite sugli acquisti al 33% per singolo strumento e del 50% per i bond sovranazionali. Il programma prevede inoltre l’acquisto di titoli con scadenza compresa tra i 70 giorni e i 30 anni.

“La pandemia del coronavirus costituisce un’emergenza collettiva di sanità pubblica pressoché senza precedenti nella storia recente. È anche uno shock economico estremo, che richiede una reazione ambiziosa, coordinata e urgente delle politiche su tutti i fronti”. È quanto si legge nel Bollettino economico della Bce. Secondo Bloomberg, l’istituto è favorevole all’utilizzo dell’Outright Monetary Transactions, il programma di stabilizzazione messo a punto da Mario Draghi nel 2012, ai tempi della crisi dell’euro, finora mai usato. L’ex presidente della Banca centrale propone in realtà di andare oltre. I governi europei, ha scritto, devono assorbire rapidamente lo shock economico della crisi del coronavirus, anche a costo di un alto debito, poiché l’alternativa è una distruzione economica permanente.

SI STRINGE LO SPREAD, SALE L’EURO

Il rendimento del BTP 10 anni si ridimensiona di dieci punti base, all’1,39%, con lo spread che rientra intorno ai 170 punti base, sui minimi da metà marzo, dopo aver superato quota 300 lo scorso 18 marzo.

Sono in forte progresso tutti i governativi della periferia della zona euro: Bonos spagnoli -10 punti base, Portogallo -13 punti base, Grecia -35 punti base.

L’asta odierna di Ctz ha visto rendimenti ai massimi da giugno a 0,307. Il Btp indicizzato è stato collocato lievemente per 691 milioni (su un’offerta di 500-750 milioni) al tasso di 1,77%.

L’euro si rafforza per il quarto giorno consecutivo a 1,093 (+0,5%).

L’oro perde lo 0,7% a 1.603 dollari l’oncia.

Petrolio Brent a 27,7 dollari il barile, in calo dello 0,5%, dal +0,9% di ieri in chiusura. Eni (-1,9%) ha annunciato che taglierà quest’anno di un quarto gli investimenti, -2 miliardi di euro. Nel 2021 la riduzione sarà ancora più pesante, almeno 2,5 miliardi di euro, fino a 3 miliardi di euro. Per effetto di questa manovra di contenimento, la produzione scenderà a 1,84 milioni di barili al giorno.

Tenaris (+1,6%) ha diffuso una nota per avvisare che il board esaminerà più avanti l’ammontare del dividendo da proporre all’assemblea.

BUZZI E LEONARDO IN RIALZO, MALE PIRELLI

Il titolo migliore di Piazza Affari è Buzzi (+3,4%), che pure ha avvertito ieri che si aspetta per il 2020 un peggioramento degli affari, ma non ha fornito alcuna indicazione sull’andamento del conto economico nell’esercizio in corso. Il consiglio di amministrazione propone 0,15 euro di dividendo ed un piano di riacquisto di azioni proprie fino a 140 milioni di euro.

Sale del 3,5% anche Leonardo, in ripresa al seguito dei rialzi di Boeing (+24%) a Wall Street dopo il varo degli incentivi pubblici Usa. Rialzi superiori al 3% anche per Fineco e Unipol.

La maglia nera tocca invece a Salvatore Ferragamo e Pirelli, entrambi sotto del 4% circa. Giù anche Bper (-3,4%).

EXOR -0,5%. A RISCHIO LA MAXI CEDOLA FCA

Exor (-1,5%) ha comunicato che il consiglio d’amministrazione proporrà la distribuzione di un dividendo 0,43 euro, in linea con il valore dello scorso anno. A fine 2019 il debito netto era 2,6 miliardi di euro. La holding, nel comunicato diffuso ieri, valuta la sua controllata Partner Re, 9 miliardi di euro, ovvero, la cifra che Covea dovrebbe pagare per prendersela. La vendita è stata stipulata prima dello scoppio dell’epidemia, a valutazioni che ora sembrano del tutto distanti dalla realtà.

Fca -2,25%. Les Echos ritiene che non sia possibile, nelle attuali condizioni dei mercati, procedere ad un extra-dividendo così ricco come concordato da John Elkann con Peugeot.

Ferrari -2,14%: Morgan Stanley taglia il target price a 163 dollari.

AVIO (-8%) RINUNCIA A DIVIDENDO E BONUS

Hera +0,9%. All’indomani della pubblicazione dei dati del 2019, Mediobanca alza il giudizio a Outperform. La società ha detto che il lockdown dovrebbe penalizzare solo marginalmente l’Ebitda.

Tod’s +1%: Ubs taglia il target price a 19,8 euro.

Atlantia -0,3%: Autostrade per l’Italia ha pubblicato i dati sul traffico autostradale, da inizio anno il calo è del 71%.

Piaggio +1,5%: Standard & Poor’s ha declassato il rating e l’autolook.

Decolla Avio (+6%). La società ha deciso di non distribuire il dividendo e di posticipare l’incasso dei bonus maturati dai dirigenti.

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