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Borsa e spread in recupero, ma l’asta Btp costa cara

Listini europei in lieve rialzo e Piazza Affari in preda al nervosismo: a fine mattinata, sull’ipotesi di governo politico, il Ftse Mib sceglie il rimbalzo mentre il differenziale con il decennale tedesco vira sotto i 260 punti. Tassi record al 3% per l’asta Btp. In luce Mediobanca e Finecobank, balzo di Banca Ifis. Bene Italgas e Terna. Brilla Poste

Borsa e spread in recupero, ma l’asta Btp costa cara

Piazza Affari prende la via del rialzo dopo l’annuncio dell’esito dell’asta dei bond italiani. Indice FtseMib +1,8% alle 13, indice sopra 21.500 punti.

In terreno positivo Francoforte +0,35% confortato dal lieve miglioramento del clima di fiducia delle imprese nell’Eurozona (il Bci, Business Climate Indicator). In calo invece l’indice del sentimento economico in Italia, Francia e Spagna. Rimbalza Madrid +0,4% dopo il forte calo di ieri. Deboli invece Parigi -0,2% e Londra.

L’incertezza politica rischia di avere un impatto sull’espansione economica dell’Italia. Ne è convinta l’Ocse che ha rivisto al ribasso le previsioni di pil del Paese. Quest’anno, in base ai dati contenuti nell’Economic Outlook, la crescita dovrebbe rallentare all’1,4%, dall’1,5% precedente, e nel 2019 all’1,1%, dall’1,3%.

L’andamento dello spread e l’esito tribolata dell’asta Btp hanno dato una misura eloquente della preoccupazione sollevata dal caso Italia. Non mancano le note positive, a partire dal calo dello spread rispetto al Bund tedesco sceso sotto i 260 punti dai massimi toccati ieri. Inoltre l’asta odierna del Tesoro si è chiusa a 5,57 miliardi di euro di obbligazioni vendute, nella parte alta del range indicato, 3,75 miliardi-6 miliardi.

Ma altri numeri confermano l’allarme. Si riduce la forbice (a nostro vantaggio) dei Btp sui titoli greci a soli 150 punti, il minimo dal 2009.

Intanto in asta hanno preso il volo i rendimenti. Il Btp decennale ha raggiunto in asta la vetta del 3%, al massimo dal giugno 2014 con un rialzo di 130 punti. A questo prezzo, assolutamente impensabile solo una settimana fa, il Tesoro ha soddisfatto richieste per 1,82 miliardi di euro (inferiore all’importo massimo di 2,25 miliardi). Il Tesoro ha anche emesso Btp a 5 anni per 1,75 miliardi a fronte di una richiesta pari a 2,68 miliardi. Il rendimento è salito di 175 centesimi attestandosi al 2,32%, ai massimi da gennaio 2014. Infine sono stati collocati 2 miliardi di CcTeu scadenza (domanda totale per 2,876 miliardi) ad un rendimento lordo del 2% (+177 centesimi sull’asta precedente).

Sul mercato valutario l’euro/dollaro recupera dai minimi da luglio 2017 col rialzo più evidente da tre settimane e torna su 1,16 dollari a 1,1618 (da 1,155 ieri sera).

L’incertezza politica continua a tenere gli indici di Piazza Affari sulle montagne russe. Dopo un avvio in ripresa la Borsa ha fatto una breve incursione in territorio negativo per poi riprendersi e tornare verso fine mattinata a puntare verso l’alto nell’attesa di un esecutivo politico.

L’indice dei bancari avanza del 2,7%, attorno ai massimi della mattinata, con Mediobanca in rialzo del 4,7% ma Bper appena positiva. Gli istituti italiani fanno meglio di quelli europei (- 0,5%).

Rimbalza di oltre il 5% UnipolSai in vista di un possibile accorciamento della catena con Unipol +2,55%. Sale Poste Italiane +2%2%. L’ad Matteo Del Fante ha dichiarato che l’ampliamento dello spread tra Btp e Bund decennali “può costituire un’opportunità per la liquidità” del gruppo.

Tra i titoli migliori alcune utility come Italgas e Terna entrambe +3,5%.

In terreno positivo anche Fiat Chrysler e Telecom Italia.

In coda al listino Prysmian -0,8% e Tenaris -0,6%. Indietro anche Saipem, dopo il netto progresso di ieri, nonostante il giudizio di Hsbc che ha avviato la copertura sul titolo con giudizio buy e target price a 4,25 euro.

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