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Borse 26 maggio pomeriggio: la schiarita sul debito Usa fa volare Wall Street ma anche i listini europei

Accordo a portata di mano tra Dem e Repubblicani sull’innalzamento del tetto del debito Usa che fa letteralmente volare i mercati – Piazza Affari tra le Borse migliori

Borse 26 maggio pomeriggio: la schiarita sul  debito Usa fa volare Wall Street ma anche i listini europei

La schiarita nelle trattative per l’innalzamento del tetto del debito Usa scalda anche le borse continentali, che si sono rafforzate nel pomeriggio in sintonia con l’avvio intonato di Wall Street.

La chiusura dell’ultima seduta della settimana in Europa è così positiva e prende le mosse da Amsterdam, +1,68%, in gran spolvero con i titoli tecnologici (Asm International, +6,4%), galvanizzati già ieri dalle stime record di Nvidia per la grande domanda di chip utili all’intelligenza artificiale.

Registrano oggi guadagni superiori a un punto percentuale Milano +1,16% e Parigi +1,24% guidate da Stm +3,89%, Francoforte +1,21%. Sono leggermente più arretrate Londra +0,74% e Madrid +0,83%.

Passi avanti nell’accordo sul tetto del debito Usa

Ad allentare le briglie al Toro oggi è la possibilità che gli Stati Uniti evitino il default ai primi di giugno. Il presidente USA Joe Biden e lo speaker della Camera Kevin McCarthy si starebbero infatti avvicinando a un accordo per l’innalzamento del tetto del debito pubblico di 31.400 miliardi di dollari per due anni, limitando al contempo le spese del governo. Fonti stampa riferiscono che ancora non c’è un’intesa sul nuovo ammontare del tetto, ma le parti avrebbero trovato un punto d’incontro su un aumento delle spese per la Difesa del 3% e sulla necessità di ammodernare la rete elettrica nazionale.

Nell’attesa che il quadro si chiarisca riprende i sensi il petrolio, dopo le perdite di ieri. Il Brent tratta in progresso dello 0,6% a 76,73 dollari al barile; il greggio tetano sale dell’1,27% a 72,74 dollari.

Va sempre più giù il prezzo del gas ad Amsterdam, sceso oggi sotto i 25 euro al Mwh.

L’inflazione Usa morde ancora

Oltre Atlantico è brillante Wall Street, nonostante l’inflazione abbia accelerato in aprile, con l’indice dei prezzi Pce (Personal Consumption Expenditures) salito del 4,4% su base annua, dal +4,2% di marzo. Su base mensile, l’indice è aumentato dello 0,4% ad aprile sia per la componente complessiva sia per quella ‘core’, che esclude i prodotti alimentari e l’energia, un andamento che in chiave Fed solleva qualche preoccupazione. 

In tema di banche centrali si registrano i dubbi di Bofa sulla politica aggressiva della Bce.

Nell’ultimo report settimanale il capo economista Rubén Segura-Cayuela sostiene infatti che “sebbene sia evidente la persistenza dell’inflazione di fondo, guardando anche al 2024 i vari indicatori di domanda e offerta suggeriscono che il problema dell’inflazione non richiede una stretta così brusca come quella che la Bce finirà per imporre”. BofA si aspetta che l’inflazione di fondo, ora al 5,6%, possa diminuire più rapidamente visto che il quadro generale rimane quello di “un’economia debole con una domanda interna persistentemente debole”, con l’economia tedesca che tornata “al di sotto dei livelli pre-Covid”.

In Italia a maggio è scesa inoltre la fiducia di consumatori e imprese.

In questo contesto il dollaro resta tonico, mentre l’euro tratta in ribasso in area 1,07.

Salgono i tassi dei governativi sulla curva lunga nel blocco e negli Usa.

Spread stabile e tassi in salita. Fmi all’Italia: attui il Pnrr

Lo spread tra Btp decennale e Bund di uguale durata è stabile a 186 punti, ma i rendimenti crescono in parallelo rispettivamente a +4,4% e +2,53%.

Sul primario il rendimento dei Bot semestrali si è impennato addirittura di 20 punti base, al 3,528%, facendo segnare il massimo dal dicembre 2011.

Per l’Italia in giornata sono arrivate anche le previsioni positive del Fondo Monetario Internazionale, che ha rivisto al rialzo la crescita del Belpaese 2023 e 2024 portandola a + 1,1% per tutti e due gli anni, rispettivamente da +0,7% e +0,8%. L’organismo internazionale raccomanda però anche una “completa e tempestiva” attuazione del Pnrr per aumentare la produttività e la crescita potenziale, mentre invita a fare un piano credibile di riduzione del debito.

Piazza Affari in rialzo, nella peggior settimana da marzo 

A favorire il rimbalzo di Piazza Affari è stato nel pomeriggio il placarsi delle vendite sui titoli bancari, mentre si sono rafforzati gli acquisti in altri settori. Il bilancio settimanale del Ftse Mib resta il peggiore da metà marzo, ma questo venerdì ha offerto all’azionario numerosi spunti positivi.

Oltre al balzo di Stm svettano Interpump +2,76%, Amplifon +2,48%, Moncler +2,26%. Bene il risparmio gestito con Azimut +2,33% e Banca Mediolanum +2,32%. Per l’auto conduce Stellantis +2,09%, nelle utility Hera +2,03%, mentre Terna +1,07%, festeggia la revisione al rialzo dei target di prezzo di due case d’affari, Bank of America e Hsbc.

I ribassi sono frazionali e si limitano ad Erg -0,61%, Telecom -0,58%, Intesa -0,27%. Sono praticamente piatte Generali -0,06% e Banco Bpm -0,08%.

Mps è timidamente positiva, +0,29%, con il ministro Giancarlo Giorgetti che al festival dell’economia di Trento osserva che questa è “una partita da vincere. Oggi rispetto a sei mesi fa Mps può diventare una preda ambita invece che un qualcosa da tenere lontano. È un elemento chiave”. E ancora: “Le mosse che faremo saranno indirizzare a dare un assetto al mercato credito italiano ancora più competitivo”. Un terzo terzo polo bancario? l’obiettivo è “fare nel sistema del credito quello che abbiamo fatto con Ita, vedremo”.

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