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Borse in altalena e calanti nel finale: a Piazza Affari boom di Stellantis e crollo di Campari

Borse in altalena sia in Europa che negli Usa: Piazza Affari vicina alla parità trainata dal boom di Stellantis ma zavorrata da Campari

Borse in altalena e calanti nel finale: a Piazza Affari boom di Stellantis e crollo di Campari

Non c’è pace sui mercati a causa della crisi ucraina, nonostante i conti di alcune aziende come Stellantis abbiano sostenuto oggi, in parte, l’umore delle Borse europee.

Borse in altalena

Piazza Affari perde lo 0,34% e scivola a 25.955 punti, dopo aver assaporato un buon rialzo nel corso della seduta come del resto è accaduto a Francoforte -0,4%; Parigi -0,1%; Amsterdam -0,55%; Madrid -0,68%. In lieve controtendenza Londra, +0,09%.

Nel primo pomeriggio aveva fatto ben sperare l’avvio intonato di Wall Street e si contava su un rimbalzo, visto che lo S&P 500, con le perdite di ieri, è entrato in correzione e perde più del 10% dal picco di gennaio. Ma gli indici newyorkesi hanno poi invertito la rotta e al momento sono in calo frazionale.

L’ottimismo maturava dal fatto che le sanzioni decise contro la Russia da Stati Uniti, Europa e Giappone, non sono poi così pesanti da escludere un’uscita diplomatica dal caos. L’incalzare delle notizie dalle varie parti in causa, compreso un attacco informatico a siti governativi di Kiev e le sanzioni Ue, unitamente all’attesa di una stretta da parte delle banche centrali, ha evidentemente fatto cambiare umore agli investitori.  

La battaglia a colpi di sanzioni continua a gravare sui prezzi del gas, che salgono anche nella seduta odierna, mentre il petrolio, che aveva avviato la giornata in calo, sta riprendendo forza e al momento tratta in rialzo. Il Brent marcia nuovamente verso i 100 dollari e tratta in rialzo dell’1,4% a 98,2 dollari al barile. Recupera l’oro, che dopo aver perso quota 1900 dollari, ora tratta in progresso a 1906,92 dollari l’oncia. 

Stellantis regina

A sostenere il listino principale di Piazza Affari, dando al contempo una bella carica all’indice europeo, è Stellantis che si apprezza del 4,41% dopo la presentazione del bilancio 2021, nettamente superiore alle attese. L’utile netto a 13,4 miliardi è quasi triplicato rispetto al 2020. Il cda proporrà un dividendo complessivo di 3,3 miliardi di euro all’assemblea degli azionisti del prossimo 13 aprile, circa 1,06 euro è il dividendo per azione, sopra il consensus di 1,01 euro. Exor non esulta (-0,5%), ma in quanto primo azionista con il 14,4% del capitale e dei diritti di voto di Stellantis, si metterà in tasca una cedola di 475,2 milioni di euro. 

Nella parte alta del listino si confermano Diasorin +3,38% e Inwit +1,76%, insieme a titoli difensivi come quelli delle utility.

Piange a dirotto invece Campari, -9,77%, dopo aver stimato un impatto negativo, sui margini 2022, dei costi delle materie prime. Questa zavorra costringe il gruppo a  posticipare il miglioramento precedentemente atteso e a prevedere un Ebit margin organico sostanzialmente piatto.

Il bilancio di giornata è rosso per anche per Cnh, -6,14%, poiché evidentemente il piano industriale al 2024 presentato ieri non ha fatto breccia. Gli analisti lo giudicano un po’ conservativo e influenzato dal quadro macroeconomico.

È ripartita già da qualche seduta l’emorragia su Saipem, -5,16% e va giù anche Telecom, -3,3%. “Oggi in Borsa tiene banco il tema di Tim che potrebbe non distribuire la cedola e vendere la quota in Inwit”, ha detto un trader a Reuters.

Sono negative le banche, a partire da Banco Bpm -3,86% e Intesa -1,48%. Fuori dal paniere principale Mps cede l’1,38%, mentre il ministro dell’economia Daniele Franco, alle Camere, ha detto di aver avviato l’interlocuzione con la Commissione europea per ottenere una “congrua proroga” al termine di fine 2021 per la cessione della partecipazione detenuta nel Monte dei Paschi (pari al 64% del capitale).

Resta sugli scudi Gas Plus, +18,89%, galvanizzata dai prezzi del gas.

Crisi Ucraina e banche centrali 

Cosa faranno le banche centrali in un contesto in cui spirano venti di guerra, ma l’inflazione continua a correre? Banchieri e osservatori sono divisi.

Secondo Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca centrale di Francia e componente del board della Bce, le tensioni in Ucraina dovrebbero indurre Eurotower a “prendere tempo” su un eventuale rialzo dei tassi e a mantenere “flessibilità” per l’uscita dalle misure di stimolo. Francoforte dovrà valutare “le conseguenze indirette” degli eventi geopolitici. “Il tempo è essenziale per evitare errori” e bisogna soppesare le azioni che vanno “prese non troppo tardi con il rischio di lasciare correre l’inflazione e non troppo presto per non frenare la ripresa”.

Secondo il vicepresidente della Bce Luis de Guindos gli acquisti netti di asset dovranno comunque terminare prima che si possano alzare i tassi di interesse. Per il collega austriaco Robert Holzmann invece la Bce potrebbe iniziare ad aumentare i tassi di interesse prima di terminare il suo programma di acquisto di obbligazioni. E questa è una posizione in contrasto con la guidance ribadita dalla presidente Christine Lagarde.

Intanto gli esperti di Citi sostengono che l’escalation in Ucraina difficilmente convincerà le banche centrali a rimandare una stretta, a meno che non si arrivi davvero a una guerra. Citi ribadisce quindi la previsione di un aumento di 50 punti base dalla Federal Reserve statunitense a marzo.

Il governatore della Banca d’Inghilterra Andrew Bailey avverte che esiste un chiaro rischio che alti livelli di inflazione possano rivelarsi vischiosi.

D’altra parte le banche centrali sono molto indietro rispetto a quello che l’inflazione sta mostrando. Un nuovo promemoria è arrivato oggi, con i dati sull’inflazione della zona euro di gennaio: +5,1% anno su anno.

Spread in rialzo

Chiude in rosso il secondario italiano. Lo spread sale a 170 punti base, con un tasso del Btp 10 anni a +1,93% e del Bund di pari durata di +1,24%.

Sul primario intanto si registra una buona domanda e il rendimento in salita per il BTp Short Term assegnato oggi in asta del Tesoro. Si tratta della terza tranche del BTp con scadenza 29/11/2023 per un importo di 3 miliardi di euro a fronte di una domanda che ha raggiunto i 4,752 miliardi di euro. Il rapporto tra domanda e offerta si è attestato a 1,58 mentre il rendimento è salito di 27 centesimi allo 0,14 per cento. Il regolamento dell’asta cade il prossimo 1 marzo.

È poco mosso il cambio l’euro-dollaro che mostra un cross intorno a 1,132.

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