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Borsa senza pace: giù auto e risparmio

A metà giornata tutti i listini europei viaggiano in rosso, ma Madrid limita i danni dopo le elezioni catalane – Auto ancora sotto pressione per le conseguenze del Dieselgate: Fca scivola sul Ftse Mib – Male anche le tlc dopo che Vodafone e Liberty Global hanno abbandonato il progetto di fusione – L’incertezza pesa anche sui titoli del risparmio gestito.

Borsa senza pace: giù auto e risparmio

Le elezioni catalane non hanno spaventato i mercati. Gli operatori, visto che gli indipendentisti hanno raggiunto la maggioranza dei seggi ma non dei voti, hanno preso atto che la secessione è fallita. O, comunque, più lontana.

Il rendimento del Bono spagnolo è in calo all’1,95% con uno spread di 20 punti base nei confronti del Btp. Lo spread dei titoli italiani sul Bund sale a 114 punti base, il rendimento del decennale è all’1,76%.

Il Tesoro ha collocato stamane Bot a 6 mesi per 6,5 miliardi al rendimento dello 0,23%, in rilazo rispetto all0 o,23% di fine agosto.

Assai più debole il quadro dei mercato azionari. Anche in questo caso Madrid -0,29%, scampato il pericolo più temuto, limita i danni. Fa peggio Milano -1,24%, preceduta da Parigi -1,69%. Il Dax a Francoforte cede l’1,25%, peggio Londra -1,30%.

A Milano, la peggiore blue chip è Fiat Chrysler -2,7%, una variazione analoga a quella dell’indice Stoxx delle società europee dell’automotive, ancora sotto pressione per le conseguenze del dieselgate. 

Volkswagen a fine mattina perde il 6,2% a 101,05 euro, minimo degli ultimi quattro anni il nuovo Ceo Matthias Mueller, ex numero uno di Porsche, è impegnato a rispondere alle richieste di Angela Merkel.

Gli investitori faticano a calcolare quanto potrebbe pesare lo scandalo sulle emissioni e nell’incertezza preferiscono alleggerire.

Male anche le tlc su cui pesa la notizia che Vodafone e Liberty Global hanno deciso di abbandonare il progetto di fusione. ScendeTelecom Italia-1,2%.

La situazione di incertezza pesa anche sui titoli del risparmio gestito: Mediolanum perde il 3,4% e scivola sui livelli più bassi dallo scorso febbraio a 6,39 euro.

Tutto il segmento del risparmio gestito è sotto pressione. Gli investitori prevedono conti deboli nel terzo trimestre per effetto delle turbolenze che hanno colpito i mercati finanziari: Azimut -4%. Mediolanum -3,4% ai livelli più bassi dallo scorso febbraio. Anima perde il ,43% dopo la bocciatura di Citigroup. Sotto pressione anche Banca Generali -1,2% e Fineco Bank -2%.

Tra le banche, Unicredit -1%, Intesa -0,7%, MontePaschi -1,5%. 

Parlando a Milano, Sabine Lauterschlaaeger, membro del board della Bce e numero due del consiglio di vigilanza bancario, ha sottolineato che dagli esami Srep emergono grossi prblemi di governance per le banche che “pur rispattando i requisiti nazionali, non seguono le best practice”. Inoltre, secondo il banchiere tedesco, è “troppo presto” per eaminare un aumento del Qe. Fra i petroliferi, Eni -0,4%, Saipem -1,4% .Enel -0,2%. Tra le utilities spicca Iren +2,9%.

Negativi i titoli dell’industria: Finmeccanica -0,4%, StM -1,2%. CNH Industrial -1,8%, Prysmian -1,6%.

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