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Borsa, Milano la migliore in attesa di Powell

A metà giornata Piazza Affari è il miglior listino tra quelli europei – Lo spread in calo fa bene alle banche, vola Saipem dopo il maxi contratto in Arabia Saudita

Borsa, Milano la migliore in attesa di Powell

E’ il giorno di Jerome Powell, che a metà pomeriggio secondo l’orario italiano (le 10 del mattino in America) parlerà davanti al Congresso Usa: l’intervento è molto atteso, perché il presidente della Federal Reserve potrebbe svelare le prossime strategie – e soprattutto le tempistiche – di un ulteriore taglio dei tassi d’interesse che non sembra più così sicuro, visto l’andamento molto positivo dell’economia statunitense e soprattutto del mercato del lavoro, dopo i dati pubblicati la settimana scorsa. Al momento, in molti scommettono su un’altra limatura (dello 0,25%) nella prossima riunione di fine luglio, ma le sensazioni sono di un prudente rallentamento in questo senso. In attesa di saperlo, Piazza Affari si porta avanti e torna nuovamente sopra i 22.000 punti (circa +0,7% a fine mattinata), con le banche che beneficiano ancora una volta del calo dello spread Btp Bund: il differenziale italo-tedesco torna oggi in zona 205 punti, dalla chiusura sui 209 di ieri.

Proprio sul bel momento dello spread è intervenuto anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, durante l’assemblea dell’Ania: “I nostri conti pubblici sono solidi e in ordine e la significativa riduzione dello spread ne è la prova. Ora l’esito positivo del dialogo con Bruxelles ci permetterà di promuovere le nostre posizioni sui dossier comunitari più urgenti”. Respirano dunque fiducia i titoli bancari, in particolare Ubi Banca, Bper e Unicredit, con rialzi pari o superiori al 2% a metà giornata. Intesa Sanpaolo +1,25%. Sul Ftse Mib svetta però un titolo energetico, quello di Saipem, che dopo il tonfo della seduta di martedì guadagna intorno al 3% grazie alla notizia di due grossi contratti da 3,5 miliardi di dollari complessivi firmati in Arabia Saudita. Tra i titoli in territorio negativo spiccano invece, tutte con ribassi inferiori al punto percentuale, Terna, Hera, Amplifon e Juventus, proprio nei giorni in cui inizia effettivamente l’era Sarri, con i primi allenamenti della nuova stagione.

Sul fronte macroeconomico mattinata di notizie discordanti. Se da un lato la produzione industriale italiana, secondo l’Istat, rialza la testa a maggio, tornando sui livelli di inizio marzo dopo due mesi di flop (anche se su base annuale anche il dato di maggio è negativo), dall’altro arriva impietoso il rapporto di previsione sull’andamento economico stilato dalla Commissione europea. In linea di massima, Bruxelles ha confermato le sensazioni di febbraio, limando però al ribasso il Pil dell’Eurozona nel 2020: le stime per l’Italia sono invece in linea con quelle del governo, cioè +0,1% quest’anno, “con una ripresa solo alla fine dell’anno”, e +0,7% l’anno prossimo. Questi numeri faranno ancora una volta dell’Italia il fanalino di coda dell’area euro: nel 2019, cresceremo l’1,1% in meno rispetto alla media E19.

Per quanto riguarda le Borse estere, continua il rally di Atene dopo le elezioni che hanno sancito la fine dell’era Tsipras e la vittoria dell’ex manager di centro-destra Mitsotakis, dichiaratamente apprezzato dal mondo finanziario: ancora oggi il listino segna +2,3%. Decisamente più fiacche le altre piazze principali: a metà giornata sono in rosso Francoforte, Londra, Parigi e Madrid. Il cambio euro-dollaro è pressoché stabile a 1.12212, mentre prosegue il deprezzamento dell’oro dopo il boom di qualche settimana fa: oggi vale meno di 1.400 dollari l’oncia. Petrolio in ascesa: avanzano di circa il 2% sia il Brent sopra i 65 dollari al barile che il Wti, che riavvicina quota 60 dollari al barile.

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