Condividi

Borsa in bilico tra crisi tech e scudo delle utilities

Continua la settimana di passione dei titoli tecnologici aggravata dal furioso attacco di Trump ad Amazon – Ma in soccorso delle Borse europee arrivano le utilities – Brillano le obbligazioni, asta record per i Btp e lo spread scende

Borsa in bilico tra crisi tech e scudo delle utilities

Continua la settimana di passione per i Big della tecnologia. Stavolta la vittima è stata Amazon (-4,4%) finita nel mirino di Trump, che non ha mai fatto mistero di considerare, non a torto, il colosso dell’e-commerce una grave minaccia per l’occupazione legata al commercio tradizionale. Di qui, secondo il giornale online Axos, l’idea del presidente di mobilitare Fisco e Antitrust contro la società di Jeff Bezos, proprietario tra l’altro del Washington Post, uno dei giornali più ostili alla Casa Bianca.

La pressione sui titoli tech è la nota dominante dei mercati in apertura dell’ultima seduta del trimestre: stasera buona parte dei listini, compresa Piazza Affari, chiuderà i battenti per il Venerdì Santo. La mini vacanza potrebbe favorire anomalie nei prezzi, in linea con l’aumento della volatilità registrata ieri sia a Wall Street che in Europa.

Poco mosso l’indice Csi dei listini di Shanghai e Shenzhen. Hong Kong -0,2%, sale il Kospi coreano (+0,2%), sostenuto dalla conferma della recente visita di Kim a Pechino. Cala la tensione per la bomba di Pyongyang.

Positiva Tokyo (+0,5%). L’Asahi Shimbun, il quotidiano più diffuso, anticipa la notizia di un prossimo incontro tra Kim e il premier Shinzo Abe, a caccia di consensi in patria per rimediare ai danni provocati da uno scandalo immobiliare.

Seduta all’all’insegna della volatilità ieri a Wall Street. L’indice Dow Jones, quasi piatto in chiusura, ha registrato oscillazioni di 300 punti nei due sensi nel corso della giornata. Andamento analogo per l’indice S&P 500 (-0,29%). Nasdaq in calo dello 0,85%.

La terza ed ultima revisione del Pil Usa del quarto trimestre ha confermato che i consumi negli ultimi 3 mesi del 2017 sono stati elevatissimi: il dato è stato rivisto dal 2,5% al 2,9% grazie a un aumento della spesa delle famiglie consumer spending al ritmo del 4%, che aiuta a spiegare il calo fisiologico della spesa nella prima parte del 2018.

Recupera posizioni Facebook (+0,8%). La società ha annunciato la rottura dei rapporti con alcuni broker che elaborano i dati raccolti attraverso il social media. Rimbalza anche Google (+1%). In rosso Apple (-1,1%).

Ancora sotto pressione altri titoli tech: Netflix lascia sul terreno il 5%. Tesla, alle pese con un incidente mortale in California, ha perduto il 7,7%: Moody’s ha abbassato il rating a “B3” da “B2” con outlook negativo a seguito dei ritardi nella produzione della berlina Model 3.

Stamattina l’euro tratta a 1,232 sul dollaro, in lieve apprezzamento dal -0,8% di ieri. Rimbalza debolmente l’oro, che ieri ha perso l’1,5%, a 1.325 dollari l’oncia.

Petrolio Brent a 69,8 dollari il barile, in rialzo dello 0,5%, dopo che le scorte settimanali di greggio Usa sono risultate in aumento. A Piazza Affari Eni -0,6%, Saipem -1,4%, Tenaris -1,2%

LE BORSE UE RECUPERANO NEL FINALE: MILANO +0,5%

La crisi dei titoli tech spaventa pure l’Europa. Ma il Vecchio Continente ha potuto contare, a proprio vantaggio, sullo scudo delle utility, in volo grazie alla sorprendente primavera dei titoli obbligazionari. Nel pomeriggio l’’Eurostoxx, arrivato a perdere l’1.4% a metà mattina, ha recuperato fino a chiudere in moderato guadagno.

A Milano l’indice Ftse Mib ha chiuso con un guadagno dello 0,55% a quota 22.331 una seduta debole, in cui i prezzi sono scesi anche sotto i 22 mila punti.

Contrastati gli altri mercati europei: Londra +0,64%, Parigi +0,29%. In rosso Francoforte (-0,25%).

CRESCITA ALL’1,5% PER IL DEF. PROMETEIA VEDE +1,4%

A due settimane dal 10 aprile, termine ultimo per il varo del Def, il ministero dell’Economia è orientato a confermare la stima di crescita dell’1,5% nel 2018 e vede segnali di accelerazione sia nel 2019 che nel 2020. Secondo quanto riferiscono fonti governative e vicine al dossier, il Documento di economia e finanza confermerà per il 2018 un indebitamento netto tendenziale all’1,6% del Pil, pari all’obiettivo programmatico su cui è stata costruita la legge di Bilancio. Il Tesoro potrebbe inoltre ritoccare al rialzo le stime di crescita del 2019 e del 2020, pari attualmente a +1,5% e +1,3%, assumendo un quadro macroeconomico più dinamico rispetto ai dati di settembre.

Secondo Prometeia, invece, la crescita del Pil italiano subirà un rallentamento marginale quest’anno, attestandosi all’1,4% dall’1,5% segnato nel 2017. Secondo l’istituto di ricerca l’onda lunga del ciclo internazionale è comunque in grado di sostenerne la crescita dell’economia italiana, da qui al 2020, su ritmi superiori a quelli del potenziale e permetterà di proseguire nel miglioramento degli indicatori ma senza la possibilità di allungare il passo.

