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Borse: Asia ancora giù dopo crollo record petrolio

Il dollaro sale contro tutti e specialmente contro la rupia indonesiana e contro il dollaro australiano – L’euro è di poco più debole, a 1,24.

Borse: Asia ancora giù dopo crollo record petrolio

Il prezzo del petrolio, che è sceso ormai del 45% dai massimi di giugno, fa pensare a molti che l’economia mondiale stia rallentando oltre il previsto. Ma la ragione principale del crollo del greggio sta nella sovraproduzione in corso: anche se a questi livelli il petrolio da scisti non giustifica nuove esplorazioni, i pozzi esistenti vengono sfruttati al massimo, dato che il costo marginale (ammortizzati ormai gli impianti di estrazione) è di molto inferiore al prezzo. 

La brutta chiusura di Wall Street di venerdì si è fatta sentire sui mercati asiatici, e l’indice azionario regionale MSCI Asia Pacific sta calando di circa l’1% verso la fine delle contrattazioni. Il Nikkei perde l’1,4% ma Shanghai tiene sui livelli precedenti (-0,1%). 

Il dollaro sale contro tutti e specialmente contro la rupia indonesiana (ai livelli più bassi dalla crisi asiatica del 1997-98) e contro il dollaro australiano (l’Australia aggiunge ormai al disavanzo esterno, praticamente strutturale, anche un sostanziale disavanzo pubblico, legato al crollo dei proventi da royalties e tasse sulle materie prime). L’euro è di poco più debole, a 1,244 e lo yen segna 118,6 contro dollaro nel primo pomeriggio giapponese.

Anche l’oro scende contro dollaro, a 1318 $/oncia. Il greggio WTI, che era sceso sotto i 57 $/b, si è ripreso a 58,3 (Brent: 62,5). Risalgono (+0,3 e +0,4% rispettivamente) i futures su Dow Jones e S&P500.


Allegati: Bloomberg

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