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Borsa, dopo una giornata da brivido Milano torna in positivo e l’asta dei Bot cancella le paure

Superata la soglia dei 18mila punti base – Banche alla riscossa – Positiva l’asta dei Buoni del tesoro, ma i rendimenti salgono – Berlusconi rafforza la manovra

RIBALTONE POSITIVO ALLA BORSA DI MILANO
BANCHE ALLA RISCOSSA, INDICE +1,18

La Borsa di Milano corre in rialzo dopo la “benedizione” alla manovra da parte di Bruxelles e in concomitanza dell’incontro tra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e una delegazione della maggioranza per concordare pochi e condivisi emendamenti. Dopo una giornata al cardiopalma, con un avvio da incubo (l’indice FTSE Mib in soli 15 minuti dall’apertura è arrivato a sfiorare una perdita del 5%,) c’è stato il recupero in territorio positivo: il Ftse Mib ha archiviato la seduta con un +1,18% a 18.510 punti, mentre il Ftse All Share ha guadagnato l’1,16% a 19.262 punti. Intanto Londra perdeva l’1,02%, Parigi lo 0,89 e il Dax di Francoforte lo 0,78%. Anche Wall Street, intanto, scende in territorio negativo. Il Dow Jones cede l’1,3% a 12.491 punti, mentre l’S&P500 lascia sul parterre l’1,9% a quota 1318 e il Nasdaq scivola del 2,37% a 2.791,98 punti.

BERLUSCONI: GIA’ QUEST’ANNO SALDO PRIMARIO IN ATTIVO
LA RISCOSSA PARTE DA UNICREDIT (E AZIMUT)

All’inversione di rotta ha contribuito anche l’intervento del premier Silvio Berlusconi. “Già quest’anno – si legge nella nota di palazzo Chigi – porteremo il saldo primario in significativo attivo. La crisi ci spinge ad accelerare il processo di correzione in tempi rapidissimi, a rafforzarne i contenuti, a definire compiutamente i provvedimenti ulteriori volti a conseguire il pareggio di bilancio nel 2014. Occorre eliminare ogni dubbio sulla efficacia e sulla credibilità della correzione, ma occorre anche operare per rimuovere gli ostacoli che frenano la crescita della nostra economia”. Il premier si è occupato anche delle banche, da giorni sotto un intenso fuoco della speculazione. “Le nostre banche sono solide e al riparo dai colpi che grandi istituti bancari esteri hanno dovuto subire e sono state pronte a rispondere agli inviti ad accrescere ulteriormente la loro capitalizzazione”.

Il caso ha voluto però che la riscossa del sistema del credito, la nota dominante del pomeriggio, sia partita dall’unico grande istituto che non ha proceduto nell’ultimo anno a operazioni sul capitale: Unicredit, per questo motivo la banca più sacrificata negli scambi degli ultimi giorni. La banca capitanata da Federico Ghizzoni ha aperto al seduta nel peggiore dei modi, con una prima sospensione per eccesso di rilbasso. Poi, la svolta in quella che verrà ricordata come una delle sedute più volatili di sempre. Unicredit chiude con un rialzo del 5,89% a 1,222 euro, seguita a ruota da Mediolanum (+4,23% a 2,956 euro), altra protagonista di una clamorosa inversione di tendenza. Ma il rally ha riguardato l’intero settore bancario e del risparmio gestito: la palma del titolo migliore spetta ad Azimut (+8,11% a 5,73 euro) che precede il Banco Popolare (+7,32% a 1,54 euro), Ubi (+5,52% a 3,672 euro), Mps (+5,20% a 0,518 euro) e Intesa Sanpaolo (+3,34% a 1,577 euro).

ALLE 11 L’ASTA DEI BOT CANCELLA LE PAURE
MA I RENDIMENTI SALGONO DI 150 PUNTI

A che si deve la svolta? La giornata ha cambiato volto subito dopo le 11, dopo la diffusione dei risultati dell’asta su Bot. In realtà, per collocare i titoli il Tesoro ha dovuto accettare un balzo rilevante dei rendimenti passati dal 2,147% precedente al 3,67 per cento. Ma di questi tempi ci si deve accontentare. Nelle prime ore della mattinata , quando l’indice veleggiava verso una perdita superiore al 4%, nelle sale operative erano circolate indiscrezioni secondo le quali l’asta avrebbe addirittura potuto essere rimandata. Dopo questo primo passo verso la normalità, anche dalla politica, una volta tanto, sono arrivati segnali positivi. Dopo aver partecipato all’Ecofin di questa mattina, Tremonti è rientrato in Italia per incontrare la maggioranza e definire i pochi emendamenti da inserire in sede di conversione. Si è saputo poi dell’incontro, nel pomeriggio, con le opposizioni. Infine, la nota rassicurante di Palazzo Chigi. Il messaggio chiaro del governo ai mercati è di un’accelerazione sui tempi di approvazione.

Il Senato approverà la manovra entro giovedì mattina, ha detto il presidente Renato Schifani, in modo che la Camera possa iniziare a esaminarla già nel pomeriggio e approvarla entro domenica. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è soddisfatto, dicono fonti del Quirinale perché, finalmente, arrivano segnali positivi anche dal fronte europeo. Il commissario Ue agli Affari economici Olli Rehn ha dato il suo pieno supporto alla manovra da 40 miliardi varata dal governo italiano a giugno.”La manovra si compone di un decreto da 25 miliardi e di un intervento fiscale da 15 miliardi. La Commissione supporta entrambe le misure. Ora seguiremo l’applicazione di queste norme”, ha detto Rehn durante la conferenza stampa finale dell’Ecofin. Il risultato? Reagiscono bene i titoli di Stato, dove il rendimento del Btp decennale è sceso rispetto a ieri di 14 punti base al 5,5%. Lo spread con il Bund tedesco è tornato sotto i 300 punti base a 286 punti. L’euro ha recuperato salendo a 1,398 contro il dollaro, da 1,385 di questa mattina. Il franco svizzero rimane sostenuto contro euro a 1,1659, sui massimi storici.

ALLA PARMALAT APPRODA YVES GUERIN
FININVEST PAGHERA’ LA MULTA ALLA CIR

Tra le singole notizie societarie, da rilevare la nomina di Yvon Guerin alla carica di amministratore delegato di Parmalat e la presa di posizione dell’avvocato Ghedini in merito al Lodo Mondadori. Ghedini ha escluso interventi di legge e ha chiarito in maniera inequivocabile che Fininvest pagherà la sanzione decisa dalla Corte d’Appello di Milano a favore di Cir.

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