BTP, ASTA RECORD. CALA LO SPREAD

Nuova giornata eccellente per le obbligazioni, sostenute dall’afflusso di capitali in uscita dall’azionario. I rendimenti risultano in discesa su tutta la curva: il tasso del decennale febbraio 2028 è sceso al di sotto di 1,85%, su livelli mai visti da metà dicembre a questa parte.

Ottima l’accoglienza della domanda all’asta dei titoli a medio-lungo termine, in cui è stato assegnato l’importo massimo di 7,5 miliardi tra Btp a 5 e 10 anni insieme al Ccteu. Gli operatori parlano di un interesse particolare sul Buono marzo 2013, collocato 17/18 centesimi sopra mercato, contro 3 del decennale, il cui tasso lordo risulta comunque in calo ai minimi da fine novembre 2016.

Cala lo spread sul Bund a 135 punti (da 138). Si restringe nel frattempo dal recente picco da agosto il premio del benchmark italiano.

KEPLER AFFONDA FINCANTIERI -14,5%

Fa impressione a Piazza Affari il tracollo di Fincantieri, che ha lasciato sul terreno il 14,49%, con volumi alti, nonostante i conti 2017 siano risultati sopra le attese – con l’eccezione dell’utile netto – e il nuovo piano industriale al 2022 sia sostanzialmente in linea con le previsioni degli analisti. Kepler-Cheuvreux, da sempre ottimista sul titolo, ha deciso di tagliare il giudizio a Hold da Buy, con target price invariato a 1,45 euro.

Andrea Roventini, candidato alla carica del ministro dell’Economia del M5S, ha scritto sul blog del partito che il governo attuale, prima di procedere con la nomina delle società controllate dallo Stato (vedi Saipem) deve chiedere il parere del Parlamento. Il possibile ministro si è anche detto contrario alla conferma dei vertici della Cassa Depositi e Prestiti: “La Cdp – ha scritto – è stata mal utilizzata dai governi e dagli organi dirigenti”.

Intanto, dalla conferenza stampa di Cdp non sono emerse novità sulla conclusione dell’intesa con lo Stato Francese sull’acquisizione del 50% del capitale di STX France e l’avvio delle attività del gruppo di lavoro per l’integrazione con Naval Group.

STM PAGA LA TEMPESTA SUI CHIPS

Il caso ha voluto che ieri anche Stm, la jv italo-francese sui semiconduttori (possibile modello per Fincantieri-Naval group), vivesse una giornata molto difficile: -5,32% sull’onda delle pesanti perdite segnate dai colossi tecnologici americani. Il gruppo ha confermato che distribuirà un dividendo di 0,24 dollari per azione per il 2017, in 4 rate trimestrali da 6 centesimi l’una (yield 1% circa). In occasione della prossima assemblea il 31 maggio ad Amsterdam ci sarà anche il passaggio del testimone tra il presidente e amministratore delegato Carlo Bozotti e il suo vice Jean-Marc Chery, che assumerà l’incarico di membro unico del consiglio di gestione.

ENEL, SNAM E TERNA: UN TRIS A TUTTO TORO

A sostenere le Borse del Vecchio Continente sono state le utility (+2,9% l’indice Stoxx di settore). Avanza a Londra United Utilities, promossa a Hold da Sell da parte di Cfra. A Piazza Affari, sull’onda del calo dei rendimenti dei Btp, prendono il volo Terna (+4,77%) e Snam (+4,66%). Bene anche Enel, in salita del 3,71%, e A2A (+2,41%).

MPS HA BRUCIATO PIÙ DI METÀ DELL’AUMENTO DEL TESORO

In ripresa le banche, con l’eccezione di Monte Paschi (-3%), su nuovi minimi storici dopo 12 giorni consecutivi di ribasso. A complicare la tribolata esistenza dell’istituto, che ormai vale meno di 3 miliardi (contro i 6,4 impegnati dal Tesoro), alcuni giornali citano una causa da 11,6 miliardi di danni contro ex sindaci, amministratori e adviser, sempre per la vicenda Alexandria e Santorini, proposta da Bluebelle all’assemblea del prossimo 12 aprile.

In ripresa Unicredit (+1%) e Intesa (+0,5%). Stabile Banco Bpm (-0,1%).

Dopo l’aumento di capitale del Creval (+1,57%) Algebris detiene una partecipazione indiretta potenziale del 5,286%, davanti a BlackRock che controlla il 5,015%.

MONCLER AL TOP, SI RISVEGLIANO LE TELECOM RISP

In progresso le Telecom Italia risparmio (+1,42%, contro +0,74% per il titolo ordinario): Bernstein pensa che la conversione delle azioni di risparmio proposta da Elliott sia la cosa giusta da fare.

Moncler -0,25%, Goldman Sachs ha rafforzato il Buy, alzando il target a 37 euro.

Amplifon +1,7%, HSBC ha alzato il target a 14 euro

Aeffe +2,7% dopo aver annunciato ieri di aver avviato la gestione interna del canale online di vendita dei suoi marchi, prima in capo a Ynap.

Continua la marcia di Igd (+9,63%): Société Générale ha alzato la raccomandazione da hold a buy, con prezzo obiettivo che passa da 11 a 11,1 euro.

Commenta