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BORSA MILANO OGGI 22 NOVEMBRE – Manovra di bilancio e Piano Enel superano il test di Piazza Affari

Il Ftse Mib mette a segno uno dei maggiori rialzi dei listini in Europa sulla spinta dei titoli petroliferi: il mercato apprezza la manovra Meloni e il nuovo piano Enel. Stabile lo spread

BORSA MILANO OGGI 22 NOVEMBRE – Manovra di bilancio e Piano Enel superano il test di Piazza Affari

Rimbalza il petrolio e rimbalzano le Borse, che chiudono positive in Europa e si muovono intonate a Wall Street, nonostante i timori relativi alla politica zero Covid di Pechino, in un momento in cui le infezioni stanno crescendo in Cina. Nella settimana della festa Usa del Ringraziamento, che cade giovedì, resta l’attesa per l’imminente pubblicazione delle minute delle ultime riunioni di Fed e Bce. 

Sale inoltre la voglia di rischiare nonostante le molte incertezze del periodo. L’ottimismo cerca i farsi spazio, come si vede anche dal miglioramento oltre le attese della fiducia dei consumatori nella zona euro e nella Ue. Nell’area della moneta unica l’indicatore resta negativo, ma passa a -23,9 a novembre da -27,5 di ottobre. 

Per quanto riguarda la crescita economica a livello globale il rallentamento c’è, ma non porterà a una recessione il prossimo anno. Lo dice l’Ocse, nell’aggiornamento delle previsioni, pur ricordando che l’Europa è al centro del ciclone. 

La crescita globale dovrebbe rallentare al 2,2% nel 2023 dal 3,1% di quest’anno, prima di accelerare al 2,7% nel 2024, secondo l’ultimo Economic Outlook.

Piazza Affari tra le migliori in Europa

Con gli energetici e le banche in progresso, Piazza Affari è oggi tra le migliori in Europa con un guadagno dello 0,96% che la porta a 24.590 punti base. La performance odierna segue una vigilia di perdite, dovuta in parte allo stacco cedole di otto blue chip, che aveva relegato il Ftse Mib in maglia nera.

Nel resto d’Europa si conferma tonica Madrid +1,65%, seguita da Londra +1%, Amsterdam +0,84%, Parigi +0,35%, Francoforte +0,3%.

Euro/dollaro poco mosso intorno a 1,027.

Spread stabile dopo la manovra del governo Meloni 

Il secondario italiano non registra alcun effetto “Truss” alla luce della manovra del governo Meloni. La prima legge di bilancio dopo le elezioni non ha dunque spaventato i mercati e non dovrebbe dispiacere neppure a Bruxelles, benché l’Italia, a causa del suo alto debito, sia tra i dieci paesi che tornano sotto monitoraggio della Commissione Ue per eccessivi squilibri macroeconomici. In base all’esito dell’analisi compiuta dall’esecutivo europeo nella Relazione sul meccanismo di allerta (Alert mechanism report) il Belpaese dovrà essere oggetto di una revisione approfondita (in-depth reviews) per valutare l’evoluzione della situazione. In totale sono 17 gli Stati membri su cui verranno fatti esami approfonditi. 

Il pacchetto della manovra, definita “coraggiosa” da Giorgia Meloni, è da 35 miliardi di euro tra ulteriore deficit e tagli alle entrate fiscali e vorrebbe accelerare la ripresa economica del paese che, secondo le previsioni del Tesoro, si contrarrà nel trimestre in corso e nel primo trimestre del prossimo anno. Proprio questo obiettivo però sembra il suo punto più debole.

In ogni caso la carta tricolore chiude la seduta senza scossoni, con uno spread tra decennale italiano e tedesco a 191 punti base (+0,52%). Stabili i rendimenti: +3,9% per il Btp 10 anni e +1,99% per il Bund.

Rialza la testa il petrolio

Il petrolio si apprezza di oltre due punti percentuali, sia per quanto riguarda il Brent sia per il Wti. A ridare brio ai corsi la smentita dell’Arabia Saudita su presunti incrementi alla produzione da discutere nella prossima riunione dell’Opec+. Riad ha detto che il cartello e i loro alleati si atterranno al programma dei tagli e potrebbe adottare ulteriori misure per bilanciare il mercato, mettendo in secondo piano i timori per la recessione globale e per l’aumento dei casi di Covid-19 in Cina.

La guerra del gas s’inasprisce

S’inasprisce intanyo la guerra del gas tra Unione Europa e Russia. Da un lato la Commissione Ue ha deciso di proporre un strumento per limitare il prezzo del gas: è ‘price cap’ di sicurezza di 275 euro sui derivati Ttf del mese precedente. Due le condizioni perché il meccanismo scatti: quando il prezzo di liquidazione del derivato eccede 275 euro per due settimane e quando i prezzi Ttf sono di 58 euro più alti rispetto al prezzo di riferimento del gnl per dieci giorni di negoziazione consecutivi in quelle due settimane.

Dall’altro Gazprom minaccia di ridurre da lunedì i flussi di gas attraverso l’Ucraina, ultima rotta del gas russo verso l’Europa.

In questo contesto oggi è salito il prezzo del metano ad Amsterdam che, a metà giornata, si muoveva oltre i 119 euro.

Piazza Affari al traino dei titoli oil; rimbalza Telecom

L’energia è in primo piano oggi a Piazza Affari, con il settore che ha digerito l’aumento al 35% dell’aliquota di imposta sugli extraprofitti delle società energetiche previsto in manovra per il 2023. Il nuovo prelievo sostituisce il regime che aveva scatenato critiche e rifiuti di pagamento da parte di numerose aziende. Cambia anche la base imponibile, non più sul fatturato ma sugli utili. Per il 2022 l’aliquota prevista sale dal 25% al 35% ma calcolata sugli utili e non più sul fatturato.

A guidare il listino sono due titoli oil, come Tenaris +6,57% ed Eni +4,52%.

Enel lima invece i guadagni fino allo 0,49%, dopo la presentazione della strategia 2023-2025 che inizialmente aveva messo le ali al titolo. Il colosso elettrico intende cedere attivi per 21 miliardi di euro tra il 2023 ed il 2025 e il piano industriale prevede un aumento dell’Ebitda. La società ha inoltre confermato la politica sui dividendi.

Rimbalza forte Telecom +3,45%, che era partita negativa, ma ha trovato conforto nelle parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha rivelato ai giornalisti una riunione di rappresentanti di governo sul dossier Tim, sottolineando che ”lo Stato deve avere il controllo sulla parte delle rete che ha interesse strategico.”

Tra i migliori del listino Leonardo +2,17%.

Le banche sono in denaro con Banco Bpm +1,95% e Unicredit +1,25%.

Tra gli industriali si distinguono Cnh +1,78% e Prysmian +1,41. Quest’ultima ha fatto un ordine a Fincantieri (+2,83%) per la progettazione e la costruzione di una seconda nave posacavi all’avanguardia, con consegna prevista nel 2025. Il valore del contratto è di circa 200 milioni di euro.

Sono modesti i ribassi tra le blue chip e penalizzano Recordati -1,15% Interpump -0,77%, Terna -0,77%, Amplifon -0,77%.

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