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Borsa: Mediaset e Mps ko, le Popolari si rialzano

Perdite a due cifre del Biscione, sempre più sotto scacco ad opera di Vivendi – Vendite anche su Mps, Fca e Telecom – La debolezza di Wall Street contagia Piazza Affari e le Borse europee ma rialzano la testa le banche popolari, sorrette dal decreto salvabanche e dalla bocciatura del ricorso delle Regione Lombardia ad opera della Corte Costituzionale.

I 20 miliardi sotto l’albero per il sistema bancario, non bastano oggi a mantenere il Ftse Mib (-0,49%) in territorio positivo. A zavorrare il listino provvedono Mediaset, che sprofonda del 12,4%, e Mps -7,48%.

Per quanto riguarda il gruppo milanese le spiegazioni a caldo sono due: in parte c’è chi è andato all’incasso, dopo i picchi di crescita del titolo dei giorni scorsi; in parte si comincia a diffondere il timore che l’attesa guerra fra Bollorè e Berlusconi, per il controllo, non ci sarà o almeno non sarà combattuta a suon di opa e contro opa. Nel pomeriggio i vertici del Biscione si sono recati in Consob per illustrare il loro punto di vista sulla vicenda e altrettanto faranno domani quelli di Vivendi. Questo infittirsi di contatti tra Consob, Vivendi e Fininvest, secondo un trader interpellato da Reuters, potrebbe essere l’antipasto di un accordo tra le parti e ridurre l’appeal speculativo. Per il cfo di Mediaset Marco Giordani però nuovi contatti fra i due sfidanti non ci sarebbero stati. 

I bancari sono andati oggi in ordine sparso. Mps è il peggiore, com’era forse inevitabile, nella giornata in cui si sono perse le speranze di salvare la banca con un aumento di capitale sorretto da investitori privati. In queste ore dovrebbe scattare il decreto governativo, ma i passaggi al piano B non saranno indolori. Nel cosiddetto Burden sharing, secondo uno schema molto chiaro dell’Ansa, gli azionisti potrebbero perdere parte o anche tutto il loro valore; gli obbligazionisti subordinati dovrebbero essere costretti a convertire i loro bond in azioni; gli obbligazionisti senior dovrebbero essere al riparo da rischi e così i correntisti. L’alternativa però sarebbe il ball-in, di gran lunga peggiore, perché metterebbe a rischio anche queste due categorie (correntisti solo oltre i 100mila euro). Positive le Popolari, a parte Ubi che segna un calo dello 0,78%. 

Fra i titoli in sofferenza Fiat, che arretra del 3,04%. Giù Telecom, -2,26%, il cui andamento resta in certa misura legato a quello di Mediaset. Brillano Saipem +2,69% e Unipol +2,44%. Giornata a diverse tinte per gli altri listini europei: Madrid -0,52%; Francoforte -0,11%. Di segno opposto Londra, +0,32% e in parità Parigi (+0,02%). Partenza al rallentatore per Wall Street (frazionali ribassi per i tre listini principali a metà giornata), dove si assottigliano gli scambi nel clima pre natalizio.

Euro in recupero sul dollaro a 1,045, +0,21%. Dal Bollettino della Bce veniamo infine a sapere che la ripresa economica nell’area euro “prosegue” e andrà avanti “a un ritmo moderato ma in via di consolidamento” ed è  una ripresa dell’inflazione oltre l’1% “al volgere dell’anno” grazie ai prezzi petroliferi aumentati e un’ulteriore accelerazione nel 2018 e 2019. La Banca centrale europea ribadisce che proseguirà con gli acquisti di debito al ritmo di 80 miliardi di euro al mese fino a marzo, e poi al ritmo di 60 miliardi al mese “fino alla fine di dicembre 2017 o anche oltre se necessario. Se, nel frattempo, le prospettive diverranno meno favorevoli o se le condizioni finanziarie risulteranno incoerenti con ulteriori progressi verso un aggiustamento durevole del profilo dell’inflazione, il Consiglio intende incrementare il programma in termini di entità o durata”. Spread decennale italiano-bund tedesco: +1,41%, 158.70 punti; rendimento 1,85%.

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