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Borsa debole con le banche. Scintille su Gedi

Piazza Affari ridimensiona i guadagni di venerdì, in linea con gli altri listini europei – Credito sotto pressione, incubo dazi sul farmaceutico svizzero – Pioggia di vendite su Tenaris. Mediaset debole dopo la Spagna

Borsa debole con le banche. Scintille su Gedi

Le Borse asiatiche apprezzano il primo accordo sui dazi. I listini europei, dopo il rialzo di venerdì, perdono colpi nell’attesa di sviluppi più concreti sia con Pechino che sulla Brexit. Anche Piazza Affari -0,46% ridimensiona i guadagni di venerdì rimanendo poco sopra i 22 mila punti. Più pesante il calo degli altri mercati: Parigi-0,7%, Francoforte 0,57%, Madrid -0,4%. Anche Londra è sotto di mezzo punto circa. Le perdite più pronunciate per Zurigo -1,13%: il quotidiano svizzero Neue Zuercher Zeitung riporta che la Casa Bianca avrebbe l’intenzione di imporre dazi sulle società farmaceutiche elvetiche, in modo da contrastare il deficit commerciale con la Svizzera.

Al centro dell’attenzione del mercato italiano è il titolo Gedi che strappa con un balzo superiore al 12% dopo che Cir ha ritenuto “irricevibile” l’offerta presentata venerdì sera da Carlo De Benedetti per una quota del 29,9% di Gedi (in aperto dissenso con i figli) al prezzo di 0,25 euro per azione perché inadeguata a riconoscere a Cir e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione. La lite è per ora servita a rilanciare il titolo dai minimi storici. Per Banca Imi una valutazione corretta è di 0,42 euro. Anche Mediobanca valuta il titolo a 0,55 euro. Resta valida l’ipotesi di uno spin-off con Exor.

Sul fronte macro non influisce più di tanto il miglioramento della produzione industriale in Europa +0,4% in agosto.

Da segnalare che il premio Nobel per l’Economia è stato assegnato congiuntamente a tre studiosi per l’approccio sperimentale adottato per affrontare la povertà globale. Si tratta dell’indiano Abhijit Banerjee, della francese Esther Duflo e dell’americano Michael Kremer.

Sale (si fa per dire) il rendimento del Bund a -0,47% di rendimento. Stamattina il Ministero dell’Economia ha diffuso una nota nella quale esclude l’arrivo di una “pronunciata recessione”. Lo spread oscilla attorno a 139 punti.

Il petrolio WTI è in ribasso dello 0,7% a 54,3 dollari il barile. In Siria, il governo di Damasco ha annunciato l’invio di truppe nel Nord del paese, dopo la sigla di un’alleanza con le milizie curde contro le quali è in corso l’offensiva della Turchia.

A Piazza Affari Saipem -1,6%. Mediobanca alza il giudizio ad Outperform, target price a 5,5 euro. Eni -1%. Pioggia di vendite su Tenaris -2,9%, peggior titolo del listino. Stamattina tre broker sono intervenuti sul titolo tagliando il target price. Equita ha confermato la raccomandazione Hold, riducendo il target price a 12 euro da 13,0 euro precedente. Kepler ha confermato il Buy, ma ha abbassato il prezzo obiettivo a 12 euro da 13,50 euro. Mediobanca ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Outperform, target a 11 euro da 14,20 euro.

Oro invariato a 1.488 dollari. 

L’euro dollaro è poco mosso a 1,102 (-0,1%): la scorsa settimana ha guadagnato lo 0,6%. L’euro sterlina rimbalza a 0,876, dopo due giorni di fortissimo ribasso.

Vendute le banche. Perde colpi Unicredit -0,88% che ha fortemente ridimensionato la novità dei tassi sui depositi: i rendimenti negativi saranno trasferiti solo ai depositi superiori al milione di euro.

Mediobanca +0,3%. Vincent Bolloré (socio con il 7,85%) ed Ennio Doris (3,7%), si sono schierati a favore dell’amministratore delegato Alberto Nagel.

Ubi Banca +0,5% e Banco Bpm +2,5%.  Rallenta Mps -1,8%. Generali -1%.

Mediaset cede lo 0,2%. Venerdì la notizia che il tribunale di Madrid, accogliendo la richiesta di Vivendi, ha sospeso in via cautelare la delibera dell’assemblea per la nascita della holding europea.

In rosso anche Tim -0,9%. Salvatore Rossi, ex direttore generale della Banca d’Italia, è in pole position per la presidenza.

Tra gli industriali frena Cnh Industrial -1,9%. Nel piano industriale al 2024 di Iveco, controllata di CNH Industrial, prevede investimenti pari a 4,2 miliardi di dollari a livello globale. Fiat Chrysler +0,56%. Equita sim non esclude che lo scenario di una fusione con Renault possa tornare d’attualità dopo l’uscita di Thierry Bolloré. contrario alla proposta fatta a maggio dal gruppo italo-americano. “L’appeal speculativo relativo a quest’opzione è uno dei principali motivi alla base del nostro rating buy sul titolo Fca”.

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