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Borsa, giornata nera per le banche

Le banche popolari e i big del credito in vistoso ribasso a Piazza Affari, che limita i danni solo grazie al rimbalzo dei petroliferi e dei titoli della moda – Buona performance delle Generali per un report di Ubs e soprattutto per gli acquisti di corporate bond da parte della Bce – Negativi anche i listini azionari europei

Il taglio delle stime di crescita della Banca Mondiale e il dato cinese sulla bilancia commerciale pesano sui listini europei che chiudono prevalentemente in territorio negativo con l’eccezione di Londra +0,27%. Parigi cede invece lo 0,61%, Francoforte lo 0,69% e Milano lo 0,37%.

A Piazza Affari gli occhi sono puntati sul comparto bancario e sulll’aumento di capitale di Veneto Banca partito oggi. In fondo al Ftse Mib Unicredit che, in attesa del cda che domani esaminerà il dossier per la sostituzione dell’ad, ha perso il 4,5% finale a 2,55 euro, la quotazione di fine giornata più bassa da quasi quattro anni. Ubi -3,5%, Bper -3,2% e il Banco Popolare, che ha ceduto il 3% con i diritti sull’aumento di capitale in ribasso di oltre il 6% a 1,3 euro. Bpm (-2%), Intesa -1,1%. Mps -1,95% sconta il taglio di giudizio da parte dell’agenzia di rating Dbrs, che ha ridotto il giudizio sull’istituto a BB da BB (high), mantenendo l’outlook negativo.

Oggi nell’Eurozona sono partiti gli acquisti di corporate bond da parte della Bce. In Asia, l’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in progresso dello 0,93% dopo la revisione al rialzo del Pil giapponese (+1,9% nel primo trimestre, rispetto alla lettura preliminare di +1,7% annualizzato). Deboli invece le altre piazze del continente in scia al dato cinese sulle esportazioni di maggio, calate su base annua del 4,1%: Hong Kong -0,14%, Shanghai -0,30% e Shenzhen -0,33%.

Nella notte la Banca Mondiale ha tagliato le stime di crescita per il 2016 dell’economia globale: +2,4% rispetto al 2,9% indicato in precedenza. La crescita si riassesta così sui livelli del 2015, mentre tenderà a risalire al 2,8% nel 2017 e al 3% nel 2018. In questo scenario continua a pesare l’incertezza sul referendum del 23 giugno.

Ma Wall Street gli indici riescono a mantenersi ion territorio positivo grazie al supporto del petrolio che mantiene il segno più: il Wti sale dell’1,33% a 51,03 dollari al barile e il Brent dell’1,61% a 52,22. Le scorte Usa la settimana scorsa sono scese dello 0,6%, sebbene meno di quanto previsto dagli analisti.

A Piazza Affari sono i titoli petroliferi in evidenza con Saipem +4,87% anche grazie  alle indiscrezioni di stampa su una nuova commessa miliardaria, dopo il contratto da 180 milioni con l’Arabia Saudita annunciato ieri. Tenaris +1,73%. Eni più prudente invece +0,28%. In evidenza anche Generali +1,89%, Ferragamo +1,5% e Yoox +1,41%.

Il miglior titolo di tutto il listino è però Safe Bag, più volte entrato in asta di volatilità: +34,2% sulla scia della notizia che la controllata Safe Wrap della Florida ha incassato il via libera alla rinegoziazione retroattiva del contratto di concessione per lo scalo di Miami, ottenendo così un credito di 2,7 milioni.

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