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Borsa, Consob vieta le vendite allo scoperto dopo il giovedì nero

Dopo il tracollo della Borsa di ieri, enfatizzato dalla gaffe di Lagarde, interviene la Consob – Ma le Borse asiatiche continuano a perdere – A Piazza Affari è atteso un rimbalzo, ma i mercati restano sotto shock

Borsa, Consob vieta le vendite allo scoperto dopo il giovedì nero

“Il mondo ha fatto crack”, titola stamane Les Echos, felice sintesi della situazione surreale in cui è piombato il pianeta sotto la dittatura del coronavirus. Le Borse, del tutto insensibili alle terapie delle autorità, si adeguano al clima da Medio Evo: la Consob, per la seduta di oggi, ha imposto il divieto di vendite allo scoperto su 85 titoli, un provvedimento tardivo e forse inadeguato dopo la peggior seduta nella storia di Piazza Affari, abbandonata a se stessa in una città blindata. Non va molto meglio negli Usa, dopo il divieto dei voli da e per l’Europa che ha senz’altro favorito l’esplosione delle vendite ai massimi dal crash del 1987. E la crisi, così come l’epidemia, non si ferma nemmeno stamane.

TOKYO LIMITA IL CALO AL 6%

Il Nikkei di Tokyo perde il 6%, dal -10% di stanotte. Kospi di Seul -6,4%. Hang Seng di Hong Kong -5,8%. Le perdite delle Borse della Cina, paese che si sta allontanando dal peggio della crisi sanitaria, sono meno ampie: indice CSI di Shanghai-Shenzhen -1,1%.

Un reportage di Reuters mette a confronto la risposta all’epidemia di Italia e Corea del Sud, Paesi colpiti in maniera simile. A fronte della quarantena per milioni di persone, gli oltre 15 mila contagi e le 1.258 vittime del Bel Paese, in Corea le vittime sono 67. Forse, suggerisce l’agenzia, la spiegazione sta nella tecnologia che ha consentito di segnalare e di intervenire sui casi a rischio con grade tempestività.

Sono scese in campo anche le autorità monetarie: il mercato azionario di Sidney è in rialzo dell’1% dopo che la banca centrale dell’Australia è intervenuta con un’iniezione di liquidità da 8,8 miliardi di dollari australiani, pari a 5,5 miliardi di dollari Usa.

Nel corso della notte, la Banca del Giappone si è offerta di comprare fino a 500 miliardi di yen (4,8 miliardi di dollari) di bond aziendali.

LA FED IMMETTE 5 MILA MILIARDI, RISALE IL PETROLIO

Anche la Federal Reserve si prepara a scendere in campo dopo il tracollo: saranno iniettati nel mercato 5 mila miliardi di dollari di liquidità.

Rimbalzano i futures di Wall Street, che ieri ha vissuto la giornata più nera dal 1987: Dow Jones -9,99%, S&P 500 .9,51%, Nasdaq -9,43%.

Anche i future sulle Borse europee anticipano un avvio in rialzo del 2%.

Il petrolio Brent è in rialzo del 2%, a 33,8 dollari, dal -7% di ieri. Tra cinque giorni, si riunirà di nuovo l’organismo tecnico dell’Opec +, segnale che l’alleanza tra Russia ed Arabia Saudita potrebbe ricomporsi.

L’oro ha perso ieri il 3,6% e stamattina è poco mosso a 1.580 dollari. Euro Dollaro a 1,120, dal -0,7% di ieri. Il Treasury Note a 10 anni tratta a 0,83%

GIORNATA DA INCUBO, LA GAFFE DI MADAME LAGARDE

Quella di ieri è stata la peggior seduta nella storia della Borsa italiana. E ha coinciso con l’esordio sul campo di Christine Lagarde, assolutamente allo sbando nella conferenza stampa del pomeriggio, al punto da rispondere a chi gli chiedeva un giudizio sullo spread in ascesa che “questa non è materia di competenza della Bce”. Roba che Mario Draghi non avrebbe detto mai, nemmeno sotto tortura. È probabile che l’ex direttore generale del Fmi intendesse smuovere la sensibilità dei governi, specie di Germania ed Olanda, ma la gaffe ha lasciato il segno. E a nulla è servita la retromarcia davanti alle telecamere di Cnbc: “Sono pienamente impegnata a evitare qualsiasi frammentazione in un momento difficile per la zona euro – ha detto – l’allargamento degli spread legato al coronavirus compromette la trasmissione della politica monetaria”. Che dire? Aridatece Mario, il salvatore dell’euro.

PIAZZA AFFARI (-16,9%) ARRETRA A 14.894 PUNTI

Piazza Affari ha vissuto un incubo: -16,92%, scivolando fino a quota 14.894 punti. Ribassi a doppia cifra anche per gli altri listini dell’Eurozona. Peggio di tutti chiude Madrid (-14, 06%). Parigi limita (si fa per dire) all’11,68% il salasso. Francoforte -11,44%. Perdono colpi, fuori dall’area euro Zurigo (-10,48%) e Londra (-10,13%).

VOLA LO SPREAD A 262 PUNTI

Lo spread ha chiusi a 262 punti, dopo aver preso il volo a seguito della conferenza stampa dell’Eurotower: la doppia manovra presentata da Christine Lagarde è apparsa modesta, rispetto alla crisi in corso.

Il rendimento del Btp è volato a 1,73% (+57 punti base). Il Bund tedesco tiene le posizioni a -0,74%.

Il ministero del Tesoro ha concluso ieri mattina con successo le aste dei Btp in un contesto molto difficile. Il Btp giugno 2023 è stato assegnato per 3,5 miliardi, con un rapporto di copertura di 1,30 e un rendimento di 0,74%, 84 punti base in più rispetto all’asta precedente.

