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Borse, Grecia e Pil eurozona: nodi di giornata. Piazza Affari inizia in rialzo sulla scia dell’Asia

Piazza Affari in rialzo stamani sulla scia dell’Asia – I dati sul Pil dell’eurozona al centro dell’attenzione – Attesa anche per l’asta di titoli a tre mesi prevista oggi in Grecia e timori per la nuova infiammata del prezzo del petrolio – Intanto il fondo salva-Stati rischia una battuta d’arresto, a causa di un nuovo ricorso contro l’Esm in Germania

Borse, Grecia e Pil eurozona: nodi di giornata. Piazza Affari inizia in rialzo sulla scia dell’Asia

GRECIA, PETROLIO E PIL DELL’EUROZONA, I 3 NODI DI GIORNATA

TORO IN ASIA. A WALL STREET CAPITOMBOLO DI GROUPON

Il Toro fa capolino negli scambi di Tokyo +0,37% e di Hong Kong +0,24%. A favorire la ripresa la pubblicazione delle minute della riunione della banca centrale giapponese, da cui emerge la prospettiva di nuovi stimoli all’economia e l’attesa per i dati sulle vendite al dettaglio Usa, segnale-chiave per capire la consistenza della ripresa dei consumi.

L’Europa, dopo un’apertura di settimana debole, attende senza troppe illusioni, la pubblicazione dei dati sull’andamento del pil dell’eurozona. Nel frattempo la Borsa di Milano ha chiuso la seduta in lieve ribasso e sui minimi della seduta nonostante il buon esito dell’asta dei titoli di Stato italiani: l’indice Ftse Mib ha perso lo 0,11% a 14.532 punti. Francoforte ha chiuso in ribasso dello 0,45%, Londra e Parigi in calo dello 0,3%.

Lo spread tra il Bund ed il Btp sulla scadenza 10 anni è a 446 punti base, in lieve recupero da venerdì (-3 punti base).

In questa cornice Wall Street ha vissuto una giornata senza brio, allineandosi alla scarsa vena dei listini del Vecchio Continente: Dow Jones – 0,29%, S&P -0,13%, Nasdaq +0,05%.

Groupon -17%continua a deludere il mercato. Dai dati trimestrali emerge che il leader del mercato dei coupon online sta perdendo quota: le vendite sono salite del 45% (a quota 568,3 milioni) ma restano sotto le stime degli analisti. Dall’Ipo il titolo ha perduto il 62%.

Peggio di Facebook (-46%) su cui pende la spada di Damocle della fine del lock up suu 1,9 miliardi di azioni che scatterà giovedì. Convincere Goldman Sachs a non riversare le sue azioni sul mercato è il primo impegno di Sharil Sandberg, il coo della compagnia entrata a far parte (prima donna) del board.

Google ha annunciato ieri che la controllata Motorola Mobility, acquisita l’anno scorso per 12,5 miliardi di dollari, taglierà 4000 posti di lavoro (20 per cento della forza lavoro) e chiuderà un terzo delle proprie sedi internazionali.

Dietro la calma apparente della stagione vacanziera, si profilano vecchi e nuovi ostacoli. Torna, innanzitutto, ad infiammarsi il petrolio, trattato stamane, nella versione Wti, a 92,77 dollari il barile. E’ la conseguenza delle crescenti tensioni in Medio Oriente. Il Brent ha toccato quota 115 dollari il barile per la prima volta dal 4 maggio scorso.

L’euro è trattato a quota 1,2343 sul dollaro. La svalutazione della moneta unica (in un anno -13,2% sul dollaro, – 11,7% sullo yen) ha ridato ossigeno all’export delle multinazionali europee, ma si profila un nuovo round di “guerra monetaria” con le economie emergenti: Colombia, Cile e Corea del Sud hanno già avviato massicci acquisti di dollari per indebolire il cambio, è probabile che la Cina, alle prese con una frenata dell’export, adotti misure a favore dello yuan debole nonostante le pressioni americane.

Il fondo salva Stati rischia una nuova battuta d’arresto. Un nuovo ricorso contro il meccanismo di salvataggio dell’eurozona, l’Esm, e’ stato presentato alla Corte costituzionale della Germania. Secondo il quotidiano Handelsblatt il ricorso proviene da un gruppo guidato da Markus Kerber, professore di tecnologia all’universita’ di Berlino da tempo fra i critici più accaniti dell’eurozona. La nuova azione legale potrebbe costringere la Corte a rinviare la decisione sulla costituzionalità dell’Esm prevista per il 12 di settembre. I riflettori si accenderanno stamane anche sulla tragedia greca.

Stamane il Tesoro di Atene proverà a collocare sul mercato 3 miliardi di titoli a tre mesi (gli unici che riesce a piazzare) per rimborsare il 20 agosto un prestito da 3,2 miliardi in portafoglio quasi interamente alla banca centrale europea.E’ il primo passaggio di un percorso ad ostacoli sempre più drammatico: entro fine mese il Parlamento dovrà approvare altri 11,5 miliardi di tagli per sbloccare la nuova tranche di 31 miliardi di aiuti necessari per pagare stipendi e pensioni. Il tutto in una situazione economica che precipita. Il Pil è sotto del 6,2% ben oltre i timori della banca centrale di Atene che stimava per l’intero 2012 un calo “solo” del 4,5%. Il prodotto interno lordo è in retromarcia fissa da fine 2008 e la contrazione complessiva dell’economia è arrivata ormai al 17,5%.

Ieri alla Borsa di Milano si sono messe in luce le banche che a fine seduta hanno ridotto i guadagni iniziali superiori al 2%. Unicredit +1%, Intesa +0,8%. Mediobanca +1%, Banca Popolare di Milano +0,7%, Banca Popolare dell’Emilia +0,2%.

In evidenza molte utility. Enel si è spenta nel pomeriggio e chiude con un rialzo dello 0,3%. A2A +3,3%. Terna +0,3%, Enel Green Power +2%.

Tra le small cap si segnala Iren +3,4%. Finanziaria Sviluppo Utilities, la holding dei Comuni di Torino e Genova socio di riferimento di Iren con il 35,9%, sarà costretta a rinegoziare il debito da oltre 180 milioni con Intesa Sanpaolo. Il bilancio della societa’ ha registrato una perdita netta di 259 milioni, provocata dalla svalutazione della partecipazione in Iren da 1,96 a 1,35 euro (contro gli 0,35 euro della chiusura di ieri in Borsa). Fsu ha cosi’ concordato una ristrutturazione del debito con Intesa Sanpaolo , che prevede un sostanzialmente allungamento della scadenza rispetto al precedente 2020. Tra le blue chip, Mediaset ha guadagnato l’1%. In calo del 2,5% Stm.

Fondiaria Sai +1,4% (0,955 euro) è tornata a un passo da 1 euro del prezzo delle nuove azioni dell’aumento di capitale. Unipol +0,7%, si è riportata poco sopra il prezzo delle nuove azioni (2 euro) emesse in occasione dell’aumento di capitale.

Prelios è caduta perdendo il 13,5%: la società immobiliare potrebbe aver bisogno di lanciare un aumento di capitale fino a 150 milioni di euro per ripianare le perdite generate da un insieme di svalutazioni di attivi.

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