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Borse in profondo rosso ma Milano limita i danni

Listini azionari in altalena e poi in netto ribasso malgrado il Qe della Fed – Piazza Affari perde ma meno delle altre Borse (-1%) – Exploit a due cifre di Nexi e Bper ma crollo di Cnh per le dimissioni dell’Ad

Borse in profondo rosso ma Milano limita i danni

Avvio di settimana negativo per le borse europee che chiudono una seduta molto volatile, condizionata nel pomeriggio dai pesanti ribassi di Wall Street. Nonostante la potenza di fuoco dispiegata dalla Fed, pronta a un intervento illimitato a favore dei mercati finanziari, i listini americani viaggiano in retromarcia nel loro primo giorno di scambi solo elettronici. 

Piazza Affari perde l‘1,09% e arretra a 15.559 punti, dopo aver oscillato fra un minimo di 15.02 e un massimo 15.788 punti base. Il rosso è più acceso a Francoforte -2,12%; Parigi -3,32%; Madrid 3,33%; Londra -3,89%; Zurigo -5,41%. Mentre il Covid 19 si espande nel mondo, superando la soglia dei 353mila contagi e gli Usa sfondano il tetto dei 35mila, l’economia si restringe e la recessione fa sempre più paura. La fiducia dei consumatori della zona euro a marzo cala di 5 punti portandosi a -11,6 punti. Nella Ue il calo è di 4,5 punti, -11 punti. A causa del coronavirus però i dati raccolti non sono completi perché solo il 15% circa delle risposte dei consumatori sono state registrate dopo le misure restrittive sulla mobilità nei vari Stati.

In questa situazione le banche centrali stanno giocando un ruolo curativo fondamentale, ma anche i governi devono fare la loro parte, pesano quindi le difficoltà riscontrate nell’approvare il piano di aiuti del governo federale statunitense dopo che ieri il Senato ha bocciato la proposta dei repubblicani. Goldman Sachs prevede una netta contrazione del Pil reale globale nel 2020 sulla scia di un calo del 24% del Pil reale statunitense nel secondo trimestre. Sul fronte europeo gli economisti interpellati da Bloomberg stimano un primo trimestre con Pil a -3%, seguito da un -2,4% nel secondo periodo dell’anno.

Intanto la Federal Reserve ha deciso un’importante espansione del Qe, dichiarando che gli acquisti di titoli del Tesoro e di obbligazioni garantite dai mutui, annunciati una settimana fa, sono “sostanzialmente illimitati”, acquisterà quindi i titoli di Stato “nella quantità necessaria”, togliendo il limite di 700 miliardi di dollari precedentemente fissato e aprirà nuove linee di prestito alle imprese per un valore di 300 miliardi di dollari.

Dopo la decisione sale il prezzo dei T-Bond, mentre il rendimento del decennale cala, scendendo anche al di sotto dello 0,750%. S’indebolisce il dollaro: l’euro si muove in leggero rialzo con il cross a 1,0735. 

S’impenna l’oro a 1553,50 dollari l’oncia. Al contrario il petrolio soffre il blocco che il coronavirus impone agli spostamenti e il conseguente calo della domanda. Il Brent cede il 4,37% e scambia a 25,80 dollari al barile. 

In Piazza Affari si assiste a un finale con pazzi rialzi e pazzi ribassi sul listino principale. Volano le azioni di Bper +14,02%, in un comparto bancario in ordine sparso, nel quale Unicredit -4,15% è in maglia nera.

Nexi balza dell‘11,48% dopo essere finita la scorsa settimana sotto il prezzo di collocamento. Progredisce Diasorin, +4,66%, che dovrebbe beneficiare del lancio sul mercato del nuovo kit rapido per identificare la positività al coronavirus. Nella moda si afferma ancora Ferragamo +3,92%.

Una pioggia di vendite investe Cnh, -14,95%, dopo le dimissioni del Ceo Hubertus Muhlhauser, che sarà sostituito pro tempore da Suzanne Heywood, presidente del cda. Il titolo ha perso circa il 40% nell’arco di un mese. Secondo Equita, interpellata dal Sole 24 ore, alla base dell’addio a sorpresa potrebbe esserci un piano quinquennale troppo ambizioso e definitivamente compromesso dalla pandemia.

Nella galassia Agnelli arretrano Ferrari -4,43%; Exor -5,21%; Fca -4,25%.

Male Atlantia -5,51%: Buzzi -6,54%. 

Seduta incerta sul secondario: alla fine tiene l’argine lo spread che chiude a 194 punti base, in miglioramento (-1,4%) rispetto a venerdì; il rendimento del decennale italiano scende a 1,56%.

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