Il Btp a sette anni (gennaio 2027) ha spuntato un rendimento lordo di 0,92%, 44 punti in più rispetto all’asta del 13 febbraio (+0,48%).

Il titolo a dieci anni, anche per il modesto importo offerto (1,5 miliardi), è stato assegnato al rendimento lordo dell’1,29%.

AVANTI PIANO CON IL QE, TASSI FERMI, AUMENTA IL TLTRO

Ma quali sono stati gli interventi della Bce? E perché hanno scatenato una reazione così violenta?

Il piano di acquisto titoli previsto dal QE è salito di 120 miliardi fino a fine 2020. In pratica si passa da 20 miliardi al mese a 32 miliardi, un incremento davvero modesto e insufficiente.

Il Tltro già operativo viene aumentato, portando la potenza di fuoco a 2.500 miliardi di euro, ossia 1.000 miliardi di euro in più rispetto a oggi. Le condizioni diventano ancora più convenienti, in quanto chi attinge ha uno spread negativo fino a 75 punti base, contro i 25 punti base dell’attuale strumento.

Non sono invece previste forme di tutela per le banche che decidono di prendere la liquidità, come per esempio la presa in garanzia di una parte dei prestiti erogati, ma su questo tema si è mossa, in modo coordinato, la Vigilanza della Bce: è stato annunciato un provvedimento di emergenza che autorizza le banche a scendere temporaneamente sotto le soglie di capitale di sorveglianza e sospende per quest’anno gli stress test.

“NON È IL BAZOOKA DI DRAGHI, MA NEMMENO UNA PISTOLA AD ACQUA”

In sostanza non è il bazooka di Mario Draghi, ma nemmeno una pistola ad acqua. L’accoglienza molto negativa del mercato, però, non può ricadere solo sulle spalle di madame Lagarde o sull’assenza, nella comunicazione, di qualsiasi segnale di conforto a fronte di una situazione tragica.

Ma da questo punto di vista il vero limite sta nell’insensibilità della Commissione che, scrive Alessandro Fugnoli, “persa dietro i suoi sogni barocchi sui cambiamenti climatici, pensa di spegnere l’incendio che sta divampando con un bicchiere d’acqua da 25 miliardi”, ovvero quanto stanziato dalla sola Italia.

A livello nazionale, la Germania, dopo sette ore di dibattito sofferto in seno alla coalizione di governo, ha varato un pacchetto fiscale dello 0.1% del Pil a decorrere dal 2021.

È evidente che, in questo modo, non si va da nessuna parte. È necessario, a livello di politica fiscale, un intervento assai più robusto, magati attraverso il fondo Salva-Stati che giace nei forzieri del Lussemburgo.

Come ha fatto la Cina, promuovendo un pacchetto fiscale mirato e con la difesa della stabilità del cambio e della Borsa, colpevolmente abbandonata a sé stessa dalle autorità italiane, che hanno pensato a chiudere i cinema ma non a garantire condizioni normali per il business.

PIOGGIA DI PERDITE A DOPPIA CIFRA: -17% I BIG BANCARI

È quasi superfluo descrivere l’andamento dei singoli titoli, quasi tutti con ribassi a due cifre.

Si sbriciolano le banche. Unicredit e Intesa scendono di oltre il 17%. Ancora peggio fanno Ubi (-19,45%), Mediobanca (-18,69%), Pop Sondrio (-18,94%) e Bper (-17,75%). Tracollano anche Banco Bpm (-16,7%) e Mps (-18,55%).

Meno pesante la frana di UnipolSai (-6,05%) dopo una seduta in territorio positivo. Kepler Cheuvreux ha alzato il giudizio sul titolo da hold a buy, con prezzo obiettivo a 2,6 euro.

ATLANTIA ED AUTOGRILL: CALO OLTRE IL 20%

Fra i peggiori Atlantia (-22,2%) e Autogrill (-21%), a causa della contrazione dei volumi di traffico su aeroporti e autostrade in Italia e all’estero in questa fase di stop ai movimenti delle persone.

Perde colpi Amplifon (-19,45%): Kepler Cheuvreux ha tagliato il prezzo obiettivo sul titolo da 23 a 18,5 euro, confermando la raccomandazione hold, in seguito a una revisione al ribasso della stima di Eps 2020 del 14%.

Non ha tenuto fede alla fama di titolo difensivo per eccellenza Campari (-16,11%): Deutsche Bank ha ridotto il rating a hold da buy e il target price a 6,9 euro per azione da 9,9 euro, dopo un taglio della stima di Eps del 13%-16%.

CEDE ANCHE ENEL. SFUMA LA RISCOSSA DI TIM

In profondo rosso Enel (-19,85%) e Tim (-18,47%), travolta nonostante i segnali promettenti emersi dai conti.

Fra gli industriali Leonardo cede il 22%, stessa percentuale di ribasso anche per Poste Italiane, quest’ultimo salito di recente dopo il piano industriale.

Super venduti i titoli del calcio dopo lo stop al campionato e alle coppe europee: Juventus -18%, Lazio -23,1% e AS Roma -16%.

LA MAGLIA NERA TOCCA A SALINI, LUSSO IN SVENDITA

Sotto la lente degli analisti il settore del lusso: Ferragamo -15,8% (hold per Deutsche Bank, target a 19,5 euro da 20,5), Moncler -11,45% (Jefferies ha ridotto il prezzo obiettivo da 44 a 39 euro): Kepler Cheuvreux ha tagliato il prezzo obiettivo su Brunello Cucinelli (-2,1%) da 32 a 27 euro. Oviesse lascia sul terreno il 21,4%.

La maglia nera del listino tocca a Salini Impregilo che lascia sul terreno il 25% del suo valore.

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