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BORSE CHIUSURA 25 GENNAIO – Apple, Amazon, Google e Microsoft mandano ko il Nasdaq e frenano le Borse

Le prospettive in chiaroscuro del Big Tech americano mettono in crisi le Borse negli Usa e in Europa

BORSE CHIUSURA 25 GENNAIO – Apple, Amazon, Google e Microsoft mandano ko il Nasdaq e frenano le Borse

Più che leopardi i mercati europei, che chiudono poco mossi, sembrano oggi gattini annacquati, stretti tra le preoccupazioni per le scelte delle banche centrali e l’avvio negativo di Wall Street. Sono in calo le mega tech Usa a partire da Microsoft, che ieri ha presentato ottimi conti, ma avvertendo che potrebbe fallire le attese sugli utili della divisione cloud nell’attuale trimestre. I ribassi mandano ko il Nasdaq (-1%).

È inquietante poi l’attesa di un’escalation nella guerra in Ucraina, dopo la decisione della Germania di inviare 14 carri armati Leopard 2-A6 a Kiev, insieme ad altri paesi europei che li hanno acquistati, per un totale di un’ottantina di mezzi. In questi minuti sul tema dovrebbe intervenire il presidente Usa Joe Biden, mentre il giornale tedesco Spiegel scrive che gli Stati Uniti, a loro volta, invieranno in aiuto all’Ucraina un altro battaglione di carri armati modello Adams. Questo aiuta il comparto della difesa e pesa sulla bilancia anche positivamente, ma non basta ad allontanare le preoccupazioni.

Europa in stand-by

In sostanza i mercati europei restano alla finestra, bilanciandosi tra vendite e acquisti. 

In chiusura Piazza Affari è praticamente incolore, (-0,03% 25.875 punti base) come Francoforte -0,06%, Parigi -0,09%, Madrid -0,14%, Londra -0,18%.

La maglia nera del giorno va ad Amsterdam -0,68% dove Asml Holdin Nv perde lo 0,58% dopo aver toccato ieri i massimi di nove mesi. Il produttore olandese di apparecchiature per chip ha previsto una crescita delle vendite di oltre il 25% per il 2023.

Migliora la fiducia in Germania. La Banca del Canada alza i tassi, ma potrebbe fermarsi

In Germania l’indice Ifo, che misura la fiducia delle aziende, è salito a gennaio a 90,2 da 88,6 del mese prima, in linea con le previsioni e sui massimi da sette mesi, al livello di giugno.

I dati macro in miglioramento si prestano in questa fase a una doppia lettura, da un lato rafforzano la fiducia in un’economia resiliente, dall’altro possono aiutare la Bce a muoversi decisa per riportare l’inflazione intorno al 2%. Una prospettiva tenuta viva anche oggi da nuove dichiarazioni di membri di Eurotower.

Intanto la Banca centrale canadese ha alzato i tassi d’interesse di 25 punti base al 4,50%, livello più alto da 15 anni, ma potrebbe essere l’ultima volta. Si tratta dell’ottavo incremento consecutivo volto ad abbassare l’inflazione, che è ancora al 6,3%, ma che dovrebbe scendere notevolmente nel 2023, secondo l’istituto canadese. “Se l’economia andrà come prevede l’outlook, ci aspettiamo di mantenere i tassi al livello attuale per verificare l’impatto dei rialzi”.

Euro ancora sui massimi da nove mesi e spread stabile

L’insieme delle notizie sostiene l’euro, che tratta contro il dollaro intorno a 1,09%, ai massimi da nove mesi.

Tra le materie prime il petrolio è poco mosso: il Brent sale dello 0,14%, 86,25 dollari al barile; Wti +0,46%, 80,5 dollari al barile.

In tema di energia il gas naturale continua a indebolirsi: per un prezzo oggi attorno a 56 euro in calo del 3,72%.

In attesa di novità si registra qualche debole tensione sul secondario. Lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata chiude a 179 punti base (+0,25%) con tasso indicato in crescita a 3,96% per il titolo italiano e 2,12% per il titolo tedesco.

Piazza Affari tra ruggiti di guerra e petroliferi deboli

Tra ruggiti di guerra e petroliferi in ribasso, Piazza Affari chiude un’altra seduta interlocutoria.

La blue chip regina del giorno è Iveco, +3,13%, che festeggia un accordo con De Lijn (azienda controllata dal governo per i trasporti pubblici delle Fiandre), per la vendita di un primo lotto di 65 autobus urbani completamente elettrici E-WAY e ulteriori lotti fino a un totale di 500 mezzi. Secondo Equita il valore del contratto è compreso tra i 250 e i 300 milioni di euro, un valore pari al 3% del fatturato della divisione.

Leonardo +2,56% si conferma in denaro, sostenuta anche da voci di una possibile commessa turca per il consorzio Eurofighter.

Erg si apprezza dell’1,8% e, in zona utility, sono positive Italgas +1,18%, A2a +1,08 ed Hera +1,07%.

Bene Buzzi +1,74% e Unipol +0,96%.

Si spegne invece Amplifon, -0,77%, dopo un avvio scoppiettante grazie alla promozione a “buy” da “hold” degli analisti di Jefferies, con prezzo obiettivo a 29,2 euro da 26,2 euro.

Il rosso è intenso per Interpump -2,89%, Saipem -1,79%, Nexi -1,77%, Prysmian -0,96%.

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