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Borsa, tregua dopo il rally e qualche presa di profitto

Dopo la cavalcata dei giorni scorsi, nel giorno dell’elezione del nuovo Presidente Usa, i mercati tirano il fiato e qualcuno, soprattutto a Wall Street, non rinuncia alle prese di beneficio

Borsa, tregua dopo il rally e qualche presa di profitto

I listini europei si prendono una pausa di riflessione dopo la corsa delle ultime cinque sedute e chiudono misti una giornata volatile e condizionata, nel pomeriggio, dall’incertezza di Wall Street. Milano perde lo 0,25%, fermandosi a 19.681 punti; Francoforte -0,68%; Parigi -0,46%; Madrid -0,77%; Londra +0,08%; Zurigo +0,20%.

L’attenzione globale è ancora rivolta alla Casa Bianca e al suo prossimo inquilino, che con ogni probabilità sarà Joe Biden. Ma Donald Trump non intende farsi da parte senza battaglie legali. Gli investitori tirano così i remi in barca prima del fine settimana, dopo aver festeggiato nei giorni scorsi la possibilità che tutto cambi senza che troppo cambi, con Il Congresso diviso e il Senato in mano ai repubblicani.

Piazza Affari trova un equilibrio anche in scia alle trimestrali di titoli importanti. Tengono alto il tono del listino Inwit (+3,96%), Nexi (+2,42%), Cnh (+1,89%) ed Enel (+1,33%). Su quest’ultima S&P conferma il rating ‘BBB+’ per la solida performance nella trimestrale e la semplificazione nonostante l’esplosione del coronavirus: “La performance operativa di Enel è stata solida durante tutta la pandemia Covid-19 e l’Ebitda nel 2020 dovrebbe aumentare a 18 miliardi di euro dai 17,7 miliardi registrati nel 2019, grazie all’aggiunta di energie rinnovabili e alla solida performance della rete”.

Crolla invece Leonardo (-7,23%), dopo i risultati del terzo trimestre migliori delle attese su ordini, ricavi e margini, mentre il free cash flow è stato inferiore alle previsioni. Il peggioramento, dice una nota, è dovuto allo “spostamento nel quarto trimestre delle milestone di fatturazione e incasso e delle consegne di macchine per effetto del Covid-19, che hanno comportato un significativo incremento del circolante con conseguente assorbimento di cassa”. Ma, secondo un broker, “il dato sul free cash flow è preoccupante perché vuol dire che la società sta bruciando cassa”.

Le vendite colpiscono Unipol (-3,55%); Unicredit (-3,08%); Bper (-3,23%) e Atlantia (-2,5%).

Fuori dal paniere principale, Mps guadagna il 3,26%. Mediaset cede l‘1,22%. Secondo quanto ricostruito da Repubblica, il governo dovrebbe inserire nel decreto Ristori in approvazione oggi una norma che potrebbe difendere il biscione dalla scalata di Vivendi.

Il finale è stato in calando per Astaldi (-0,29%), ma non per Webuild (+3,17%), dopo che quest’ultima ha sottoscritto l’aumento di capitale riservato, compiendo un nuovo passo verso la creazione del campione italiano delle costruzioni.

Non conosce sosta poi il rally del secondario italiano, in attesa che questa sera, a mercati chiusi, Moody’s riveda il rating sull’Italia. Attualmente il giudizio è Baa3, un gradino sopra spazzatura, con outlook stabile e probabilmente resterà invariato alla luce della politica della Bce, che consente al paese di finanziarsi a costi contenuti in una fase così delicata.

Lo spread con il decennale tedesco scende a 123 punti base (-2,43%) e il tasso del Btp resta in zona minimo storico a 0,62%.

Intanto, il Tesoro ha fissato la serie dei tassi cedolari minimi garantiti della seconda emissione del Btp Futura, che avrà luogo dal 9 al 13 novembre prossimo, salvo chiusura anticipata. La sequenza prevede un tasso dello 0,35% dal primo al terzo anno, dello 0,60% dal quarto al sesto anno e dell’1% dal settimo all’ottavo anno. I tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento, e non potranno essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti. Inoltre, il tasso cedolare dei primi 3 anni resterà invariato, mentre in base alle condizioni di mercato potranno essere rivisti al rialzo solo i tassi successivi al primo.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro si avvicina a quota 1,19. Fra le materie prime il petrolio ha ricominciato a scendere: il Brent cede il 2,76% e si abbassa a 39,80 dollari al barile. Piatto l’oro a 1950,025 dollari l’oncia.

Da segnalare infine, nel panorama internazionale, la notizia riferita dal Corriere della Sera che Vladimir Putin starebbe preparando il ritiro dalla politica a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Il presidente russo soffrirebbe del morbo di Parkinson e avrebbe deciso di cedere alle pressioni della sua famiglia. Un annuncio in questo senso potrebbe arrivare già in gennaio. A svelare il clamoroso scenario è il politologo Valery Solovei, che è stato professore all’Istituto Statale di Relazioni Internazionali di Mosca, prima di esserne allontanato nel 2019 perché considerato troppo critico del Cremlino. L’accademico ha confermato al Corriere le dichiarazioni fatte in precedenza in un’intervista all’emittente «Eco di Mosca». La notizia non ha sortito alcun effetto sulla Borsa moscovita, che ha chiuso in rialzo dell’1,2%.

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