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Borsa ko e spread sempre più su: Italia, altro venerdì nero

L’incertezza politica italiana allarma la comunità finanziaria e manda di nuovo in profondo rosso Piazza Affari mentre lo spread sale a quota 270 – Visco: “Sui conti pubblici, se si fa un passo più lungo della gamba si cade nel burrone” – Sempre sotto tiro i titoli bancari

Borsa ko e spread sempre più su: Italia, altro venerdì nero

All’incertezza politica italiana si aggiunge la tensione internazionale sul G7 in Canada. Per Piazza Affari, la peggiore tra i listini europei, la tempesta perfetta è servita: Ftse Mib in caduta libera e spread di nuovo in orbita. Per l’indice principale della Borsa di Milano l’ultima seduta della settimana si chiude con un rosso dell’1,89% a 21.355, ai minimi da agosto 2017. Un ribasso che porta il dato complessivo da inizio anno a -2,3% dal +11% di fine aprile.

Il fuoco incrociato tra Donald Trump, Emmanuel Macron e Justin Trudeau ha inasprito l’apertura del G7, ma il presidente Usa sembra aver trovato una nuova sponda nel Premier italiano, Giuseppe Conte. I due sarebbero d’accordo nel far tornare la Russia all’interno del G8, una mossa che, secondo il Presidente del Consiglio, sarebbe “nell’interesse di tutti”. L’acredine politica internazionale contagia le Borse del Vecchio Continente – già preoccupate per le future mosse della Bce – che però recuperano nel finale: giù Francoforte (-0,35%). In rosso anche Madrid (-0,8%) dopo una settimana di guadagni sulla scia del nuovo Governo. Contiene le perdite Londra (-0,3%), piatta Parigi (+0,03%). Dopo un avvio negativo, prosegue incerta Wall Street: Dow Jones (+0,06%), S&P 500 (-0,01%), Nasdaq (-0,09%) in attesa della riunione della Federal Reserve del 12 e 13 giugno prossimi in cui arriverà – i mercati lo danno ormai per certo – il prossimo rialzo dei tassi.

In Italia, ennesima giornata al cardiopalma per i titoli di stato. L’attenzione è ancora tutta sullo spread, in balia di un sali-scendi frenetico: 259 punti base in apertura, 280 in mattinata, poi di nuovo giù a 260. In chiusura una nuova impennata a 268.7 punti base con il rendimento del decennale italiano che schizza al 3,137%. “La maggior parte della crisi che abbiamo avuto negli ultimi anni sono state dovute a fattori esogeni, quest’ultima invece è dovuta maggiormente a tensione endogena”, ha spiegato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco intervenendo all’evento di presentazione di un ciclo di incontri di educazione finanziaria aperti ai cittadini. Tradotto: finché l’Italia non riuscirà a rassicurare i mercati sul debito e sulla permanenza nell’euro, gli investitori continueranno a scommettere contro i nostri bond. Non a caso il numero uno di Bankitalia avverte: “Occorre tenere presenti i vincoli che ci sono di equilibrio dei conti pubblici, quindi non solo non fare il passo più lungo della gamba ma quando lo si fa, di farlo misurato per non cadere nel burrone”.

Sulla sponda azionaria le vendite non risparmiano nessun settore: giù l’auto e gli industriali, ma nell’occhio del ciclone c’è ancora il comparto bancario con l’indice settoriale che replica l’andamento del Ftse Mib cedendo il 2%. A realizzare la performance peggiore sono le Popolari, zavorrate anche dall’annuncio del Premier su una possibile revisione della riforma realizzata dal Governo Renzi per superare il voto capitario, come chiedeva da vent’anni la Banca d’Italia: Banco Bpm -4%, Bper -2,7%. Soffrono anche Ubi Banca (-2,7%) e Unicredit (-2,48%).

In profondo rosso anche il risparmio gestito: Azimut -3,2%, Banca Generali -3,06%. Contiene parzialmente le perdite Finecobank (-0,7%). Tra gli assicurativi, male Unipol (-3,3%).

Pesante la galassia Agnelli: Cnh –3,57%, Fca -2,55%, Exor -2,06%.

Nel finale le vendite colpiscono anche Saipem (-0,67%) che per quasi tutta la seduta era riuscita a a schivare il sell-off grazie alle tre commesse annunciate nel corso della settimana, l’ultima delle quali, in Thailandia, resa nota in mattinata. Dopo il colpo da 970 milioni di euro, con il progetto Cepav e il contratto E&C Offshore in Medio Oriente da 1,3 miliardi di dollari, la società ingegneristica è infatti riuscita a chiudere un nuovo contratto E&C per un valore di circa 500 milioni di dollari in joint venture con CTCI Corporation. Giù Eni (-2,8%). Tra le blue chip si salva solo Salvatore Ferragamo: (+0,37%).

Fuori dal Ftse Mib crolla Retelit (-4,59%) dopo che il Governo ha deciso di esercitare il Golden Power. In netto ribasso anche Anima (-4,3%) che nel mese di maggio ha registrato una raccolta negativa di 812 a causa anche del riscatto di un istituzionale.

Tornando sul fronte internazionale, l’euro torna a 1,1761 sul dollaro, mentre il petrolio si indebolisce: Il Brent scende a quota 76.55 dollari al barile, il Wti cala a 65.55 dollari.

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