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BORSA OGGI 24 OTTOBRE: i mercati fiutano un allentamento della stretta delle Banche centrali

Le Borse sembrano aver ritrovato fiducia malgrado il prossimo aumento dei tassi della Bce: ecco perchè

BORSA OGGI 24 OTTOBRE: i mercati fiutano un allentamento della stretta delle Banche centrali

L’anniversario merita gli scongiuri: 93 anni fa il crack di Wall Street diede il via a quella che resta la crisi più grave del capitalismo. Ma il Toro non se ne cura. La settimana finanziaria parte con una nota di ottimismo nonostante la prospettiva dell’aumento scontato dei tassi Bce. Sull’onda dei progressi in fine settimana di Wall Street il segno più prevale in Asia (con l’eccezione della Cina) come sui future delle Borse occidentali: Eurostoxx +0,7%, Nasdaq +0,2% in scia al rally di venerdì.

Sale la Borsa di Tokyo +0,5% tra forti scossoni sul cambio. Secondo il Financial Times, la banca centrale ha bruciato 30 miliardi di dollari venerdì per frenare l’ascesa della valuta Usa. Positive le piazze di Taiwan +0,4% e della Corea +0,8%, come l’India.

Borsa oggi 24 ottobre: crolla Hong Kong. Pil in crescita frenata

Tutt’altra musica in Cina. Dopo la chiusura del Congresso che ha consolidato il potere assoluto di Xi Jinping, è stato finalmente annunciato il dato sul Pil: +3,9% nel terzo trimestre, ovvero +3% nei primi nove mesi contro +5,5% previsto. Ma le nomine al Politburo suggeriscono che al presidente Xi interessa più la stabilità ed il controllo dello Stato piuttosto che il rilancio della crescita: il futuro premier sarà Li Quiang. Il fedelissimo che ha guidato la disastrosa gestione della pandemia a Shanghai.

L’eco dei timori dei mercati si avverte soprattutto a Hong Kong – 5%. Il comparto tech cede addirittura il 7%. Meno pesante la discesa del Csi 300 di Shanghai e Shenzhen-1,7%.

Il cross dollaro-yuan è in rialzo dello 0,3% a 7,25, valore che non si vedeva dal 2008.

Bce in manovra. Frena l’aumento dei tassi Usa 

Si profila un avvio all’insegna di una (piccola) iniezione di ottimismo in Europa e in Usa. Può essere considerata un’apertura di credito verso il nuovo governo in Italia o per l’arrivo a Downing Street di Rishi Sunak che, dopo la rinuncia di Boris Johnson è destinato a diventare il nuovo premier del Regno Unito (euro a 0,868 sulla sterlina, a 0,985 sul dollaro). Ma gli addetti ai lavori privilegiano un’altra pista: la sensazione, cioè, che finalmente si avvicina la fine della stretta delle banche centrali. Per carità, la Bce si accinge ad un aumento di 75 punti cui ne potrebbe seguire un altro di 50 punti a dicembre. Ma, per la prima volta, la Fed lascia intendere che nel 2023 ci sarà la svolta. Lo ha accennato Mary Daly, la colomba della Fed di San Francisco, lo ha sostenuto sul Wall Street Journal Nick Timiraos, il commentatore più vicino a Powell: già a dicembre, scrive, l’aumento potrebbe essere di 50 punti (e non di 75).

L’effetto sul mercato obbligazionario è stato immediato. Il Treasury Note a dieci anni tratta a 4,15%, da 4,25% di venerdì. Sono scesi di parecchio anche i tassi reali, a 1,63% da 1,80%. Le aspettative sull’inflazione sono a 2,50%.

Petrolio WTI in ribasso dello 0,5% a 84,5 dollari il barile.  Si alternano senza ordine preoccupazioni di riduzione della domanda globale e timori di carenza di offerta.

Gas europeo nelle mani dei ministri

Gas europeo venerdì -10% a 113 euro. Ha chiuso l’ottava settimana negativa con un -19%. L’accordo UE sul contenimento del prezzo del gas e dell’energia elettrica ha provocato un altro forte calo del prezzo. La palla è ora nelle mani dei ministri dell’Energia dei rispettivi paesi, che devono presentare urgentemente le decisioni concrete. L’ottimismo sembra prevalere, grazie anche alla conferma del ruolo di Roberto Cingolani, l’ex ministro arruolato come consulente dal governo Meloni. Il cedimento di quota 123 euro confermato a fine settimana apre la strada a estensioni della discesa del gas europeo fin verso 73 euro.

Banche centrali, indici Pmi e Pil Usa

Non ci sarà solo la riunione della Bce in settimana. Oltre al vertice della Bank of Canada si riuniranno la Banca centrale brasiliana e quella russa, che lasceranno i tassi fermi, così come dovrebbe fare la Bank of Japan che si riunirà venerdì.

Sul fronte dell’economia reale riflettori oggi sugli indici Pmi manifattura e servizi dell’Eurozona. Domani in Germania ci sarà la pubblicazione dell’indice Ifo, atteso in calo, mentre negli Stati Uniti avremo la fiducia dei consumatori attesa anch’essa in peggioramento.

 Sempre negli Usa giovedì avremo la lettura preliminare del Pil del terzo trimestre, che dovrebbe partire in rialzo dopo la “recessione tecnica” dei primi due trimestri.

Da Unicredit a Apple: l’ora dei conti. Elon Musk in Twitter

Molto ricca la cronaca societaria, sia in Europa che in Usa. In Italia si parte stamane con la trimestrale di Unicredit per proseguire con il gruppo Eni, Mediobanca e non solo. 

Da seguire in Europa i conti di Philips.

Negli Usa vanno in scena in conti dei Big del listino: Apple, Amazon, Microsoft. Ma ci sono altri due appuntamenti da seguire: l’Ipo di Mobileye, il gioiello della guida autonoma controllato da Intel. Soprattutto, c’è attesa per l’ingresso di Elon Musk in Twitter, che avverrà prima del 28 ottobre per evitare la scure del giudice del Delaware sul tycoom di Tesla. 

In Piazza Affari: Generali fa rotta su Guggenheim

  • Generali avrebbe avviato un’analisi accurata della società di gestione, Guggenheim, riferisce Reuters. La compagnia assicurativa italiana potrebbe presentare più avanti un’offerta da circa 4 miliardi di dollari, pari al 2% delle masse in gestione: il settore gira a circa 1,3 volte le masse.
  • CNH Industrial Goldman Sachs taglia il giudizio a Neutral.
  • Banco BPM. Barclays taglia il target price a 3,70 euro.
  • Unicredit. Barclays alza il target price a 12,5 euro.
  • Monte dei Paschi. È in agenda oggi un primo incontro tra sindacati e l’AD Luigi Lovaglio dopo che dai dipendenti della banca sono pervenute 4.125 richieste di esodo anticipato, superiori dunque alle 3.500 uscite preventivate dal piano e destinate a essere finanziate con 800 milioni dei 2.5 miliardi da raccogliere con l’aumento di capitale.
  • Bper Banca. Malacalza Investimenti, ex azionista di riferimento di Carige, ha chiesto la condanna dell’istituto ligure, ora controllato da Bper Banca, al pagamento di circa 539 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno subito in conseguenza della delibera di aumento di capitale nell’assemblea straordinaria della banca il 20 settembre 2019. Carige e Bper ritengono la richiesta assolutamente infondata.

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