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Borsa giù con l’industria, spread a 260. Corrono Ferrari e Diasorin

L’indice manifatturiero Pmi in calo deprime Milano e Francoforte – Piazza Affari è la peggiore perché risente anche del vento di recessione – Telecom Italia finisce di nuovo nel mirino – Banche sotto pressione – Recupera invece il lusso ma fuori dal paniere principale Mediaset cade

Borsa giù con l’industria, spread a 260. Corrono Ferrari e Diasorin

Piovono sull’industria italiana e su quella tedesca nuovi segnali d’allarme. E le Borse delle due manifatture più grandi dell’Eurozona scivolano in rosso. Piazza Affari registra a fine mattinata un ribasso dell’1,5% attorno a quota 19.435 punti, davanti a Madrid -1%. Debole Francoforte -0,10%. Vanno meglio Parigi piatta e Londra +0,15%.

L’attività manifatturiera italiana in gennaio ha registrato il quarto mese consecutivo di contrazione, scivolando ai minimi da metà 2013. L’indice Pmi è sceso il mese scorso a 47,8 da 49,2 di dicembre, portandosi ulteriormente al di sotto della soglia dei 50 punti che segna la linea di demarcazione tra crescita e contrazione. A gennaio l’indice Pmi manifatturiero della Germania è sceso a 49,7, la prima volta sotto 50 in più di quattro anni.

A gennaio, i prezzi al consumo sono saliti dell’1,1% anno su ano, in lieve accelerazione dal +1% di dicembre, contro il +1% atteso dal consensus. .

Torna ad allargarsi lo spread a 261 punti (+7 pb). Il Btp si indebolisce a 2,75% (+15 punti base), mentre il Bund tiene le posizioni, a 0,15%.

L’euro si apprezza su dollaro a 1,146 (+0,2%). il contratto sul Brent perde 3 cent a 60,81 dollari. Il greggio leggero Usa cede 15 cent a quota 53,64. Saipem -1,8%.

A Milano perde colpi Telecom Italia -1,65%.  Elliott sembra deciso a salire oltre il 10% mentre resta in stallo la questione della rete. Vivendi, per bocca di Puyfontaine intanto dichiara di voler restare nel capitale “per una vita”. Per il ceo di Enel Francesco Starace l’ad di Tim Gubitosi deve prima sapere se resta amministratore delegato, poi se si vuole separare la rete e se si vuole unire con Open Fiber.

Le banche continuano ad essere nel mirino, non solo in Italia: l’indice europeo Stoxx perde l’1,2%, su questi livelli, la settimana si chiuderà con un calo del 4%, a fronte del +0,2% dell’indice globale Stoxx 600. arretra Deutsche Bank -3% nel giorno della presentazione dei dati del trimestre.

Banco Bpm, in ribasso del 2,3%, è la peggiore del listino italiano delle blue chip. Unicredit -1,3%.  Banca dell’Emilia Romagna -0,7%.

Continua il rally di Ferrari +2%  dopo i conti premiati dagli analisti. Kepler Cheuvreux ha alzato le stime 2019 e il prezzo obiettivo da 105 a 110 euro, confermando il rating hold. Lo stesso hanno fatto Banca Akros, portando il target price da 110 a 120 euro (rating neutral), Equita  da 123,5 a 124,5 euro (rating buy) e Mediobanca Securities da 104 a 113 euro rating neutral.

Fca +0,7%. L’agenzia di rating Moody’s conferma la valutazione ‘Ba2’. Bene Piaggio +3%.

Bene Diasorin +2,7%, dopo il via libera della Food and Drug Administration alla vendita di un suo prodotto negli Stati Uniti.

In rialzo anche il lusso: Ferragamo +1,5%. Moncler +1,5%.

Da segnalare, fuori dal paniere principale, il ribasso di Mediaset -2,7%. Stamattina Barclays taglia il giudizio a Underweight da Equal Weight con un target price portato a 2,5 euro dai 2,9 precedenti.

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