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Borse in altalena sull’onda Bce e il petrolio corre

Piazza Affari chiude in sostanziale parità una giornata nervosa dominata da un lato dalle incertezze sulla Bce e dall’altro dal colpo d’ala del petrolio che torna sopra i 50 dollari barile su cui l’uragano Matthew potrebbe avere effetti imprevedibili – L’affondo di Amundi su Pioneer dà fiato a Unicredit e deprime Poste – Bene anche A2A, Azimut, Mediobanca e Generali – Sempre giù Mps.

Borse in altalena sull’onda Bce e il petrolio corre

Borse europee in altalena oggi e petrolio ai massimi da giugno, anche se a metà giornata i mercati limitano le perdite dopo che la Bce rassicura sul mantenimento del QE fino a marzo 2017 e anche “oltre, se necessario”. La diffusione dei verbali dell’ultima riunione di Eurotower danno una mano ai listini, anche se Milano è l’unica a chiudere positivamente, anche se di pochissimo, a +0,09%.

Wall Street apre in negativo, dopo la spinta ricevuta ieri dal rialzo del petrolio sopra i 50 dollari al barile (e oggi tocca un nuovo massimo da giugno), ma i mercati sembrano scettici, in attesa di un incontro informale fra i produttori Opec che si dovrebbe tenere fra l’8 e il 13 ottobre a Istanbul. Grava, su questa voce, anche un’incognita come l’uragano Matthew. A pesare sui listini americani ci sono inoltre notizie aziendali, come il fatto che Google non intende presentare un’offerta di acquisto per Twitter, con conseguente crollo del titolo (-16%). Di sicuro rilievo i lavori annuali del Fondo monetario internazionale in corso a Washington e il fatto che le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione si siano attestate in calo e vicino ai minimi in 43 anni. Un dato positivo che, in questo gioco al contrario, allarma gli investitori per il temuto avvicinarsi del rialzo dei tassi d’interesse da parte di Janet Yellen.

Le banche centrali dunque giocano un ruolo determinante nelle aspettative dall’una all’altra parte dell’Oceano. Le minute della seduta di settembre della Bce portano un notevole conforto visto che le condizioni economiche e le prospettive inflazionistiche non consentono ancora un cambiamento di rotta da parte di Mario Draghi. “È quindi di fondamentale importanza che venga mantenuto l’elevato livello di sostegno monetario”. Anche se Christine Lagarde avverte: “I banchieri centrali non possono agire da soli, tutte le politiche, monetarie, fiscali e strutturali, devono lavorare insieme”. 

A Milano brilla Unicredit, che mette a segno un rialzo del 2,29%, sulle ali di una notizia stampa in base al quale Amundi sarebbe disposta a mettere sul piatto un’offerta di 4 miliardi di euro per Pioneer, una cifra utile a ridurre anche l’atteso aumento di capitale. A questa notizia fa da contraltare il calo di Poste Italiane, in concorrenza per l’acquisto di Pioneer. È di oggi anche l’indiscrezione che Unicredit, insieme con altre banche, metterà in vendita la quota in Concardis, società tedesca che fornisce servizi di pagamento, che potrebbe raccogliere l’interesse sia di alcuni concorrenti sia di private equity.

Crollo senza fine invece per Mps (-3,34%) che tocca un nuovo minimo e la cui capitalizzazione scende sotto quota 500 milioni. Bene ancora Azimut (+2,11), Mediolanum (+0,65%), Generali (+1,34%), Mediobanca (+1,67%), A2a (+2,25%).

Due notizie in giornata vengono dalla multiutility Hera, che rafforza la sua presenza in Abruzzo con l’acquisizione del 100% di Gran Sasso, la società di Gran Sasso Energie con sede a Pratola Peligna (L’Aquila) che si occupa di vendita del gas e dell’energia elettrica sul mercato libero. Contestualmente il gruppo bolognese ha avviato il collocamento di un’emissione obbligazionaria decennale da 400 milioni di euro. L’operazione ha come obiettivo l’allungamento della durata media del debito. Il bond, con scadenza ottobre 2026, è gestito da un pool di banche: Banca Imi, Bnp Paribas, Credit Agricole, Mediobanca, UniCredit e Deutsche Bank.

A Londra brusco scivolone per EasyJet, dopo l’allarme utili lanciato dalla compagnia aerea low cost a causa degli effetti del calo della sterlina provocato dalla Brexit. Il titolo segna la performance peggiore del Ftse100 con un calo del 6,5% sui minimi da tre anni. La società ha annunciato che l’anno si chiuderà per la prima volta dal 2009 con un calo degli utili.

La sterlina d’altra parte segna un nuovo minimo a 1,26 sul dollaro in calo dello 0,81%, dopo che Angela Merkel sostiene che quello per la Brexit “non sarà un negoziato facile per Londra”, dato che l’UE pone delle condizioni sulla libera circolazione di merci e persone a chi negozia.

Intanto, sempre a Londra, si è aperta oggi la 16esima edizione della Star conference che vede la partecipazione di 49 società del Segmento Titoli ad Alti Requisiti di Borsa Italiana. Sono stati richiesti oltre mille incontri. L’occasione, che registra numeri record rispetto alle edizioni precedenti, consente al management delle società partecipanti di incontrare gli investitori, con una media di oltre 16 incontri one-to-one a società.

Positiva stamattina la chiusura della Borsa di Tokyo in progresso dello 0,47%, ancora sulla spinta dei buoni risultati di Wall Street di ieri e da un ulteriore rafforzamento del dollaro sullo yen in una fascia di cambio tra 103 e 104, utile supporto ai titoli delle aziende giapponesi esportatrici.

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