Condividi

Borse in altalena, spread in discesa: l’effetto S&P si fa sentire solo fino a un certo punto

I listini europei restano in territorio negativo, ma hanno recuperato rispetto ai minimi della mattinata – L’effetto negativo del possibile declassamento di S&P di 15 Paesi dell’eurozona viene compensato dalle aspettative per il vertice europeo di giovedì e venerdì – Lo spread Btp-Bund, risalito in area 380 pb dopo l’annuncio dell’agenzia, è ritornato giù

Borse in altalena, spread in discesa: l’effetto S&P si fa sentire solo fino a un certo punto

Lo spread tra Btp e bund prosegue la discesa a quota 356 punti. E le Borse, seppur ancora in territorio negativo, sono risalite dai minimi della mattinata. Se l’annuncio di S&P sul possibile downgrade di 15 Paesi della zona euro, quanto mai fuori tempo e discutibile, ha spento il rimbalzo di ieri, i mercati però tengono in attesa del vertice europeo di giovedì e venerdì e della riunione della Bce di giovedì, da cui è atteso un ulteriore taglio dei tassi di 0,25 punti base. E in attesa anche di conoscere i dettagli dell’accordo trovato ieri tra Sarkozy e Merkel che verranno spiegati domani in una lettera destinata alla presidente della Ue a Bruxelles Herman Van Rompuy. “Germania e Francia andranno avanti sul percorso di riforme tracciato”, ha rassicurato oggi Angela Merkel in relazione alla mossa di S&P.

SPREAD BTP-BUND IN DISCESA A 359 PUNTI
SPRINT DEGLI ORDINATIVI INDUSTRIALI IN GERMANIA

Ma avverte il direttore generale del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde, l’accordo “non è sufficiente e ci vorrà di più perché la fiducia torni sui mercati, fra gli investitori, i consumatori e coloro che devono mettere a punto la loro strategia per i prossimi due, tre o quattro anni e che vogliono sapere dove aprire nuove fabbriche e dove investire”. In mattinata, sempre sui timori innescati da S&P, in calo anche l’Asia: Tokyo ha chiuso in calo dell’1,39%, Hong Kong dell’1,24% e Shangai a -0,31%.

In Europa a fine mattinata gli indici hanno tentato il recupero riportandosi vicini alla parità, per poi perdere di nuovo leggermente quota: il Ftse Mib cede lo 0,39%, il Dax lo 0,76%, il Cac lo 0,31% mentre il Ftse 100 si è portato sulla parità (+0,06%).

Lo spread tra Btp decennali e bund, risalito in area 380 punti dopo S&P, ha ripreso a raffreddarsi e ora viaggia a quota 356 punti e rendimento al 5,87% sulla scia della positiva reazione di ieri alla manovra di Monti. Il presidente Napolitano ha firmato a fine mattinata il decreto salva Italia. Dopo la mossa di S&P si impenna anche il differenziale sul decennale francese a 104 punti e per la prima volta viene messa in discussione anche la tripla A della Germania. Da qui arriva però, a sorpresa, un colpo di reni dell’economia: a ottobre gli ordinativi industriali in Germania hanno segnato a sorpresa un balzo mensile del 5,2% (+1% le attese) segnando il rialzo più forte da 19 mesi. Un balzo che arriva dopo tre mesi di cali consecutivi. Il dato sul pil dell’Eurozona diffuso oggi ha invece confermato le attese di un +0,2% su base trimestrale e +1,4% su base annua. Ma in Italia la Confcommercio lancia l’allarme: “Siamo già in recessione” che prevede per il 2012 un calo dei consumi dello 0,3% e una flessione del pil dello 0,6%.

BANCHE IN ROSSO, MPS CONTROTENDENZA
CADE FONDIARIA SAI SU TIMORI DI UN NUOVO AUMENTO DI CAPITALE

A Piazza Affari continua il rally Mps, seppur più contenuto di ieri, che sale del 1,38% (ma in mattinata ha superato il 2%), mentre prende corpo l’ipotesi di un ruolo della Cdp nella ricapitalizzazione della banca (domani si riunisce l’Eba per il verdetto finale sulla necessità di capitale delle banche europee) e la Fondazione si dice disposta a scendere sotto il 50%. L’istituto senese guida i rialzi e stacca gli altri titoli bancari che si muovono in territorio negativo: Bpm -2,39%, Ubi Banca -0,56% Unicredit -1,14%, Intesa -0,22%. Banco Popolare cede l’2,13%: il ceo Pier Francesco Saviotti, ha dichiarato che il Banco non intende impegnarsi nella conversione del bond come chiedono alcuni hedge fund. Tra i finanziari cade Fonsai (-3,88%) sulle indiscrezioni di un nuovo aumento di capitale in arrivo. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, l’Isvap avrebbe frenato l’operazione attraverso cui la società del gruppo Ligresti avrebbe conferito le partecipazioni strategiche in unico veicolo il cui 40% sarebbe poi stato acquistato da Crédit Suisse. Alla base di tale decisione ci sarebbe il fatto che FonSai mantenga il controllo del veicolo, pur facendo cassa, beneficiando di 8-12 punti percentuali sui coefficienti di solvibilità.

In progresso sul listino principale anche Eni +0,87% che beneficia dell’upgrade di Deutsche Bank: gli analisti della banca tedesca hanno alzato la raccomandazione sul colosso petrolifero italiano a buy dal precedente hold, portando il prezzo obiettivo a 20 euro da 19 euro. Telecom Italia sale dello 0,69%, Campari dello 0,29%. Tra i ribassi più marcati oltre a Fondiaria Sai troviamo Azimut (-2,35%), Fiat (-2,19%), Ansaldo Sts (-1,69%).

Commenta